Svizzera«Non esistono orsi problematici, sono le persone il problema»
Silvana Guanziroli
26.10.2018
Un orso si è trasferito nella regione del San Gottardo, con grande disappunto da parte degli allevatori. David Bittner, esperto di questi animali, pensa però che i problemi arrivino in realtà dagli uomini.
Gli allevatori del Canton Uri sono sfiniti. Secondo loro, un orso ha attaccato cinque pecore l'11 agosto nel Göscheneralp. Ne ha uccise due e ferite altre tre in modo talmente grave che le si è dovute abbattere il giorno dopo.
Per provare quato affermano, hanno installato una macchina fotografica nascosta. E in effetti, alcuni giorni dopo, l'orso si è avvicinato di nuovo al gregge. Da quel momento la questione è stata affrontata dalle autorità del Cantone.
L'esperto di orsi David Bittner sospetta che l'orso in questione sia l'animale identificato con la sigla M29. «Si tratta di un giovane maschio che la scorsa estata ha rappresentato il primo orso a tornare nel Canton Berna da 190 anni, riportando un po' di natura selvatica», ha spiegato a «Bluewin».
La Svizzera abbatte gli orsi problematici
Non è la prima volta che un orso causa dei problemi in Svizzera. Nel 2013, un maschio di due anni chiamato M13 si era trasferito nell'Engadina dall'Italia. Fin dall'inizio, l'animale non ha mostrato timidezza verso gli esseri umani, ed è diventato un orso problematico. Dal momento che si era avvicinato più volte a delle zone abitate, nel novembre dello stesso anno è stato ucciso con dei colpi d'arma da fuoco.
Da allora, coloro che in Svizzera si oppongono agli orsi affermano che il Paese è semplicemete troppo piccolo per ospitare dei predatori selvaggi. L'orso del Göscheneralp farà la stessa fine di M13?
Gli allevatori rinuciano a proteggere il bestiame
L'esperto della materia Bittner, però, non vuole sentire parlare di spazi troppo ristretti: «Malgrado la densità della popolazione nelle aree rurali - osserva - la Svizzera dispone comunque di un habitat naturale, in particolare nelle regioni montagnose, nel quale gli orsi e i lupo possono essere presenti senza problemi. Se lo si vuole, è possibile immaginare una coesistenza, un vivere insieme in modo pacifico».
Bittner critica il comportamento dei contadini: «Non penso che il termine "orsi problematici" o "orsi minacciosi" renda giustizia a questi affascinanti animali selvatici. Siamo noi, gli esseri umani, che fatichiamo ad adattarci a queste creature intelligenti a causa dei nostri cattivi comportamenti. Ad esempio non proteggendo il nostro bestiame».
In Svizzera, circa 300 tra pecore e capre sono state massacrate quest'anno. In particolare ad opera del lupo. L'orso, al contrario, è prevalentemente erbivoro e di solito non viene attratto dalle tracce di carcasse.
In caso di contatto con un orso, ecco come è bene comportarsi:
- Fate rumore quando passeggiate: gli orsi evitano gli umani.
- Se incontrate un orso, rimanete calmi. Se l'animale non vi ha visti, ripartite in modo silenzioso.
- Se l'animale vi ha individuati, fermatevi. Alzatevi in piedi e rivolgetevi a lui in modo calmo.
- Evitate i movimenti scattosi e non gridate.
- Non andate mai via correndo! Fate marcia indietro lentamente. Occorre che capisca che non siete un pericolo.
- Se l'orso si avvicina in modo aggressivo, dovete rimanere assolutamente immobili. Evitate di guardarlo negli occhi.
- Se l'orso vi attacca, sdraiatevi sulla pancia, con le gambe aperte, le braccia sopra testa e collo, e fingetevi morti. L'orso perderà rapidamente interesse e se ne andrà. Si tratta in effetti di un erbivoro.
Perché gli animali dello zoo di Buenos Aires devono soffrire?
Perché gli animali dello zoo di Buenos Aires devono soffrire?
La femmina di orangotango Sandra all'interno dell'ecoparco di Buenos Aires, la capitale argentina. I recenti decessi avvenuti nel vecchio zoo hanno suscitato l'indignazione degli animalisti.
Immagine: Keystone
Shaki (a destra, con il suo piccolo Ciro) aveva 18 anni quando è morta — decisamente troppo pochi per una giraffa. Allo stato brado questi animali possono raggiungere anche i 25 anni. Il veterinario Guillermo Wiemayer, che ha lavorato nel vecchio zoo per più di dieci anni, afferma: «Aveva ancora molti anni davanti a sé». L'autopsia ha rivelato un'ulcera gastrica con conseguente peritonite.
Immagine: Keystone
Lo zoo in questione fu innaugurato nel 1875 nella periferia di Buenos Aires, in una zona relativamente tranquilla.
Immagine: Keystone
In seguito, tuttavia, la metropoli si è sviluppata e lo zoo si è ritrovato impregionato in mezzo ad un dedalo di strade molto trafficate. Il rumore dei clacson e delle frenate ha finito per invadere le gabbie degli animali.
Immagine: Keystone
Il rimprovero degli animalisti nei confronti del comune: la trasformazione di questo zoo vecchio di 140 anni in un ecoparco meno costoso e il trasferimento della maggior parte dei 1500 animali et le transfert de la majeure partie des 1500 in un centro di protezione sono stati caratterizzati da un'organizzazione disastrosa.
Immagine: Keystone
In una delle lettere di protesta, un'alleanza di più di una dozzina di gruppi ambientalisti e organizzazioni veterinarie si è lamentata dello "stato di abbandono" in cui versa l'infrastruttura.
