Cinema Jason Momoa: «Nella mia famiglia ci sono molti "aquaman"»

Marlène von Arx

21.12.2018

Le donne lo trovano bollente, ma lui preferisce il freddo: Jason Momoa, l'inteprete di «Aquaman», racconta le riprese del film, che non hanno previsto l'uso di acqua. Parla poi del vero amore e del modo in cui conta di festeggiare la fine della serie «Game of Thrones».

«Aquaman» racconta la storia del supereroe aquatico omonimo della DC Comics. Alla fine del film si è ritrovato con i piedi palmati?

[Ride] No, perché in realtà non ha trascorso neppure una giornata in acqua. Abbiamo girato tutto con l'aiuto di corde e l'acqua era creata dai computer. Mi sarebbe piaciuto lavorare di più nell'acqua, perché quando la parte bassa del corpo è bloccata da una cintura di sicurezza, occorre battersi continuamente contro la gravità per evitare di cadere in avanti. Si tratta certamente della principale difficoltà incontrata durante le riprese del film: restare in orizzontale, nella posizione in cui si nuota, rendendo il tutto ben fatto...

Qual è il suo rapporto reale con gli elementi naturali? Nella serie storica «Frontiera», diffusa su Netflix, la si vede continuamente immerso nel freddo.

Io adoro il freddo! «Aquaman» e «Frontiera» illustrano perfettamente la mia infanzia: sono nato alle Hawaii e per questo il mio rapporto con l'acqua è molto forte. Nella mia famiglia ci sono molti «aquaman», come bagnini e surfisti. Non sono un asso della tavola, ma mi ci diverto molto. L'acqua per me è come una professoressa: a volte le onde me ne fanno di tutti i colori e a volte mi insegnano a rimanere paziente, ad aspettare. Ma devo dire che l'acqua dell'isola di Terranova, dove giriamo «Frontiera», è più fredda di quella dell'Islanda. Per me è stata una sorpresa.

È vero che lei ha studiato biologia marina?

Originale, no? Adoro il mare e volevo già diventare biologo marino quando ero piccolo. Ho seguito dei corsi preparatori all'università sul questo tema e durante le vacanze di primavera sono andato alle isole Keys, in Florida, per fare alcune ricerche sul posto. Per i miei studi alle Hawaii, avevo scelto biologia marina come materia principale, ma la serie «Baywatch» è passata da quelle parti e sono diventato attore.

Anche Nicole Kidman è nata alle Hawaii. Interpreta sua madre in «Aquaman». Com'è andata tra di voi? 

La scena nella quale compariamo entrambi per la prima volta è una delle più forti del film. Come attore, ho dovuto sapermi concentrare molto. Ma al contempo ero il primo ad osservarla e ho capito perché ha già vinto un Oscar. Non mi sorprenderebbe se ne vincesse un altro quest'anno. Go Ma! [ride]

Arthur, il vero nome di Aquaman, si ribella contro il ruolo di leader che gli è stato imposto. Come vede questo aspetto personalmente? Lei si considera una persona «nata leader»?

Certo, non sono un tipo riservato come Arthur. Probabilmente perché ho una famiglia. Quando si hanno moglie e figli, non si può essere riservati. Devo sapermi imporre e dar loro ciò di cui hanno bisogno. Per Arthur è diverso. Sono proprietatio di due aziende al cui interno dirigo delle persone che a loro volta mi sostengono. Credo nei miei amici e desidero coinvolgerli, affinché possano anche loro esprimere la loro creatività e la loro arte. E voglio che i miei figli vedano che ciò che faccio mi rende felice.

I suoi figli Wolf e Lola hanno dieci e undici anni. Come reagiscono al fatto che il loro papà interpreta un supereroe?

Per loro «Aquaman» non ha niente di eccezionale. Lola mi ha già accompagnato sul set di «Game of Thrones» e ha detto che le scene di combattimento le sembravano una battaglia a colpi di ketchup. Il film che li ha più entusiasmati è stato «Justice League», perché hanno potuto incontrare Batman e Wonder Woman. Il che ai loro occhi era più interessante. All'epoca, erano più piccoli e credevano davvero ai supereroi. Ma oggi potrei ispirare altri bambini nel mondo. Dopotutto, non si incontra ogni giorno un supereroe dalla doppia pelle.

Jason Momoa con sua mamma Coni, sua moglie Lisa Bonet e i figli Wolf e Lola nel corso dell'anteprima di «Aquaman», a Los Angeles.
Jason Momoa con sua mamma Coni, sua moglie Lisa Bonet e i figli Wolf e Lola nel corso dell'anteprima di «Aquaman», a Los Angeles.
Keystone

Sua madre è bianca e suo padre di origini hawaiane. Sia nel corso delle riprese che alla prima proiezione del film, a volte vi lasciate andare ad una haka. Come concilia il suo lavoro con la spiritualità dei popoli primitivi?

È una bella domanda. Non ci ho ancora pensato in verità. La storia della haka è cominciata con una sorpresa di compleanno organizzata durante le riprese. Mia moglie e i colleghi mi hanno portato su una barca e mi hanno messo in trappola, perché io odio le sorprese. Un gruppo di maori è allora arrivato davanti a me e mi ha regalato una haka tradizionale.

Da tredici anni Lisa Bonet è la sua compagna, ma vi siete sposati soltanto l'anno scorso. La vostra relazione è cambiata da quel momento?

No, per me eravamo sposati dal primo giorno, semplicemente non avevamo invitato nessuno. L'ho sempre chiamata «mia moglie». L'anno scorso abbiamo organizzato una grande festa con degli amici arrivati da tutto il mondo e abbiamo riunito nello stesso luogo le nostre due famiglie.

In un talk-show ha confidato di aver avuto un colpo di fulmine per Lisa Bonet già da ragazzo, quando lei recitava ancora ne «I Robinson». Come ha reagito sua moglie a questa rivelazione?

Oggi ne ride. Ma chiedetelo direttamente a lei. In ogni caso, quello che viviamo oggi è amore vero.

Ha citato «Game of Thrones». Nella prima stagione, interpetava Khal Drogo, capo del popolo dothraki. Si interessa ancora a ciò che accade nella serie e vuole sapere chi alla fine conquisterà il trono?

Certo! Sarò alla prima proiezione dell'ultima stagione e sosterrò i miei amici. A casa nostra è la serie preferita.

Chi vi segue su Instagram sa qual è la sua bibita preferita: con quante Guinness pensa di celebrare la fine della serie?

[ride] È difficile dirlo!

«Aquaman» è nei cinema svizzeri dal 19 dicembre.

La giornalista Marlène von Arx ha intervistato Jason Momoa.
La giornalista Marlène von Arx ha intervistato Jason Momoa.

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