A sinistra, una ricostruzione del pirata dell'aria, alias D.B. Cooper, che risale al 1971. A destra, un disegno che mostra le sembianze che avrebbe dovuto avere l'uomo, la cui identità resta ancora sconosciuta, 15 anni dopo i fatti (archivio).
Nelle memorie che ha recentemente pubblicato («D.B. Cooper & Me: A Criminal, a Spy, My Best Friend»), il veterano dell'esercito americano Carl Laurin, 84enne, afferma...
... che subito prima di morire, il suo migliore amico Walter R. Reca (qui in uno scatto del 1963) gli avrebbe confessato di essere il pirata dell'aria del 1971.
Walter Reca in compagnia della nipote Lisa McNeilley (Story il cognome da nubile), attorno al 2003. La donna ha aiutato il miglior amico di suo zio a pubblicare il libro contenente le rivelazioni.
Reca, che ha passato gli ultimi anni della sua vita a Oscoda, nel Michigan, è morto nel 2014, a 80 anni. Sulla sua lapide è inciso il ricordo del suo passato da paracadutista militare.
Nel 1980, sulle rive del fiume Columbia, nello Stato americano di Washington, un ragazzo scoprì tre mazzi di banconote da 20 dollari, i cui numeri di serie permisero di determinare che facevano parte del riscatto.
Ecco l'abbigliamento foderato che indossava D.B. Cooper quando si paracadutò da un Boeing 727 dirottato.
Walter Reca ha fatto parte dell'esercito americano e ha combattuto nella guerra di Corea.
Secondo Carl Laurin, avrebbe effettuato numerose centinaia di lanci in paracadute.
Walter Reca (a destra) era anche istruttore.
Carl Laurin (qui in una foto del 1957) e Walter Reca si erano conosciuti sotto le armi ed erano rimasti amici.
In seguito al dirottamento di tre aerei simili, tutti gli apparecchi del tipo Boeing 727 sono stati equipaggiati con un dispositivo, conosciuto negli Stati Uniti con il soprannome di «Cooper vane», che impediva l'apertura della scaletta posteriore in fase di volo.
Caso D.B. Cooper: l'identità dell'autore finalmente rivelata?
A sinistra, una ricostruzione del pirata dell'aria, alias D.B. Cooper, che risale al 1971. A destra, un disegno che mostra le sembianze che avrebbe dovuto avere l'uomo, la cui identità resta ancora sconosciuta, 15 anni dopo i fatti (archivio).
Nelle memorie che ha recentemente pubblicato («D.B. Cooper & Me: A Criminal, a Spy, My Best Friend»), il veterano dell'esercito americano Carl Laurin, 84enne, afferma...
... che subito prima di morire, il suo migliore amico Walter R. Reca (qui in uno scatto del 1963) gli avrebbe confessato di essere il pirata dell'aria del 1971.
Walter Reca in compagnia della nipote Lisa McNeilley (Story il cognome da nubile), attorno al 2003. La donna ha aiutato il miglior amico di suo zio a pubblicare il libro contenente le rivelazioni.
Reca, che ha passato gli ultimi anni della sua vita a Oscoda, nel Michigan, è morto nel 2014, a 80 anni. Sulla sua lapide è inciso il ricordo del suo passato da paracadutista militare.
Nel 1980, sulle rive del fiume Columbia, nello Stato americano di Washington, un ragazzo scoprì tre mazzi di banconote da 20 dollari, i cui numeri di serie permisero di determinare che facevano parte del riscatto.
Ecco l'abbigliamento foderato che indossava D.B. Cooper quando si paracadutò da un Boeing 727 dirottato.
Walter Reca ha fatto parte dell'esercito americano e ha combattuto nella guerra di Corea.
Secondo Carl Laurin, avrebbe effettuato numerose centinaia di lanci in paracadute.
Walter Reca (a destra) era anche istruttore.
Carl Laurin (qui in una foto del 1957) e Walter Reca si erano conosciuti sotto le armi ed erano rimasti amici.
In seguito al dirottamento di tre aerei simili, tutti gli apparecchi del tipo Boeing 727 sono stati equipaggiati con un dispositivo, conosciuto negli Stati Uniti con il soprannome di «Cooper vane», che impediva l'apertura della scaletta posteriore in fase di volo.
Si tratta del solo dirottamento d'aereo della storia degli Stati Uniti a non essere mai stato chiarito: nel novembre del 1971, un uomo si è lanciato da un Boeing 727 con un paracadute e una grossa somma in tasca. L'inchiesta, che non ha portato risultati, è stata chiusa nel 2016. Tuttavia, una recente pubblicazione potrebbe permettere di risolvere l'enigma.
Il 24 novembre 1971, a Portland, nell'Oregon, un uomo che viaggiava con il nome di Dan Cooper salì a bordo di un aereo per Seattle, città situata nel vicino Stato di Washington, nel nord-ovest degli Stati Uniti. Affermò quindi di essere in possesso di una bomba, mostrando ad una hostess una borsa con dei fili e dei cilindri rossi.
Quando l'aereo è atterrato a Seattle, il pilota ha fatto scendere i passeggeri in cambio di un riscatto di 200.000 dollari e di una serie di paracadute. Dopo aver dato ordine all'equipaggio di riprendere il volo in direzione del Messico, l'uomo si è lanciato dalla scaletta posteriore dell'aereo, ad un'altitudine di circa 3.000 metri. Non è mai stato ritrovato, né vivo né morto.
Nel 1980, sulle rive del fiume Columbia, nello Stato americano di Washington, un ragazzo scoprì tre mazzi di banconote da 20 dollari, i cui numeri di serie permisero di rivelare che facevano parte del riscatto. Questa scoperta, assieme al fatto che alcuna altra banconota sia stata ritrovata, hanno fatto pensare che il pirata, alias D.B. Cooper, possa essere morto in seguito al lancio, effettuato in piena notte, con cattive condizioni meteorologiche e con abbigliamento civile, al di sopra di una zona sconosciuta.
L'FBI resta prudente rispetto alla nuova teoria
Nelle memorie che ha recentemente pubblicato («D.B. Cooper & Me: A Criminal, a Spy, My Best Friend»), il veterano dell'esercito americano Carl Laurin, 84enne, afferma che, poco prima di morire, il suo migliore amico Walter R. Reca gli avrebbe confessato di essere il pirata del 1971. Reca, che ha passato gli ultimi anni di vita a Oscoda, nel Michigan, è morto nel 2014, a 80 anni. Secondo Laurin, avrebbe effettuato centinaia di lanci nel corso della sua carriera di paracadutista militare.
L'FBI, che ha condotto un'inchiesta e esplorato tutte le piste possibili, si è mostrata prudente rispetto alla nuova teoria. L'ufficio di Seattle ha confidato al «Washington Post» che questa nuova informazione permette certo di immaginare ipotesi plausibili, ma non costituisce in alcun caso una prova inconfutabile della colpevolezza di Walter Reca.
Dopo la chiusura dell'inchiesta, l'FBI ha dichiarato che soltanto degli elementi di prova fisici, come il paracadute o parti del riscatto, potrebbero portare ad una riapertura del dossier. Uno dei casi criminali più spettacolari degli Stati Uniti promette dunque di continuare ad essere oggetto di speculazioni, teorie del complotto e anche adattamenti televisivi, come nel caso di «Prison Break».
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