CinemaJason Momoa: «Nella mia famiglia ci sono molti "aquaman"»
Marlène von Arx
21.12.2018
Jason Momoa in «Aquaman»
Jason Momoa interpreta Aquaman.
Immagine: Fox Warner
Metà uomo, metà titano, Aquaman (in questa foto con la collega Mera, alias Amber Heard) si chiama in realtà Arthur Curry.
Immagine: Fox Warner
Merita di indossare i panni di re, ruolo che ha assunto dalla nascita?
Immagine: Fox Warner
Aquaman (Jason Momoa, a sinistra) di fronte a Ocean Master (Patrick Wilson), l'attuale re di Atlantide.
Immagine: Fox Warner
Anche lei recita in «Aquaman»: Nicole Kidman interpreta la regina Atlanna.
Immagine: Fox Warner
Jason Momoa nei panni di Aquaman.
Immagine: Fox Warner
L'alleata di Aquaman: Mera (Amber Heard)
Immagine: Fox Warner
Jason Momoa in «Aquaman»
Jason Momoa interpreta Aquaman.
Immagine: Fox Warner
Metà uomo, metà titano, Aquaman (in questa foto con la collega Mera, alias Amber Heard) si chiama in realtà Arthur Curry.
Immagine: Fox Warner
Merita di indossare i panni di re, ruolo che ha assunto dalla nascita?
Immagine: Fox Warner
Aquaman (Jason Momoa, a sinistra) di fronte a Ocean Master (Patrick Wilson), l'attuale re di Atlantide.
Immagine: Fox Warner
Anche lei recita in «Aquaman»: Nicole Kidman interpreta la regina Atlanna.
Immagine: Fox Warner
Jason Momoa nei panni di Aquaman.
Immagine: Fox Warner
L'alleata di Aquaman: Mera (Amber Heard)
Immagine: Fox Warner
Le donne lo trovano bollente, ma lui preferisce il freddo: Jason Momoa, l'inteprete di «Aquaman», racconta le riprese del film, che non hanno previsto l'uso di acqua. Parla poi del vero amore e del modo in cui conta di festeggiare la fine della serie «Game of Thrones».
«Aquaman» racconta la storia del supereroe aquatico omonimo della DC Comics. Alla fine del film si è ritrovato con i piedi palmati?
[Ride] No, perché in realtà non ha trascorso neppure una giornata in acqua. Abbiamo girato tutto con l'aiuto di corde e l'acqua era creata dai computer. Mi sarebbe piaciuto lavorare di più nell'acqua, perché quando la parte bassa del corpo è bloccata da una cintura di sicurezza, occorre battersi continuamente contro la gravità per evitare di cadere in avanti. Si tratta certamente della principale difficoltà incontrata durante le riprese del film: restare in orizzontale, nella posizione in cui si nuota, rendendo il tutto ben fatto...
Qual è il suo rapporto reale con gli elementi naturali? Nella serie storica «Frontiera», diffusa su Netflix, la si vede continuamente immerso nel freddo.
Io adoro il freddo! «Aquaman» e «Frontiera» illustrano perfettamente la mia infanzia: sono nato alle Hawaii e per questo il mio rapporto con l'acqua è molto forte. Nella mia famiglia ci sono molti «aquaman», come bagnini e surfisti. Non sono un asso della tavola, ma mi ci diverto molto. L'acqua per me è come una professoressa: a volte le onde me ne fanno di tutti i colori e a volte mi insegnano a rimanere paziente, ad aspettare. Ma devo dire che l'acqua dell'isola di Terranova, dove giriamo «Frontiera», è più fredda di quella dell'Islanda. Per me è stata una sorpresa.
È vero che lei ha studiato biologia marina?
