Dal mese di gennaio, l’orologio dell’apocalisse mostra che mancano 2 minuti: secondo gli scienziati, mai l’umanità è stata così vicina a una catastrofe mondiale dal 1953. Tra le ragioni essenziali vi sono le minacce dell’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di utilizzare l’arma nucleare se dovesse essere necessario.
A Bloomfield, in Virginia, un bunker di 2,3 km² è destinato ai rappresentanti del governo e ai servizi segreti.
Il presidente americano (a sinistra) è sempre accompagnato da un capo militare che porta la valigetta nucleare (nella mano sinistra). Essa contiene i codici di lancio delle armi nucleari, un fascicolo con degli scenari strategici e una lista di bunker di sicurezza per il presidente.
Come si può vedere nel film «Independence Day», in caso di urgenza, il presidente americano e gli altri dirigenti politici e militari verrebbero evacuati da Washington a bordo di un elicottero di tipo UH-1N Huey.
Alcune torri di comunicazione particolarmente rafforzate come queste negli Appalachi in Pennsylvania, dovrebbero assicurare collegamenti in caso di attacco nucleare durante la Guerra Fredda.
Per l’equivalente di 25'000 CHF, il più comune dei mortali può assicurarsi un posto in un bunker e stabilirvisi nel caso di una catastrofe, per esempio in un vecchio bunker di munizioni dell’esercito americano vicino Edgemont, nel Dakota del Sud. La locazione è valida per 99 anni.
Il promotore Robert Vicino ha acquistato 575 bunker e prevede di farne una comunità di sopravvivenza per 5000 civili.
Nel vecchio bunker nucleare Mount Pony, la Riserva federale americana stoccava segretamente miliardi di dollari per approvvigionare di contanti i paesi dopo l’apocalisse. L’installazione è stata convertita nel 2007 in deposito per le pellicole e i file audio della biblioteca del Congresso.
Il centro di comando della difesa aerea americana è situato in un bunker nelle Montagne Rocciose. E’ stato progettato per resistere a bombe nucleari di 30 megatonnellate, ad onde d’urto elettromagnetiche, oltre che agli attacchi biologici e chimici.
Il bunker in particolare è stato messo in sicurezza con porte di 23 tonnellate.
La montagna è stata scavata per due miglia.
L’installazione è considerata come il bunker governativo più sicuro al mondo.
Ben 300 impiegati sorvegliano lo spazio aereo americano, accordando una speciale attanzione agli attentati con bomba e agli attacchi missilistici.
Durante la Guerra Fredda, è stato costruito un bunker sotterraneo destinato ad accogliere i membri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti in caso di conflitto. Una figura in cartone dell’ex presidente americano Dwight D. Eisenhower troneggia nella hall di ingresso.
Nel bunker, c’era anche una sala riunioni per i rappresentanti.
L’installazione era sufficientemente grande per accogliere i 535 eletti, ognuno accompagnato da un assistente.
Un’unità di soccorso intensiva era pronta ad accogliere i feriti.
Il bunker era in particolare dotato di camere di decontaminazione, ma ugualmente di un crematorio.
Durante la Guerra fredda, l’armata americana aveva la strategia di annientare completamente il nemico in caso di attacco nucleare. I missili detti «Peacekeeper», che potevano trasportare fino a dodici ogive nucleari, erano sorvegliati in bunker speciali.
Con il trattato di riduzione delle armi strategiche START II nel 2005, i missili «Peacekeeper» sono stati disarmati e i bunker di lancio sono stati chiusi.
Dal mese di gennaio, l’orologio dell’apocalisse mostra che mancano 2 minuti: secondo gli scienziati, mai l’umanità è stata così vicina a una catastrofe mondiale dal 1953. Tra le ragioni essenziali vi sono le minacce dell’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di utilizzare l’arma nucleare se dovesse essere necessario.
A Bloomfield, in Virginia, un bunker di 2,3 km² è destinato ai rappresentanti del governo e ai servizi segreti.
Il presidente americano (a sinistra) è sempre accompagnato da un capo militare che porta la valigetta nucleare (nella mano sinistra). Essa contiene i codici di lancio delle armi nucleari, un fascicolo con degli scenari strategici e una lista di bunker di sicurezza per il presidente.
Come si può vedere nel film «Independence Day», in caso di urgenza, il presidente americano e gli altri dirigenti politici e militari verrebbero evacuati da Washington a bordo di un elicottero di tipo UH-1N Huey.
