Diversi Alcuni liceali inventano un fiore "connesso" per conoscere meglio le api

AFP

22.6.2018

Conoscere il comportamento delle api mentre impollinano potrebbe aiutare i ricercatore a contrastare la loro scomparsa.
Conoscere il comportamento delle api mentre impollinano potrebbe aiutare i ricercatore a contrastare la loro scomparsa.

Un fiore dai petali plastici colorati che libera nettare, polline e informa in tempo reale del passaggio di un'ape... Il prototipo inventato da alcuni liceali normanni dovrebbe permettere di studiare il comportamento delle api e di lottare meglio contro il loro declino.

Sotto la guida di Cyril André, il loro professore di sistemi numerici, Benjamin, Jules e Timothée, studenti dell'ultima classe del liceo Julliot de la Morandière a Granville (Manche), si sono immersi per un anno nella vita delle api per preparare il progetto che devono presentare per la maturità.

L'idea era di "sondare il terreno" per permettere a Mathieu Lihoreau, ricercatore al CNRS di Tolosa incontrato durante un precedente progetto di alveare "connesso", di comprendere meglio il comportamento delle api bottinatrici grazie a un fiore artificiale.

Elemento chiave della preservazione della biodiversità e della sicurezza alimentare grazie al suo ruolo di pollinizzatrice, l'ape può raccogliere nettare da diverse centinaia di fiori e volare fino a dieci chilometri al giorno. Grazie a lei, l'80% delle specie di piante con fiori e frutta del pianeta sono pollinizzati, e il 35% delle nostre risorse alimentari dipendono, secondo la Inra, dalla pollinizzazione fatta dalle api.

Ma da più di 15 anni, gli imenotteri scompaiono dalle campagne, resi fragili in particolare dai neonicotinoidi, degli insetticidi che si attaccano al sistema nervoso e disorientano gli insetti. Qualche settimana fa, gli apicoltori hanno allertato le autorità, rendendo conto del tasso di mortalità di quest'anno, "di un'eccezionale gravità".

I fattori di declino sono conosciuti, ma il comportamento dell'ape bottinatrice in condizioni reali è poco documentato. "È poco studiato in natura, perché seguire un'ape per diversi chilometri è molto complicato", spiega Mathieu Lihoreau.

Sopravvivere 

"Un sistema di fiori che liberano nettare e polline in un flusso controllato e registrano il passaggio delle api grazie a un QR code incollato sul dorso permetterebbe di comprendere come un'ape, con un cervello così piccolo, arrivi a risolvere dei compiti cognitivi estremamente complessi, come quelli svolti dalle api bottinatrici", prosegue il ricercatore.

Per mettere a punto la loro "esca", i liceali hanno innanzitutto dovuto comprendere la morfologia dei fiori grazie a delle dissezioni praticate nel corso di biologia. Hanno anche cercato nell'universo dei cosmetici, utilizzando una spugnetta per il trucco per distribuire il polline, o nell'universo medico, con una pompa per nutrizione che porta, in quantità controllata, il nettare sul fiore.  

L'operazione più delicata è stata senza dubbio l'etichettatura dei bombi, pollinizzatori meno aggressivi e più grossi delle api, sui quali sono stati praticati i test. Ogni "QR code" è stato incollato sull'animale. Quanto al prototipo, esso somiglia al fiore grazie ai suoi petali colorati, ma non ha lo stelo, è dotato di un cuore in PVC riempito di nettare stampato in 3D, e integra una fotocamera per filmare l'ape. È anche montato su un telaio, nel quale si trova un mini-computer che invia "le informazioni raccolte in una database", spiega Cyril André, che ha fatto appello alla fondazione Dassault Systèmes per finanziare due delle macchine utilizzate per evitare di "tagliare i petali con il cutter".

"Vogliamo sviluppare lo spirito creativo degli allievi", sottolinea il professore, per il quale "domani, tutte le professioni saranno potenzialmente toccate dagli oggetti connessi e dalla modellizzazione 3D". Il fiore artificiale è stato testato con successo sui bombi bottinatori. "Vorremo che ciò possa aiutare le api a sopravvivere", rivela Benjamin, uno dei tre liceali, che era incaricato di riflettere sulla distribuzione del nettare.

Se le condizioni finanziarie saranno adeguate, l'anno prossimo potrebbero partire dei test su grande scala nei 50 alveari del CNRS a Tolosa. Quantità di cibo disponibile, campi con o senza pesticidi, con o senza parassiti, campi elettromagnetici, colori dei fiori, localizzazione, grandezza e profumo dei fiori... "Si possono far variare tutti i parametri e paragonare i dati ottenuti in condizioni ambientali diverse", precisa Mathieu Lihoreau, aggiungendo che "se funziona, potremo servircene per i prossimi vent'anni".

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