Originale, no? Adoro il mare e volevo già diventare biologo marino quando ero piccolo. Ho seguito dei corsi preparatori all'università sul questo tema e durante le vacanze di primavera sono andato alle isole Keys, in Florida, per fare alcune ricerche sul posto. Per i miei studi alle Hawaii, avevo scelto biologia marina come materia principale, ma la serie «Baywatch» è passata da quelle parti e sono diventato attore.
Anche Nicole Kidman è nata alle Hawaii. Interpreta sua madre in «Aquaman». Com'è andata tra di voi?
La scena nella quale compariamo entrambi per la prima volta è una delle più forti del film. Come attore, ho dovuto sapermi concentrare molto. Ma al contempo ero il primo ad osservarla e ho capito perché ha già vinto un Oscar. Non mi sorprenderebbe se ne vincesse un altro quest'anno. Go Ma! [ride]
Arthur, il vero nome di Aquaman, si ribella contro il ruolo di leader che gli è stato imposto. Come vede questo aspetto personalmente? Lei si considera una persona «nata leader»?
Certo, non sono un tipo riservato come Arthur. Probabilmente perché ho una famiglia. Quando si hanno moglie e figli, non si può essere riservati. Devo sapermi imporre e dar loro ciò di cui hanno bisogno. Per Arthur è diverso. Sono proprietatio di due aziende al cui interno dirigo delle persone che a loro volta mi sostengono. Credo nei miei amici e desidero coinvolgerli, affinché possano anche loro esprimere la loro creatività e la loro arte. E voglio che i miei figli vedano che ciò che faccio mi rende felice.
I suoi figli Wolf e Lola hanno dieci e undici anni. Come reagiscono al fatto che il loro papà interpreta un supereroe?
Per loro «Aquaman» non ha niente di eccezionale. Lola mi ha già accompagnato sul set di «Game of Thrones» e ha detto che le scene di combattimento le sembravano una battaglia a colpi di ketchup. Il film che li ha più entusiasmati è stato «Justice League», perché hanno potuto incontrare Batman e Wonder Woman. Il che ai loro occhi era più interessante. All'epoca, erano più piccoli e credevano davvero ai supereroi. Ma oggi potrei ispirare altri bambini nel mondo. Dopotutto, non si incontra ogni giorno un supereroe dalla doppia pelle.
Sua madre è bianca e suo padre di origini hawaiane. Sia nel corso delle riprese che alla prima proiezione del film, a volte vi lasciate andare ad una haka. Come concilia il suo lavoro con la spiritualità dei popoli primitivi?
È una bella domanda. Non ci ho ancora pensato in verità. La storia della haka è cominciata con una sorpresa di compleanno organizzata durante le riprese. Mia moglie e i colleghi mi hanno portato su una barca e mi hanno messo in trappola, perché io odio le sorprese. Un gruppo di maori è allora arrivato davanti a me e mi ha regalato una haka tradizionale.
Da tredici anni Lisa Bonet è la sua compagna, ma vi siete sposati soltanto l'anno scorso. La vostra relazione è cambiata da quel momento?
No, per me eravamo sposati dal primo giorno, semplicemente non avevamo invitato nessuno. L'ho sempre chiamata «mia moglie». L'anno scorso abbiamo organizzato una grande festa con degli amici arrivati da tutto il mondo e abbiamo riunito nello stesso luogo le nostre due famiglie.
In un talk-show ha confidato di aver avuto un colpo di fulmine per Lisa Bonet già da ragazzo, quando lei recitava ancora ne «I Robinson». Come ha reagito sua moglie a questa rivelazione?
Oggi ne ride. Ma chiedetelo direttamente a lei. In ogni caso, quello che viviamo oggi è amore vero.
Ha citato «Game of Thrones». Nella prima stagione, interpetava Khal Drogo, capo del popolo dothraki. Si interessa ancora a ciò che accade nella serie e vuole sapere chi alla fine conquisterà il trono?
Certo! Sarò alla prima proiezione dell'ultima stagione e sosterrò i miei amici. A casa nostra è la serie preferita.