Alcune torri di comunicazione particolarmente rafforzate come queste negli Appalachi in Pennsylvania, dovrebbero assicurare collegamenti in caso di attacco nucleare durante la Guerra Fredda.
Per l’equivalente di 25'000 CHF, il più comune dei mortali può assicurarsi un posto in un bunker e stabilirvisi nel caso di una catastrofe, per esempio in un vecchio bunker di munizioni dell’esercito americano vicino Edgemont, nel Dakota del Sud. La locazione è valida per 99 anni.
Il promotore Robert Vicino ha acquistato 575 bunker e prevede di farne una comunità di sopravvivenza per 5000 civili.
Nel vecchio bunker nucleare Mount Pony, la Riserva federale americana stoccava segretamente miliardi di dollari per approvvigionare di contanti i paesi dopo l’apocalisse. L’installazione è stata convertita nel 2007 in deposito per le pellicole e i file audio della biblioteca del Congresso.
Il centro di comando della difesa aerea americana è situato in un bunker nelle Montagne Rocciose. E’ stato progettato per resistere a bombe nucleari di 30 megatonnellate, ad onde d’urto elettromagnetiche, oltre che agli attacchi biologici e chimici.
Il bunker in particolare è stato messo in sicurezza con porte di 23 tonnellate.
La montagna è stata scavata per due miglia.
L’installazione è considerata come il bunker governativo più sicuro al mondo.
Ben 300 impiegati sorvegliano lo spazio aereo americano, accordando una speciale attanzione agli attentati con bomba e agli attacchi missilistici.
Durante la Guerra Fredda, è stato costruito un bunker sotterraneo destinato ad accogliere i membri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti in caso di conflitto. Una figura in cartone dell’ex presidente americano Dwight D. Eisenhower troneggia nella hall di ingresso.
Nel bunker, c’era anche una sala riunioni per i rappresentanti.
L’installazione era sufficientemente grande per accogliere i 535 eletti, ognuno accompagnato da un assistente.
Un’unità di soccorso intensiva era pronta ad accogliere i feriti.
Il bunker era in particolare dotato di camere di decontaminazione, ma ugualmente di un crematorio.
Durante la Guerra fredda, l’armata americana aveva la strategia di annientare completamente il nemico in caso di attacco nucleare. I missili detti «Peacekeeper», che potevano trasportare fino a dodici ogive nucleari, erano sorvegliati in bunker speciali.
Con il trattato di riduzione delle armi strategiche START II nel 2005, i missili «Peacekeeper» sono stati disarmati e i bunker di lancio sono stati chiusi.
Per la prima volta, il conflitto nucleare non è più un punto all’ordine del giorno: il presidente americano Donald Trump e il dirigente nordcoreano Kim Jong-un hanno celebrato il loro «storico» incontro al summit di Singapore. Il governo americano continua tuttavia a prepararsi alla sopravvivenza in caso di necessità.
Nel gergo di Washington, la «Continuity of Government» (COG) è il piano di continuità del governo americano. Dall’inizio della corsa agli armamenti nucleari negli anni 50, gli Stati Uniti hanno lavorato intensamente su scenari di sopravvivenza per l’elite politica del paese. I piani, destinati ad essere eseguiti in situazioni di emergenza nucleare, possono ugualmente essere utilizzati in caso di caduta di meteoriti, di tempeste magnetiche o di altre catastrofi naturali.
Qual è il fine del piano di continuità del governo? Anche se dovesse sopraggiungere la fine del mondo, il governo americano dovrebbe poter continuare a funzionare, aiutando i sopravvissuti e difendendo il paese contro i «nemici dell’interno e dell’esterno». Nell’attesa, i bunker segreti disseminati ai quattro angoli del paese non sono più un segreto per nessuno. Al riparo dagli sguardi indiscreti, una serie di bunker giganteschi e di torri di comunicazione restistenti ai colpi nucleari testimoniano gli sforzi del governo americano nella regione di Washington e in altre parti del paese.
Il fotoreporter Jim Lo Scalzo ha visitato diverse di queste installazioni e raccolto i suoi migliori scatti in un sorprendente libro fotografico. Le fotografie fanno venire i brividi lungo la schiena, perché mostrano un’apocalisse inquietante e tutt’altro che immaginaria. Soprattutto quando si sa che l’orologio dell’apocalisse, anche conosciuto sotto il nome di «Doomsday Clock», mostra l’orario di mezzanotte meno due dal mese di gennaio. Mai la fine dell’umanità era stata così vicina dal 1953. Speriamo che anche Donald Trump e Kim Jong-un lo sappiano.
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