Spettacolo Angelina Jolie: lettera aperta ai leader degli USA

CoverMedia

6.5.2020 - 13:15

World premiere of Disney's 'Maleficent: Mistress Of Evil' held at the El Capitan Theatre - Arrivals

Featuring: Angelina Jolie
Where: Los Angeles, California, United States
When: 30 Sep 2019
Credit: Faye Sadou/Cover Images
World premiere of Disney's 'Maleficent: Mistress Of Evil' held at the El Capitan Theatre - Arrivals Featuring: Angelina Jolie Where: Los Angeles, California, United States When: 30 Sep 2019 Credit: Faye Sadou/Cover Images
Source: Faye Sadou/Cover Images

L'attrice si appella ai politici americani per sostenere milioni di persone senza lavoro a causa del Covid-19.

Angelina Jolie ha scritto ai leader del Congresso degli Stati Uniti con lo scopo di aumentare il supporto nazionale verso le famiglie più colpite dalla pandemia.

La diffusione del virus e le conseguenti misure di sicurezza hanno causato la disoccupazione di milioni di persone e la chiusura delle scuole, dove finora tanti bambini negli USA hanno ricevuto ogni giorno pasti gratis. La diva chiede al Congresso di incrementare di circa 12 miliardi di euro gli sforzi dedicati ad aiutare i più bisognosi.

«Tanti dei bambini più vulnerabili in America hanno perso quasi 740 milioni di pasti nelle loro scuole a causa della chiusura, dovuta alla rapida diffusione del coronavirus», ha scritto la Jolie nella sua lettera, come riportato da USA Today. «I genitori fanno fronte alla perdita di lavoro e dello stipendio, e tanti di questi bambini stanno patendo la fame».

La star ha coinvolto anche i politici Nancy Pelosi e Mitch McConnell nella sua proposta di rafforzare il programma SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program).

In una precedente videoconferenza l’ex Lara Croft ha parlato anche della campagna No Kid Hungry, con lo stesso obiettivo.

«Sapevo che c’erano problemi in America, sapevo che c'era povertà», dice la 44enne. «Ma non potevo credere al numero di bambini in America che dipendono dalle scuole per poter mangiare. Sono rimasta disgustata dal fatto che siamo arrivati a questo punto, come nazione».

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