Chi vi segue su Instagram sa qual è la sua bibita preferita: con quante Guinness pensa di celebrare la fine della serie?
Nulla può arrestare l'avanzata di «Black Panther». Con un cast composto (quasi) esclusivamente da attrici e attori di colore, l'adattamento cinematografico dell'omonimo fumetto domina il box-office ormai da diverse settimane. Negli Stati Uniti, l'epopea afro-futurista, con Chadwick Boseman nel ruolo del supereroe, ha già battuto gli «Avengers». Ma dove si colloca il film nella top 20 dei migliori blockbuster di tutti i tempi?
Immagine: 2018 Disney / Marvel
«Transformers 4 – L'era dell'estinzione» ha permesso a Mark Wahlberg e Nicola Peltz di scalare la top 20 nel 2014. Il quarto episodio della serie ha fatto guadagnare 1,104 miliardi di dollari alla Paramount Pictures. Si colloca al 20°posto.
Immagine: 2014 Paramount Pictures / Hasbro / Andrew Cooper
19° posto: «Skyfall» (2012). Una delle due produzioni britanniche entrare nella classifica dei 20 film più riusciti di tutti i tempi dal punto di vista commerciale. La terza missione di Daniel Craig nei panni dell'agente 007 ha generato un fatturato di 1,108 miliardi di dollari in tutto il mondo.
Immagine: Fox
18° posto: «Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re» (2003). Il viaggio di Frodo (Elijah Wood) nella Terra di Mezzo ha generato una piccola fortuna. L'ultimo capitolo della trilogia tratta dai romanzi di ha incassato 1,119 miliardi di dollari.
Immagine: 2003 New Line Productions
17° posto: «Transformers 3» (2011). Il capitolo più riuscito della saga «Transformers» è senz'altro il terzo con un incasso di 1,123 miliardi di dollari. Del resto la sexy Rosie Huntington-Whiteley deve essere entrata a far parte del cast per una ragione!
Immagine: 011 Paramount Pictures / Hasbro
16° posto: «Captain America: Civil War» (2016). Eroe infallibile, Captain America (Chris Evans) si trova ad affrontare grandi sfide, che vince in maniera magistrale. Questo film firmato Marvel ha guadagnato 1,153 miliardi di dollari.
Immagine: Marvel 2016 / Disney
15° posto: «I Minions» (2015). I piccoli aiutanti di Gru in «Cattivissimo Me», hanno eclissato (quasi) tutti nelle loro «personali» avventure. Con 1,159 miliardi di dollari di incasso, il film «I Minions» è il secondo maggior successo commerciale di tutti i tempi nella categoria animazione.
Immagine: Universal Pictures / Illumination Entertainment
14° posto: «Iron Man 3» (2013). Robert Downey Jr. ha avuto senz'altro di che rallegrarsi. Il terzo capitolo di «Iron Man» non è stato da meno dei capitoli precedenti. Gli incassi si sono infatti attestati a 1,214 miliardi di dollari.
Immagine: Concorde
«Fast & Furious 8» (2017): l'ultimo capitolo al 13° posto! A tutt'oggi, l'ultimo episodio di «Fast & Furious» ha incassato 1,236 miliardi di dollari. Tuttavia, pur con un simile risultato, è soltanto il secondo più grande successo della serie.
Immagine: Universal
12° posto: «Black Panther» (2018). Con un incasso che si aggira attorno ai 630,9 milioni di dollari, la pellicola, considerata il cinecomic più riuscito di sempre, negli Stati Uniti ha già spodestato dal trono gli «Avengers». Al box-office internazionale, il gruppo di supereroi di colore si colloca comunque ai piani alti della classifica. Ma è improbabile che «Black Panther» si accontenti di fermarsi a 1,237 miliardi di dollari.
