30 anni dopo Hannibal Lecter e Clarice Starling si incontrano dopo 30 anni

Covermedia / pab

21.1.2021 - 17:31

Gli attori Sir Anthony Hopkins e Jodie Foster si ritrovano per una chat virtuale in memoria del film cult «Il silenzio degli innocenti», datato 1991, nel quale interpretano un serial killer e una giovane agente dell'FBI.

Correva l’anno 1991 quando usciva nelle sale «Il silenzio degli innocenti», pellicola da subito cult con Anthony Hopkins e Jodie Foster.

In occasione del trentennale del film, i due attori, entrambi premiati con l’Oscar per la loro straordinaria interpretazione, si sono ritrovati per l’intervista virtuale «Actors on Actors» per Variety.

Lo scambio è durato circa una mezz'ora, metà della quale dedicata ai ricordi e agli aneddoti legati al capolavoro di Jonathan Demme, considerato come uno dei primi film in cui viene sottolineata l'importanza della scienza, allora agli albori, del «profiling», il profilaggio criminale, ramo della psicologia che studia il comportamento dei criminali, resa poi popolarissima da serie TV statunitensi come «Profiler», o la più recente e più famosa «Criminal Minds».

«Ti andrebbe un buon Chianti?»

«Quel film, è stata un’avventura che ha cambiato la vita di entrambi», ha dichiarato l’attrice. «Sono sicura che le persone si avvicinano ancora a te per chiederti: «Ti andrebbe un buon Chianti?»», ha poi affermato Foster, riferendosi a una celebre battuta del serial killer Hannibal Lecter, interpretato da Hopkins, quando le confessa di essersi mangiato il fegato di una delle sue vittime «con un bel piatto di fave» accompagnato da un bicchiere del famoso vino rosso italiano.

«Oh sì, certo che lo fanno!», ha risposto il veterano del cinema, che ha riflettuto a lungo sul personaggio di Hannibal il cannibale. «Lui è come una macchina. È come un HAL, il computer di "2001 Odissea nello spazio": «Buonasera, Dave». Hopkins rivela poi di aver pensato che il suo personaggio fosse come una creatura marina: «Arriva all'improvviso, come uno squalo silenzioso».

A chi si è ispirato Hopkins per Hannibal?

Durante lo scambio con la collega, Sir Hopkins svela a chi si è ispirato per l'interpretazione di Hannibal, personaggio portato sul grande schermo per la prima volta da Bryan Cox nel 1986 nel film di Michael Mann «Manhunter - frammenti di un omicidio».

«Ricordo che c’era un insegnante della Royal Academy of Dramatic Art, e il suo nome era Christopher Fettes. Era un insegnante di movimento - ha detto Hopkins - Aveva una voce tagliente e ti faceva a pezzi. La sua analisi di quello che facevi era così precisa; è un metodo che è rimasto con me per tutta la vita. Durante quell’interpretazione, mi dicevo: «Questo è Chris Fettes. Questa è la voce. Quell’uomo è spietato»».

Hopkins ha inoltre ammesso che all'inizio era un po' in ansia per due motivi. Il primo è che si sarebbe trovato a recitare con Jodie, che aveva appena vinto un Oscar nel 1989 con «Sotto accusa». Il secondo è che da inglese avrebbe dovuto interpretare un serial killer statunitense.

L'agente del'FBI diventa un'eroina, ecco perché

Sul set Jodie Foster era invece Clarice Starling, la giovane agente dell’FBI, costretta a collaborare con Hannibal, rinchiuso in un manicomio per criminali, per fermare un altro serial killer, soprannominato dalla stampa «Buffalo Bill» poiché scuoia le sue vittime, sul quale nessuno riesce a mettere le mani. 

«Aveva questa sorta di tranquillità… Era quasi un difetto il fatto che non fosse più grossa e forzuta. Era una donna che provava a superare il limite del suo corpo» ha spiegato Jodie Foster.

In una delle scene iniziali del film questo aspetto fisico minuto (la Foster è alta un metro e 60) è reso ancor più evidente quando la recluta Starling deve prendere l'ascensore poiché convocata nell'ufficio del suo capo Jack Crawford, interpretato da Scott Glenn. Finisce in mezzo a una moltitudine di uomini molto più alti di lei, fin quasi a scomparire.

Ricordando la sequenza l'attrice dice: «Poi ho capito che la sua forza era proprio quella. Era come le vittime: una comune ragazza di città. Il fatto che lei riuscisse a mettersi nei panni di quelle vittime faceva di lei un’eroina».

«Il silenzio degli innocenti» vinse anche l’Oscar come Miglior Film, Miglior Regia a Jonathan Demme, e Migliore sceneggiatura non originale.

Altre tre pellicole con Hannibal

Il film «Il silenzio degli innocenti» è tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Harris, pubblicato nel 1988.

Lo scrittore e giornalista statunitense aveva già scritto nel 1981 il libro «Il delitto della terza luna», in cui compare per la prima volta il personaggio dello psichiatra Hannibal Lecter e di cui è stato fatto l'adattamento cinematografico da Michael Mann.

A seguito del notevole successo della pellicola «Il silenzio degli innocenti» nel 2002 ci fu un remake della storia raccontata nel libro del 1981. Il film, anche in italiano, ha preso il titolo originale dell'opera di Harris «Red Dragon». Gli interpreti principali sono, oltre ad Hopkins, Ralph Fiennes nel ruolo del serial killer e Edward Norton in quello dell'agente dell'FBI che gli dà la caccia.

Anche gli ultimi due romanzi di Harris con Hannibal come protagonista sono stati adattati per il grande schermo. Il primo «Hannibal», pubblicato nel 1999 narra le vicende successive agli eventi de «Il silenzio degli innocenti». Il film del 2001 è stato realizzato da Ridley Scott.

Nella pellicola, parzialmente girata a Firenze, Hopkins riprende il ruolo del dottor Lecter, mentre la parte di Clarice Starling, dopo il rifiuto di Jodie Foster, fu proposta, su suggerimento dello stesso Hopkins, a Julianne Moore. Una parte importante fu affidata anche a Giancarlo Giannini, che vi interpreta l'ispettore di polizia Rinaldo Pazzi.

L'ultimo romanzo in cui appare il cannibale Lecter è del 2006: «Hannibal, le origini del male». Nell'omonima trasposizione cinematografica del 2007 di Peter Webber, anche perché si racconta la giovinezza del serial killer, non compaiono né Sir Anthony Hopkins né Jodie Foster.

Tornare alla home page

Covermedia / pab