Immagine: Keystone
Dal 2016 sul posto sono morti circa 200 animali,…
Immagine: Keystone
... come la mamma della giraffa Ciro, che ora si ritrova da sola nel suo recinto.
Immagine: Keystone
Anche questo rinoceronte ha visto morire recentemente un suo simile: Ruth.
Immagine: Keystone
L'addestratore Mariano Narvaez si prende cura dell'elefante africano Pupy.
Immagine: Keystone
«Qui, più di 130 persone si occupano del benessere degli animali», precisa il responsabile del progetto municipale Gonzalo Pascual. «L'ecoparco è l'unico parco al mondo a disporre di personale per ogni animale.»
Immagine: Keystone
«Prima della morte della giraffa e del rinoceronte, il benessere degli animali non era mai stato messo in dubbio», spiega Gonzalo Pascual.
Immagine: Keystone
Nel parco si sta progettando la creazione di moduli di apprendimento interattivo, spazi verdi e alloggi per animali che non possono essere trasferiti.
Immagine: Keystone
I responsabili municipali dell'ecoparco, come viene attualmente chiamata la struttura, sottolineano i miglioramenti apportati di recente.
Immagine: Keystone
Inoltre il sito di 18 ettari è stato chiuso al pubblico per ridurre lo stess degli animali.
Immagine: Keystone
Al momento circa 430 animali sono stati trasferiti.
Immagine: Keystone
Fra questi, due grizzly, tre alligatori e un'iguana sono stati accolti da zoo e centri di protezione americani.
Immagine: Keystone
Alcuni impiegati del comune hanno riconosciuto che la chiusura dello zoo si sta rivelando più complicata del previsto.
Immagine: Keystone
Sono state quindi adottate nuove leggi per consentire il trasferimento degli animali.
Immagine: Keystone
Gli esperti temono che gli animali, tanto abituati allo zoo, non sopravvivano al trasferimento.
Immagine: Keystone
Alcuni di essi non sono stati trasgeriti anche per ragioni logistiche: erano infatti troppo imponenti per essere trasportati.
Immagine: Keystone
Ormai, nell'ecoparco, i visitatori troveranno soltanto un leone solitario che insegue la sua coda.
Immagine: Keystone
Riuscite a scovare gli animali nascosti in queste immagini?
Riuscite a scovare gli animali nascosti in queste immagini?
Non sono affatto visibili al primo sguardo: numerosi animali hanno messo a punto dei metodi elaborati per sfuggire alla vista di tutti. Questo geco si è perfettamente mimetizzato nell’albero.
Immagine: Dukas
Soltanto pietre in questo paesaggio deserto? Guardate ancora una volta attentamente…
Immagine: Dukas
… altrimenti, questo leopardo potrebbe inseguirvi.
Immagine: Dukas
Oltre al loro talento per il mimetismo, i leopardi sono anche molto abili nel nascondere le loro prede agli invidiosi.
Immagine: Dukas
Così, la mamma leopardo e il suo piccolo si riservano questo impala per un secondo momento. La carne lasciata appesa ha un gusto migliore.
Immagine: Dukas
Anche i gufi sono degli assi del mimetismo animale. Siete in grado di trovare l’uccello?
Immagine: Dukas
Questo gufo è un po' più facile da trovare.
Immagine: Dukas
Avete l’impressione di essere osservati?
Immagine: Dukas
Avete ragione: questa otarda di Macqueen si nasconde nella prateria e guarda attentamente chi passa da qui.
Immagine: Dukas
Anche se si nasconde abbastanza bene sotto le piante acquatiche, questo coccodrillo è piuttosto visibile in primo piano.
Immagine: Dukas
È comprensibile aver paura in questo caso: nascosto sotto la sabbia dei fondali marini, questo pesce dall’aspetto bizzarro scruta le sue prede.
Immagine: Dukas
Molti animali sono, per loro stessa natura, degli assi della mimetizzazione, in grado di rendersi praticamente invisibili ai nostri occhi. Come accade in questa foto. Ma prima di cercare chi si nasconde qui, ecco qualche altra foto per riscaldarvi.
Immagine: Dukas
Cominciamo da qualcosa di molto semplice: in mezzo all'erba alta, questo gufo curioso passerebbe quasi inosservato se chiudesse i suoi grandi occhi gialli.
Immagine: Dukas
Sott'acqua i sommozzatori possono ammirare i pesci più colorati del mondo. Ma per scorgere questo halibut occorre guardare con attenzione.
Immagine: Dukas
Nient'altro che una moltitudine di pietruzze? Vi sbagliate di grosso! Una vipera perfettamente mimetizzata si nasconde lì in mezzo.
Immagine: Dukas
Questo esemplare fermo proprio davanti ai nostri occhi è una Rhinella margaritifera.
Immagine: Dukas
Questo vi sembra troppo difficile? Ciò significa che l'operazione di mimetizzazione di questo rospo comune ha funzionato alla perfezione.
Immagine: Dukas
Se avete paura dei ragni, passate oltre. Troppo tardi? Peccato!
Immagine: Dukas
Per premiarvi, ecco la soluzione della prima fotografia: questa pantera delle nevi dimostra che anche gli animali di grossa taglia possono mimetizzarsi perfettamenten con l'ambiente circostante.
Immagine: Dukas
Questo animaletto è un insetto stecco. Non servono spiegazioni: la creaturina si distingue appena dal tronco al quale è aggrappata.
Immagine: Dukas
Anche la corteccia di questo tronco nasconde qualche sorpresa. Se si guarda con attenzione, si può distinguere un geco dalla coda a foglia.
Immagine: Dukas
L'avete trovato? Ormai scovare questo agama atra dovrebbe essere un gioco da ragazzi per voi.
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