Digitale & Lifestyle Troppo sale: i danni al sistema immunitario

CoverMedia

8.4.2020 - 16:08

Wooden spoons with different sorts of salt

When: 24 May 2017
Credit: Ina Peters/Westend61/Cover Images
Wooden spoons with different sorts of salt When: 24 May 2017 Credit: Ina Peters/Westend61/Cover Images
Source: Ina Peters/Westend61/Cover Image

Un nuovo studio mette in luce i rischi di un’alimentazione dall’eccessivo consumo di sale.

Ogni volta che esageriamo con il sale le nostre cellule immunitarie soffrono. E se il sistema immunitario diventa instabile, il corpo è più vulnerabile alle infezioni batteriche. Lo riportano i ricercatori della University Hospital Bonn, in Germania, secondo cui un apporto di sale elevato è direttamente nocivo per le cellule del sistema immunitario, meno abili di difendere l’organismo dalle infezioni e dalle malattie.

Superare l’apporto quotidiano di sale raccomandato dalle linee guida dei nutrizionisti non è difficile, se per esempio siamo amanti del cibo dei fast-food. Due pietanze di queste catene, infatti, contengono circa 6 grammi in più del limite raccomandato giornalmente dai nutrizionisti.

Il rischio? Infarti, ictus, e una moltitudine di altri disturbi di salute e malattie potenzialmente fatali.

«Abbiamo esaminato dei volontari che hanno consumato 6 grammi di sale in più rispetto al loro apporto quotidiano», ha spiegato dottor Christian Kurts. «Questa è la quantità di sale all’incirca contenuta in due pasti del fast-food, per esempio due hamburger e due porzioni di patatine fritte».

Dopo una settimana, i ricercatori hanno analizzato dei campioni di sangue dei partecipanti, rilevando un calo della potenza da parte dei granulociti, cellule che hanno il compito di attaccare i batteri.

Gli stessi risultati sono stati confermati anche su un campione di roditori, a cui è stata sottoposta una dieta ad alto apporto di sale per lo stesso periodo di tempo. Anche in questo caso, il sistema immunitario delle cavie non era in grado di combattere l’infezione in modo efficace.

«Nella milza e nel fegato di questi animali abbiamo contato da 100 a 1000 volte il numero di patogeni causa di malattie», commenta la dottoressa Katarzyna Jobin, leader dello studio.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Science Translational Medicine.

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