Digitale & Lifestyle Una dieta può ridurre lo sviluppo dei tumori al seno

CoverMedia

16.2.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Un aminoacido chiamato asparagina può influenzare enormemente l’abilità del cancro di diffondersi nell’organismo.

Una nuova ricerca effettuata dai ricercatori della Cedars-Sinai Medical Center sul carcinoma della mammella ha messo in luce una novità importante. L’azione di un aminoacido polare non essenziale chiamato asparagina, presente in una varietà di cibi, sarebbe in grado di influenzare la diffusione del tumore nel corpo. Per questo, limitare il consumo di asparagina potrebbe ostacolare il «percorso» del cancro tra le nostre cellule.

L’esperimento è stato effettuato su un gruppo di ratti con il tumore al seno più aggressivo, detto triplo negativo (TNBC).

«Il nostro studio indica che un certo tipo di alimentazione può influenzare il corso della malattia», ha confermato l’autore della ricerca Simon Knott.

Secondo il dottor Knott, limitare il consumo di alimenti che contengono questa sostanza può rappresentare una delle strategie da integrare agli esistenti trattamenti anticancro per i pazienti con un tumore al seno.

Il tumore TNBC è quello che si diffonde più rapidamente: passate ricerche indicano che la maggior pare delle cellule tumorali rimane nel sito in cui ha origine, nel seno, ma un sottoinsieme di cellule si stacca dal sito per immettersi nel flusso sanguigno.

«I risultati di questo studio parlano chiaro: un cambiamento nell’alimentazione del paziente può influenzare il modo in cui l’organismo risponde alla terapia principale e, di conseguenza, le possibilità che la malattia si diffonda in futuro», ha aggiunto il dottor Gregory J. Hannon, dell’Università di Cambridge.

Sono ricchi di asparagina i latticini, il siero di latte, le uova, il pesce e i frutti di mare, le carni rosse e le carni bianche, le patate, gli asparagi, i legumi, le noci, i semi, la soia e i prodotti integrali. Un motivo in più per consumare ogni giorno più porzioni di frutta e verdura, che invece contengono un basso contenuto dell’aminoacido.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Nature.

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