L'inquinamento al di sopra di Santiago, in Cile, il 9 luglio 2018
La banchisa nell'Artico canadese, il 27 settembre 2015
Il "Ranch Fire", uno dei numerosi incendi in California da metà luglio
Diversi potenti uragani --Harvey, Irma e Maria—hanno devastato diverse isole e regioni del mar dei Caraibi nel settembre 2017.
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Diversi potenti uragani --Harvey, Irma e Maria—hanno devastato diverse isole e regioni del mar dei Caraibi nel settembre 2017.
La transizione verso un'economia verde è più che mai urgente per la Terra, visto che l'inquinamento causato dalle energie fossili rischia di spingere il pianeta blu in una persistente e pericolosissima condizione simile a una "stufa": questo è l'allarme lanciato da alcuni ricercatori internazionali.
Se le calotte polari continueranno a sciogliersi, le foreste ad essere decimate e le emissioni di gas a effetto serra batteranno ogni anno dei record, la Terra raggiungerà un punto di non ritorno.
Uno scenario che potrebbe intervenire "solo tra alcuni decenni", hanno fatto sapere alcuni scienziati nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Superare questa soglia significa, secondo gli esperti, "una temperatura dai 4 ai 5 gradi Celsius più alta rispetto al periodo preindustriale e un livello del mare da 10 a 60 metri più alto di oggi."
Una Terra dal funzionamento simile a una "stufa"
"Una Terra-stufa è probabilmente incontrollabile e pericolosa per molti", sono queste le conclusioni degli scienziati dell'università di Copenaghen, dell'Università nazionale australiana e dell'Istituto di ricerca di Potsdam sugli effetti del cambiamento climatico in Germania.
I fiumi deborderebbero, gli uragani farebbero devastazioni sulle coste e le barriere coralline scomparirebbero – il tutto prima della fine del secolo, o forse prima. Le temperature medie mondiali supererebbero quelle di qualunque periodo interglaciale – ovvero i cicli che separano due glaciazioni- da 1,2 milioni di anni.
Lo scioglimento delle calotte polari provocherebbe da solo un incremento molto importante del livello degli oceani, inghiottendo regioni costiere in cui abitano centinaia di milioni di persone.
"Alcuni luoghi sulla terra diventeranno inabitabili se la "Terra-stufa" dovesse diventare realtà", mette in guardia Johan Rockström, direttore dello Stockholm Resilience Centre.
Punto di rottura
I ricercatori suggeriscono che il punto di rottura potrebbe essere raggiunto quando la temperatura della Terra sarà maggiore di 2 gradi a quella dell'era preindustriale.
E' già superiore di un grado e continua ad aumentare a un ritmo di 0,17 gradi per decennio. "Un riscaldamento di 2 gradi potrebbe innescare importanti elementi di rottura, aumentando così ancora di più la temperatura, che potrebbe attivare altri elementi di rottura, per un effetto domino che potrebbe portare la Terra verso temperature ancora più elevate", sostiene il rapporto.
Gli esperti temono molto anche fenomeni come gli incendi nei boschi, che si moltiplicherebbero man mano che il pianeta si riscalda e si secca.
Il metodo
Questo studio ha sfruttato alcuni precedenti lavori scientifici sui punti di rottura della Terra.
Gli scienziati hanno anche esaminato periodi lontani, come l'era del Pliocene cinque milioni di anni fa, quando il livello di CO2 nell'atmosfera era di 400 parti per milione (ppm), come oggi.
Durante il periodo del Cretaceo –l'era dei dinosauri—circa 100 milioni di anni fa, l'anidride carbonica ha persino raggiunto i 1.000 ppm, in gran parte a causa dell'attività vulcanica.
Determinare che un innalzamento di 2 gradi ¨è un punto di non ritorno" è un fatto nuovo", secondo Martin Siegert, codirettore del Grantham Research Institute on Climate Change di Londra, che non è stato coinvolto nello studio.
Come impedirlo?
È necessario cambiare immediatamente stile di vita per proteggere la terra, hanno allertato i ricercatori, spiegando che le energie fossili dovrebbero essere sostituite da fonti di energia che siano prive o con basse emissioni di CO2.
Si sostiene, in particolare, che una migliore gestione dei terreni, di migliori pratiche agricole, la protezione delle terre e delle coste o ancora lo sviluppo di tecniche di cattura della CO2, piantare alberi e fermare la deforestazione.
Ma, anche in caso di arresto di emissioni di gas a effetto serra, la tendenza attuale di riscaldamento potrebbe scatenare altri processi del sistema terrestre—chiamati retroazioni, che farebbero crescere ancora di più le temperature.
Tra questi processi ci sono lo scioglimento del permafrost, la deforestazione, l'assenza di copertura nevosa nell'emisfero nord, di banchisa e di calotte polari.
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