"È la scuola la principale vittima dei tanti veti incrociati che hanno affossato la proposta con un chiaro e tendo 56,7% di no".
Lo scrive Matteo Caratti su "La Regione" definendo il risultato delle urne "una bocciatura che brucia". "Il voto negativo è la pietra tombale sulla riforma in gestazione dal 2013, che non vedrà quindi mai la luce", scrive invece Gianni Righinetti sul Corriere del Ticino. A lasciare l'amaro in bocca - conclude - è la partecipazione al voto: solo un 40%. "Il disinteresse c'è parzialmente stato e questo deve interrogare favorevoli e contrari" perché "occorrerà rimboccarsi le maniche per trovare altre soluzioni".
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