ZurigoSparatoria a Wallisellen, l'autore avrebbe rapito Christoph Berger
bt, ats
8.4.2022 - 19:56
Il 38enne tedesco morto mercoledì sera a Wallisellen (ZH) in uno scontro a fuoco con la polizia, nel quale ha perso la vita anche la sua compagna, avrebbe rapito la settimana scorsa il presidente della Commissione federale delle vaccinazioni (CFV) Christoph Berger.
Keystone-SDA, bt, ats
08.04.2022, 19:56
08.04.2022, 21:01
SDA
Due fonti indipendenti ben informate hanno confermato a Keystone-ATS la notizia, riportata dai giornali del gruppo Tamedia.
Il rapimento, riferisce il Tages-Anzeiger, risale allo scorso 31 marzo, ma non si sa esattamente dove sia successo. Il presunto autore, che risiedeva proprio a Wallisellen, avrebbe tenuto prigioniero per ore Berger, minacciandolo con un'arma e poi liberandolo la sera stessa. La polizia ha confermato che il tedesco è coinvolto in questo episodio, ma non ha fatto nomi né tanto meno menzionato il presidente della CFV.
Contattato stasera da Keystone-ATS, il Ministero pubblico zurighese non ha voluto né smentire né confermare questa ricostruzione. Berger non era invece raggiungibile per un commento.
Il movente è ancora ignoto
Il movente è ancora ignoto. Quello che si sa è che il tedesco era un fan delle armi da fuoco e si allenava regolarmente al poligono. Tanto che due giorni fa, al momento di arrestarlo proprio in relazione al rapimento, le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel suo appartamento con gli specialisti dell'unità di intervento, supponendo che potesse essere armato fino ai denti.
Berger è diventato una figura nota a livello nazionale durante la pandemia ed è stato il volto della campagna di vaccinazione. La sua persona ha però subito anche feroci critiche, sia da parte degli scettici sia dai pro vaccino. Questi ultimi lo hanno accusato di aver agito con troppa esitazione nel raccomandare il booster e di aver banalizzato le conseguenze per i bambini malati di Covid.
Sempre stando al Tages-Anzeiger, il tedesco nel febbraio 2020 ha fondato una società nel canton Zugo insieme a un partner commerciale. Il socio d'affari è un sostenitore delle teorie terrapiattiste e sul suo profilo Facebook ha anche diffuso teorie cospiratorie sul SARS-CoV-2. Esiste dunque una connessione fra il rapitore e gli scettici della pandemia, scrive sul proprio sito Internet il giornale svizzerotedesco.
La sparatoria
Mercoledì sera la polizia si è presentata all'appartamento del tedesco per arrestarlo in relazione al rapimento. Il 38enne ha però improvvisamente estratto una pistola: nella sparatoria successiva, l'uomo ha colpito con un proiettile la sua compagna, una svizzera di 28 anni, uccidendola. Il tedesco è poi stato abbattuto dagli agenti.
Gli accertamenti eseguiti dall'Istituto di medicina legale dell'Università di Zurigo hanno potuto stabilire la dinamica dei fatti, inizialmente confusa, ha comunicato oggi la procura cantonale, aggiungendo che, sempre in merito a un possibile coinvolgimento nel rapimento, la polizia di un cantone vicino ha arrestato uno svizzero di 34 anni.
La sparatoria di Wallisellen – compreso l'operato dei poliziotti – sarà ora oggetto di indagine. Le autorità non hanno fornito ulteriori dettagli sull'identità delle vittime, decedute sul posto.