Spettacolo Asia Argento torna a parlare di Weinstein: «Sono una sopravvissuta»

Covermedia

22.12.2022 - 13:00

Harvey Weinstein
Harvey Weinstein

L'attrice ha scelto un post su Instagram per rivendicare la violenza presumibilmente perpetrata dall’ex magate cinematografico: «Condanno il victim blaming, ovvero chi fa ricadere la colpa su chi ha subìto un crimine».

Dopo l’ultima condanna del produttore di Hollywood Harvey Weinstein, ritenuto colpevole di tre nuovi casi di violenza sessuale e già condannato a 23 anni di carcere per reati simili due anni fa, Asia Argento sceglie Instagram per ribadire la sua rivalsa.

«Nel 2017, dopo che io ed altre donne liberammo la parola rendendo pubbliche le violenze sessuali subite da Weinstein, ci fu un vero e proprio tsunami mediatico, e subii da parte dei media e degli haters quello che viene chiamato «victim blaming»», dice Asia che fu a suo dire molestata dall’ex magnate cauto in disgrazia.

«Vennero dette e scritte frasi come: «Se l’era cercata, poteva dire no, l’ha fatto per farsi pubblicità»… perché la colpa del predatore in qualche strana maniera ricade sempre sulla donna, sulla vittima, anche se detesto questa parola. La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore. E purtroppo anche la vittima per prima cosa interroga se stessa. Questo dovrebbe far capire com’è tutt’ora montata la nostra società».

Poi Asia continua spiegando il suo punto di vista.

«Anch’io mi chiesi come mai non fossi riuscita a scappare, perché non gli avessi dato un calcio nelle palle come mi aveva insegnato mia madre, perché non avessi urlato e chiamato le forze dell’ordine. M’incolpavo dicendomi che davo troppa confidenza agli uomini. O che forse era colpa dei ruoli che interpretavo, le pose sexy sulle copertine dei giornali. Se qualcosa di irrisolto dentro di me non mi aveva mai permesso di amarmi completamente, dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi. Continuavo a ripetermi che ero una puttana e che me l’ero cercata. Non riuscivo a fuggire da questi pensieri. Allora ero ventenne, non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo». 

Per riuscire a liberarsi i questo peso, Asia è dovuta andare da uno psicanalista.

«Due decadi e 16 anni di analisi per liberarmi di questo critico interiore, e per imparare a farmi scivolare sopra le insinuazioni dei detrattori, che facevano ancora più male perché ero stata io la prima a incolparmi. Ieri Weinstein è stato condannato a Los Angeles per stupro e violenze sessuali, potrebbe scontare 47 anni in carcere. Quarantasette anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina, e so che la mia esperienza ha aiutato innumerevoli donne in tutto il mondo ad uscire dallo stigma delle violenze sessuali, a liberarsi di questo enorme fardello. E per questo sono e sarò sempre profondamente grata».