Immagine: 2018 Disney / Marvel
«La Bella e la Bestia» (2017): l'adattamento cinematografico con attori in carne e ossa della favola dei Grimm si è rivelato un'autentica gallina dalle uova d'oro. La performance danzante di Emma Watson e Dan Stevens ha fruttato 1,263 miliardi di dollari. Una cifra sufficiente per aggiudicarsi l'11° posizione per diverso tempo?
Immagine: 2016 Disney
«Frozen» (2013): l'incasso di 1,276 miliardi di dollari ha senz'altro riempito d'orgoglio i produttori della Disney. Nessun altro film di animazione ha mai conosciuto un simile successo commerciale. «Frozen» si aggiudica così il 10° posto!
Immagine: Disney
9° posto: «Star Wars: Gli ultimi Jedi» (2017). L'Impero colpisce anche al box-office: Daisy Ridley e i suoi colleghi di «Star Wars» hanno permesso alla produzione di guadagnare 1,332 miliardi di dollari nel 2017.
Immagine: 2017 Lucasfilm Ltd. / Disney
8° film, 8° posto: «Harry Potter e i doni della morte, 2° parte» (2011). Rupert Grint (a sinistra), Emma Watson e Daniel Radcliffe hanno tutte le ragioni di sorridere. La saga di «Harry Potter» ha avuto un incredibile successo al cinema. L'ultimo capitolo è quello che ha incassato di più: 1,341 miliardi di dollari.
Immagine: Getty Images
«Avengers: Age of Ultron» (2015): ovunque si trovino, c'è azione: armati di scudo e martello, Captain America (Chris Evans, a sinistra) e Thor (Chris Hemsworth) continuano a combattere i cattivi. Il risultato: 1,405 miliardi di dollari di incasso nei cinema di tutto il mondo e una bella 7a posizione nella classifica.
Immagine: Disney / Marvel / Jay Maidment
«Fast & Furious 7» (2015) si piazza in 6a posizione: la morte accidentale di Paul Walker durante le riprese ha conferito un lato tragico al settimo capitolo della saga che, con un incasso di 1,516 miliardi di dollari al box-office, è stato quindi anche il maggior successo della serie.
Immagine: Universal
5° posto: «Avengers» (2012). Salvatori di fama internazionale: la prima apparizione in gruppo degli «Avengers» sul grande schermo (da sinistra a destra: Jeremy Renner, Chris Evans e Scarlett Johansson) ha incassato di 1,518 miliardi di dollari.
4° posto: «Jurassic World» (2015). Ancora più grossi, ancora più feroci, con ancora più denti e incassi ancora più alti del suo celebre predecessore «Jurassic Park». I dinosauri cattivi hanno fatto guadagnare 1,671 miliardi di dollari alla Universal.
Immagine: Universal
3° posto: «Star Wars: Il risveglio della Forza» (2016). 2,068 miliardi di dollari: Daisy Ridley e John Boyega sono i protagonisti del capitolo di «Star Wars» di maggior successo di tutti i tempi. Ma se si tiene conto «dell'inflazione», la situazione è diversa. Da questo punto di vista, il primo «Star Wars», uscito nel 1977, si piazza in cima alla classifica.
Immagine: 2015 Lucasfilm Ltd. & TM / Disney
«Titanic» (1997): Con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet e un transatlantico che affonda, la Twentieth Century Fox ha conosciuto enormi guadagni: ben 2,187 miliardi di dollari. Una cifra che ha permesso al film di James Cameron di rimanere a lungo al primo posto della classifica. Dodici anni dopo, lo stesso regista ha scalzato il proprio film dal podio con …
Immagine: Twentieth Century Fox
… «Avatar» (2009): un successo dovuto probabilmente alla curiosità nei confronti della tecnologia 3D, assolutamente nuova all'epoca. La prodezza tecnica di James Cameron, un pioniere nel suo genere, ha incassato 2,788 miliardi di dollari. Sam Worthington e Zoe Saldana possono oggi vantarsi di aver recitato nel film di maggior successo commerciale di tutti i tempi. Anche se, nella pellicola, li si riconosce a stento...
