Digitale & Lifestyle Tumori: nelle aree rurali la mortalità è più alta

CoverMedia

21.12.2018 - 16:11

Source: Covermedia

La scarsità dei mezzi di trasporto e la lontananza degli ospedali sono tra le primarie cause di morte per tanti pazienti con il cancro.

Vivere in campagna ha i suoi benefici, per esempio respirare un’aria meno inquinata rispetto a quella delle strade di città, soprattutto se viviamo in una grande metropoli. Eppure, secondo una nuova ricerca condotta presso l’Università di Aberdeen, in Scozia, vi sono anche numerosi aspetti negativi. In particolare, vivere nelle zone più remote del Paese contribuisce notevolmente ad aumentare la mortalità dei pazienti con un tumore, per la precisione di circa 5%, rispetto agli abitanti di città.

«Partendo da una passata ricerca, dove veniva esplorata l’ineguaglianza delle risorse per i pazienti con il cancro nelle zone rurali del nord-est scozzese, volevamo sapere se questa disparità fosse applicabile anche in altre parti del mondo», ha dichiarato professor Peter Murchie, leader dello studio.

«Abbiamo scoperto che la risposta è positiva, e statisticamente, le persone con un tumore che vivono nelle zone più rurali di qualsiasi parte del mondo, hanno il 5% di probabilità in meno di sopravvivere alla malattia. Sono dati piuttosto significativi».

I ricercatori hanno analizzato un totale di 39 studi effettuati in diverse parti del mondo, scoprendo che ben 30 di essi evidenziavano uno «svantaggio» nelle probabilità di sopravvivenza degli individui che abitano le zone di campagna rispetto a quelle che risiedevano nei centri abitati più fitti.

Una disparità data, sempre secondo il team del professor Murchie, dalla mancanza o inadeguatezza dei mezzi di trasporto nelle aree rurali, dalla distanza geografica dai centri o delle cliniche che offrono i trattamenti, e dai ritardi nella somministrazione o nella concretizzazione di una terapia, fattori causati a loro sua volta da negligenza o da una mancata comprensione della gravità della condizione del paziente.

«Il nostro obiettivo ora è quello di analizzare le ragioni alla base di questo scenario e capire cosa si può fare per eliminare questa disparità», continua il professore.

«Nel nostro studio consideriamo anche diverse ragioni potenzialmente valide, ma queste hanno bisogno di essere esplorate in modo più approfondito. Nel frattempo, l’avanzamento nell’ambito della comunicazione digitale sta producendo nuove soluzioni, e con ulteriori ricerche dovremmo riuscire ad identificare altri fattori che contribuiscono a questa disparità».

La ricerca è stata pubblicata sul website ufficiale dell’università scozzese.

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