(Cover) - IT Showbiz - Angelina Jolie è stata impegnata in Cambogia con il suo ultimo progetto intitolato «Per primo hanno ucciso mio padre», l’adattamento cinematografico del romanzo della scrittrice americana di origini cambogiane Loung Ung, Il lungo nastro rosso.
Ma la bella 42enne è stata travolta dalle polemiche per l’inusuale metodo con cui ha effettuato il casting dei bambini che appaiono nel film. Il team dell’attrice/regista avrebbe difatti offerto e poi immediatamente tolto del denaro ai piccoli, al fine di vedere le loro reazioni e valutare le «migliori».
«Abbiamo iniziato le audizioni con i bambini, ma non erano vere e proprie audizioni, abbiamo fatto un gioco», spiega la Jolie a Vanity Fair. «Io non c’ero e i bambini non sapevano esattamente perché fossero lì. Così hanno spiegato loro: “Ci sarà una cinepresa e giocheremo ad un gioco… metteremo dei soldi sul tavolo. Pensate a qualcosa che vi servirebbe, che potreste avere con quei soldi”. A volte erano soldi, altre volte erano biscotti. “E poi prendeteli”. A quel punto il team doveva rimpadronirsene».
Nel frattempo, sempre secondo quando riportato dalla stessa pubblicazione, gli editor di Vanity Fair sono stati contattati dai legali dell’attrice con la richiesta di cancellare quel particolare paragrafo dall’intervista.
La pellicola, che vede come protagonista la piccola Sareum Srey Moch nei panni di Loung Ung, verrà distribuita da Netflix a partire dal prossimo settembre.
La diva non ha ancora commentato la vicenda.
Cover Media
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