Lo spettatore, questo sconosciuto: da quando il cinema esiste, Hollywood cerca di capire ciò che interessa maggiormente il pubblico. E dopo tutti questi anni, succede ancora di fare un buco nell'acqua. Ecco i 20 più grandi flop della storia del cinema – ordinati in funzione dell'inflazione.
Immagine: Disney
Posizione n°20: anche un film che ha incassato 260,5 milioni di dollari può rivelarsi un enorme flop. Per esempio nel caso in cui siano stati spesi circa 250 milioni di dollari solo per le riprese. Ricavi a zero, allora? Peggio ancora, gli esperti stimano che Disney abbia speso tra i 100 e i 200 milioni di dollari supplementari per promuovere «The Lone Ranger » (2013). Le perdite economiche del western si situano nello stesso ordine di idee. Non basta avere tra i protagonisti Johnny Depp (a sinistra) per fare il pieno al botteghino.
Immagine: Disney Enterprises / Jerry Bruckheimer / Peter Mountain
Posizione n°19: Ne «Il 13º guerriero» (1999), le perdite si attestano tra i 69 e i 129 milioni di dollari – allora perché si dice che l'epopea storica con Antonio Banderas sia stata un fallimento maggiore rispetto a «Lone Ranger»? Risposta: l’inflazione. Questa differenza tra 69 e i 129 milioni di dollari, infatti, corrisponde oggi a una perdita da 101 a 190 milioni.
Immagine: Concorde
Posizione n°18: Keanu Reeves ha avuto la fortuna che «John Wick» fosse già in saccoccia allorché «47 Ronin» è uscito nelle sale nel 2013. Altrimenti, non avrebbe mai avuto il ruolo che gli ha fatto raggiungere il successo un anno più tardi: nei calcoli più ottimistici, il film epico sui samurai «47 Ronin» ha avuto perdite per 103 milioni.
Immagine: Universal
Posizione n°17: che i codici Navajo siano molto rari sullo schermo di Nicolas Cage in un film che ripercorre la storia dei codificatori radio Navajo può succedere. Che un'epopea di 120 milioni di dollari come «Windtalkers» (2002) arrivi al quarto posto nella lista dei «dieci film di guerra più erronei dal punto di vista storico», passa ancora. Ma che in più accusi perdite che si attestano a circa 103 milioni di dollari secondo i calcoli attuali, è davvero un po' troppo.
Immagine: Fox
Posizione n°16: con un budget di 81 milioni di dollari spesi, ben 484,6 milioni di dollari di incassi: nel 2003, «Una settimana da Dio» con Jim Carrey come protagonista, era stato un grande successo al botteghino. Al contrario, il suo sequel «Un'impresa da Dio», uscito quattro anni dopo, è stato un vero e proprio fiasco: la sceneggiatura (con Steve Carrell trasformato in un Noè moderno per 175 milioni di dollari) ha incassato solo l'equivalente delle spese di produzione. In compenso, Universal Studios ha dovuto sborsare una bella cifra per le spese di marketing, che, riviste secondo i tassi di inflazione, si elevavano a 104 milioni di dollari.
Immagine: Universal Pictures / CafeFX
Posizione n°15: sarebbe ingiusto che «Battaglia per la terra» (2000) non figuri nella lista dei più grossi fallimenti del mondo al box-office. Dopotutto, questo fiasco della fantascienza da 100 milioni di dollari adattato dal romanzo di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, ha ricevuto un totale di nove Razzie Awards, compreso il peggior film del decennio. E' a giusto titolo che gli spettatori hanno trattato con disprezzo il film con John Travolta. Risultato: perdite per 104 milioni di dollari.
