Digitale & LifestyleVideochiamate: un’arma contro la depressione
CoverMedia
28.11.2018 - 16:11
Secondo una nuova ricerca, gli anziani traggono enormi benefici da queste telefonate moderne.
Mantenere i rapporti con i nostri genitori e i parenti più anziani attraverso le videochiamate può prevenire e combattere i sintomi di un disturbo depressivo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), circa il 7% della popolazione adulta soffre di depressione, a sua volta strettamente legata all’isolamento sociale – in particolare negli anziani – e a tanti altri problemi di salute.
Secondo gli scienziati della OHSU (Oregon Health & Science University), USA, una semplice videochiamata dal cellulare può aiutare a prevenire e a combattere la condizione.
«Le videochat sono al primo posto in assoluto», dice il leader dello studio Alan Teo, professore di psichiatria presso la OHSU School of Medicine e ricercatore del VA Portland Health Care System. «Gli adulti più anziani che utilizzano queste app tecnologiche, come Skype e FaceTime, corrono un rischio nettamente più basso di sviluppare una depressione».
Lo studio, chiamato Health and Retirement Study, ha preso come campione 1.400 partecipanti adulti dai 60 anni in su, monitorando il loro stato d’animo e lo stile di vita – in particolare in rispetto alla tecnologia – ogni due anni dal 1992.
Gli individui che parlavano attraverso la videochiamata su uno smartphone o su un tablet avevano circa la metà delle probabilità di manifestare i sintomi della depressione rispetto a chi non utilizzava questa funzione. Per questi ultimi, il rischio di depressione è risultato virtualmente pari a quello di chi utilizzava rete sociali come Facebook, o era solito inviare messaggi di testo sul cellulare.
«Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio che dimostra un potenziale legame tra l’uso della videochiamata e la prevenzione di sintomi della depressione significativi da un punto di vista clinico, in oltre due anni di vita della popolazione adulta più avanzata con l’età», spiegano gli autori della ricerca.
Il team del professor Teo precisa che la forma di comunicazione preferibile resta sempre quella vis-à-vis, ma nei casi in cui le circostanze di vita non ci permettano di conseguire tale obiettivo, le alternative virtuali sono un’ottima strategia di prevenzione.
«Secondo i risultati, è meglio se parlo con mio padre su Skype, piuttosto che mandargli un messaggio su WhatsApp», ha concluso l’esperto.
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