Cinema/Danza Prima ballerina e mamma in «Becoming Giulia» di Laura Kaehr

sifo, ats

6.4.2023 - 09:08

Il documentario «Becoming Giulia» della regista ticinese Laura Kaehr è un'incursione nella vita di Giulia Tonelli, neomamma e prima ballerina del Teatro dell'Opera di Zurigo, fra ritorno sul palco e ambizioni. Keystone-ATS ne ha discusso con la regista.

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Laura Kaehr è lei stessa ballerina professionista e il suo approccio è quindi sia quello di una che di danza se ne intende sia di regista. Ossia una combinazione di queste due arti, cinema e danza. «Non è un caso essendo cresciuta a Locarno e Cannes, due città del cinema», dice Kaehr in un'intervista a Keystone-ATS.

Danza e cinema

Kaehr, nata a Locarno nel 1978, inizia balletto classico a 3-4 anni, a 13 anni lascia il Ticino per frequentare il Centre de Danse Rosella Hightower a Cannes. «Non volevo smettere gli studi perché sapevo che la carriera di una ballerina è corta», dice. A quei tempi in Svizzera non esisteva un liceo che permettesse di seguire uno sport d'élite, da cui la partenza per un internato all'estero.

Dopo aver danzato a Cannes, Montecarlo, San Francisco e all'Opera di Zurigo, la sua carriera di ballerina prende fine nel 2008 durante una collaborazione con il coreografo belga Jan Fabre, attualmente in prigione per molestie sessuali. Da lì è vieppiù maturata la voglia di raccontare le storie a modo suo, dice, e per questa ragione si iscrive all'Alta scuola delle arti di Zurigo (ZHdK) diplomandosi in regia e arte interdisciplinare.

«Nel corso della mia carriera ho incontrato donne incredibili, come Rosella Hightower, la prima nativa americana a diventare una prima ballerina», afferma Kaehr.

Prima ballerina e mamma

«Becoming Giulia» è un documentario senza filtri esterni, lo sguardo e la voce sono quelli dell'italiana Giulia Tonelli, classe 1983, neomamma ma anche e soprattutto ballerina professionista.

Quattro mesi dopo aver dato alla luce il piccolo Jacopo, Giulia fa ritorno sul palco del Teatro dell'Opera di Zurigo in «Romeo e Giulietta» di Christian Spuck. Un ritorno, per quanto atteso, non sempre evidente, fra aspettative sul posto di lavoro, l'organizzazione che richiede avere un bambino piccolo e i dolori muscolari.

Giulia non nasconde la sua frustrazione, tristezza o felicità a seconda della situazione. L'emozione è palpabile quando danza. Per nessuna madre il ritorno al lavoro è semplice, per una ballerina forse lo è ancora meno data l'importanza che il corpo ha in questa professione.

Autenticità e sincerità

Prima di girare il documentario, lei e Giulia Tonelli non avevano un rapporto di amicizia, spiega Kaehr, questo si è instaurato dopo. Nonostante ciò dal film scaturisce uno sguardo molto autentico e sincero sulla vita della prima ballerina.

Questo è dovuto anche «alla grande personalità di Giulia», dice la regista, aggiungendo che «è una persona molto in chiaro su quello che vuole e le sue ambizioni». «Giulia ha la qualità di dirigere, ha l'energia e la forza», prosegue.

Kaehr, avendo familiarità con l'ambiente dell'Opera di Zurigo, ha potuto inserirvisi facilmente con la telecamera, senza dare nell'occhio e instaurando un rapporto di fiducia con le ballerine, visto il suo passato in quanto tale.

«Abbiamo fatto 350 ore di riprese e il montaggio, nella mia casa in Valle Verzasca, è durato un anno e mezzo», spiega aggiungendo che quando si fa un documentario «non ci sono scorciatoie». «Le riprese hanno potuto continuare anche durante la pandemia visto che eravamo massimo in cinque», precisa.

Ambiente maschilista

Il mondo della danza è un ambiente patriarcale, sono poche le donne alla testa di compagnie di danza e di balletti, dice la regista. Ai tempi delle riprese, avvenute fra il 2019 e il 2021, non era ancora noto che la coreografa britannica Cathy Marston, che appare anche nel film, sarebbe diventata la nuova direttrice del balletto di Zurigo a partire dalla stagione 2023/2024. «Un cambiamento positivo», afferma Kaehr.

Nel documentario è palese come l'atteggiamento dei coreografi uomini sia diverso da quello delle donne, Marston porta con sé una comprensione e una sensibilità femminile, capendosi subito con Giulia. A questo proposito Giulia ammira la stessa Marston, che madre di due figli, dopo la carriera di ballerina è diventata una coreografa internazionalmente nota. Una posizione a cui potrebbe un giorno aspirare lei stessa: il film si chiude con una coreografia che Giulia ha preparato con una collega ballerina. «Becoming Giulia» si è aggiudicato il premio del pubblico allo Zurich Film Festival.

Kaehr, che è attivista femminista nel mondo del cinema, ha anche una piccola casa di produzione, Cat People Films, basata in Ticino. Da Zurigo, dove vive, torna spesso e volentieri nel locarnese, a Minusio, dove è cresciuta e dove vivono i genitori, nonché nella sua casa sopra a Vogorno.