Immagine: Concorde
Posizione n°14: «L'uomo del giorno dopo», un film senza un domani. Questo dramma che evoca la fine del mondo è costato 80 milioni di dollari. Nel 1997, Kevin Costner aveva in mente l'idea di proseguire nella caccia agli Oscar cominciata così bene grazie a «Balla coi lupi». Un grave errore: il film ha incassato solo 20 milioni di dollari, raccogliendo critiche pesantissime e una montagna di debiti, pari a 107 milioni, secondo il valore attuale del dollaro.
Immagine: Getty Images / Hulton Archive
Posizione n°13: nel 2011, Disney ha investito 150 milioni di dollari nell'adattamento cinematografico del libro per bambini «Milo su Marte»: risultato, uno spettacolo in 3D molto riuscito per gli occhi. Ma a livello intellettuale ed emozionale, niente di interessante: il film di animazione è stato un flop gigantesco e ha incassato soli 39 milioni di dollari in tutto il mondo. Secondo le stime degli esperti, le perdite dovrebbero attestarsi almeno a 109 milioni di dollari.
Immagine: Disney
Posizione n°12: il termine « Monster Trucks» ha acquisito tutto il suo senso nell'omonimo film uscito nel 2016: un mostro che ha trovato casa nel 4x4 sovradimensionato di un liceale e che intraprende una serie di avventure insieme a lui. Ma cosa c'è di così straordinario? Che la società Paramount abbia immaginato per un istante di poter guadagnare denaro con questo film: lo studio ha investito 125 milioni di dollari nella produzione e ha subito perdite mostruose di circa 113 milioni di dollari.
Immagine: Paramount Pictures
Posizione n°11: se si guardano le cifre in maniera decontestualizzata, «La caduta dell’Impero romano» (1964) si presenta piuttosto bene: le perdite del film in costume si elevavano solo a 14,3 milioni di dollari. Ma questo accadeva in un'epoca in cui il budget del film, 18,4 milioni di dollari, era di per sé astronomico. Oggi, i 14,3 milioni corrispondono a 113 milioni di dollari. Non stupisce che il produttore Samuel Bronston abbia dichiarato fallimento.
Immagine: WVG Medien
Posizione n°10: come regola generale, un film di animazione Disney è sempre un valore sicuro. Però nel caso de «Il Pianeta del Tesoro», una versione trasposta nello spazio del classico «L'Isola del tesoro», i realizzatori de «La sirenetta» John Musker e Ron Clements hanno fatto un vero fiasco nel 2002 – con 116 milioni di dollari di perdite, trasposti nel valore attuale. E questo, malgrado le critiche positive, la nomination agli Oscar e un'importante campagna di marketing.
Immagine: Disney
Posizione n°9: grande casting, grande umiliazione. Nella commedia « Amori in città... e tradimenti in campagna » (2001) Andie MacDowell e Warren Beatty (foto) condividevano la scena con Diane Keaton, Goldie Hawn, Charlton Heston e Josh Hartnett. ll budget di 90 milioni di dollari sembrava ben investito. Ma poiché il film ha registrato soltanto 10,4 milioni di incassi, le perdite globali si sono elevate a circa 85 milioni di dollari, che corrispondono a 117 milioni di oggi.
Immagine: Studiocanal
Posizione n°8: Supernova (2000). «Supernova» fu un tale flop che nessuno voleva avere a che fare con questo film: né il pubblico, né i registi. I registi? Sì, avete capito proprio bene: poiché Walter Hill aveva abbandonato la produzione in seguito a una controversia, Jack Sholder ha preso il testimone prima di passare la mano a Francis Ford Coppola. In fin dei conti, nessuno di loro ha voluto apporre la propria firma sulla locandina di questo film di fantascienza. Oggi, la responsabilità della perdita di 118 milioni di dollari è imputata a un certo Thomas Lee.
