Con l'imminente riapertura generale alle porte, scuole comprese, sorgono dubbi e timori riguardo alla «seconda ondata epidemica» che potrebbe colpire nuovamente il territorio.
La paura è che si ripeta ciò che accadde con l'influenza spagnola di inizio Novecento, quando la seconda ondata ebbe effetti devastanti. «Il coronavirus non è la spagnola. Non ha senso fare paragoni», spiega Enos Bernasconi, responsabile del servizio malattie infettive dell'Ente Ospedaliero cantonale. «Con la rapidità nelle diagnosi e misure terapeutiche più efficaci si ottiene un minor rischio che la malattia degeneri, abbassando il tasso di mortalità», conclude Bernasconi.
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