Spettacolo Andrea Salerno: «Voglio quelli bravi»

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1.12.2017 - 13:39

(Cover) - IT Television - «Voglio rafforzare la rete, conservando il suo Dna di carattere informativo. L'informazione la puoi fare anche con un dialogo teatrale di Marco Paolini, o con la satira di Guzzanti. Ho un mandato chiaro da Cairo: prendere quelli bravi. Giletti l’abbiamo voluto insieme. Ne arriveranno altri». Il nuovo direttore de La7 Andrea Salerno ha esposto in un’intervista al Il Foglio la sua idea della rete che è stato a chiamato a guidare. E ha respinto l’idea che sia schierata politicamente.

«Non credo sia mai stata la rete del Movimento 5 stelle. Quando c'era Berlusconi tutto quello che lo riguardava faceva ascolto. E così è stato anche per Renzi, all'inizio. Chi fa tv ragiona televisivamente. I programmi sono pensati da autori che stanno attenti allo share. Ora a La7 arrivano Guzzanti e Moretti? Il primo è un genio, non è di destra né di sinistra. E il secondo è un grande regista italiano. Non credo di spostare La7 a sinistra perché la sinistra non c'è più. Oggi la dialettica è sistema / antisistema. Per alcuni La7 è berlusconiana, per altri renziana, grillina.. Quindi probabilmente è equilibrata».

Quanto all’ingresso di Giletti, Salerno ha rinnovato la sua stima nei confronti del conduttore, sebbene sembri non andare incontro ai suoi gusti personali. «I gusti sono una cosa, le capacità un'altra. A qualcuno Giletti può non piacere, ma è un fuoriclasse. Ci possono essere programmi che non ti piacciono, ma che sono fatti bene. Ad esempio C'è posta per te e Temptation Island. Invece mi piace Emigratis. È una roba volgarissima, il lato ipertrash di un viaggio nella società italiana».

«La7 vuole fare una tv civile - ha concluso -. Civile nel linguaggio. Ha costretto la Rai a inseguirla nelle dirette. Se succede un fatto enorme e drammatico, come la strage del Bataclan, e tu lo lasci a Rai News, non fai percepire al pubblico l'importanza di quello che sta accadendo. La7 è seria senza essere seriosa. Oggi non può che essere questo il tono e il linguaggio della tivù: credibilità e serietà».

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