Immagine: Metro-Goldwyn-Mayer
Posizione n°7: avrebbe dovuto essere una versione moderna di «Top Gun», ma invece il film è stato un vero e proprio crac intellettuale e finanziario: nel 2005, « Stealth - Arma suprema» è stato un fiasco totale sia alla critica che al box-office: con 135 milioni di dollari, il budget di questo film sui piloti è stato quasi pari alla montagna di debiti che ha seppellito gli aerei high-tech utilizzati per le riprese, ovvero 120 milioni di dollari.
Immagine: Sony
Posizione n°6: nel 1960, John Wayne incarnava l'eroe popolare americano Davy Crockett. 44 anni più tardi, è stato girato ad Hollywood un nuovo film sulla battaglia di «Alamo». E' stato ben accolto dalla critica, in particolare il nuovo attore Billy Bob Thornton. Ma il pubblico aveva apparentemente altro da vedere, piuttosto che l'ennesimo film sulla battaglia di Alamo: il film ha subito perdite per 122 milioni di dollari.
Immagine: Buena Vista
Posizione n°5: quando un progetto di film è fallito già per tre volte, voi potete a) abbandonarlo o b) investire 264 milioni di dollari e incrociare le dita. Nel caso di «John Carter» (2012), Disney ha optato per la seconda soluzione e ha fatto esplodere il budget con 100 milioni in più per la pubblicità. Gli ottimisti stimano che lo studio abbia così perso 130 milioni di dollari, i pessimisti invece parlano di 213 milioni. Qualunque sia la cifra, il proprietario dello studio dell’epoca, Rich Ross, ha abbandonato il suo incarico.
Immagine: 2011 Disney / John Carter Erb Inc.
Posizione n°4: il film di fantascienza «Final Fantasy» (2001), interamente realizzato con animazioni al computer, è costato più di 130 milioni di dollari. E secondo le stime oggi, le perdite subite nel 2001 dalla saga basata sul successo dell'omonimo videogioco, sono altrettanto elevate. 150 artisti digitali e 20 professionisti dell'animazione virtuale hanno creato una meraviglia visiva che però difettava di anima e di emozione.
Immagine: Columbia TriStar
Posizione n°3: il cartone animato «Titan A.E.» è passato per voi completamente inosservato? Non siete i soli: il film di animazione di fantascienza uscito nel 2000 ha incassato solo 36,8 milioni di dollari, mentre il budget è stimato tra i 75 e i 90 milioni di dollari. Vero e proprio disastro finanziario, il film ha portato alla chiusura dello studio di animazione della Fox. Va sottolineato che le perdite equivalevano a 142 milioni di dollari attuali.
Immagine: Fox
Posizione n°2: Vi siete già chiesti perché prima di «Pirati dei Caraibi», non si giravano quasi più film sui pirati? E' stato a causa di «Corsari» (1995), il più grosso flop della storia del cinema a quel tempo: i costi di produzione si sono attestati a 98 milioni di dollari, per 18 milioni di incassi. Con la pubblicità e tutto il seguito, la società di produzione Carolco ha gettato 89 milioni di dollari alle ortiche, cosa che corrisponde a circa 143 milioni di dollari oggi. Poco tempo dopo, la protagonista Geena Davis ha divorziato dal regista Renny Harlin, che era anche suo marito: è stato un fallimento su tutta la linea.
Immagine: Getty Images / Hulton Archive
Posizione n°1: la realizzazione di «Sinbad: la leggenda dei sette mari» è costata circa 60 milioni di dollari e il film di animazione, uscito nel 2003, ha incassato leggermente di più. Ma era ben lontano dall'essere sufficiente: in totale, in questo progetto sono stati irrimediabilmente persi 125 milioni di dollari, cosa che corrisponde oggi a una cifra di 166 milioni di dollari. Il progetto Dreamworks è dunque considerato il più grande buco nell'acqua della storia del cinema. «Penso che l'idea di trasformare una storia tradizionale in cartone animato appartenga ormai al passato», ha concluso il regista Jeffrey Katzenberg, che in seguito ha completamente voltato le spalle ai film di animazione.
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