Spettacolo Antonio Albanese su «Cetto c’é, senzadubbiamente»: «Io e Cetto non abbiamo niente in comune!»

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21.11.2019 - 13:15

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Il sequel vede «Cetto La Qualunque» tornare dalla Germania nei panni di un truffatore sovranista.

In «Cetto c’é, senzadubbiamente», Antonio Albanese punta il dito con ironia nelle piaghe più dolorose del Belpaese. Enfatizzando a 365 gradi corruzione politica, malavita e disonestà, avvolti in abiti pacchiani.

Diretto da Giulio Manfredonia, con il soggetto scritto dallo stesso Albanese insieme e Piero Guerra, il sequel vede «Cetto La Qualunque» tornare dalla Germania nei panni di truffatore sovranista.

«A volte, quando faccio Cetto a teatro, mi vergogno come una bestia! Per consolarmi mi hanno persino detto che sembro Gerard Depardieu», afferma Antonio Albanese su Amica.

«Giuro: io e Cetto non abbiamo niente in comune! In genere nessuno dei miei personaggi mi assomiglia, ma qui ho lavorato davvero sulla lontananza. E sul desiderio di mostrare gli orrori che ci circondano. Perché purtroppo Cetto è un personaggio sempre più attuale. Una sorta di esempio di quello che non dovremmo essere. E invece…».

Invece, a quanto pare, la storia di Certo è ispirata alla realtà.

«Assolutamente sì. Il rapporto con il figlio viene da una storia vera, per quanto sembri incredibile. Ma io stesso un giorno ho sentito un candidato durante un comizio mostrare la foto della moglie dell’avversario dicendo: “Questa è una ‘poco di buono’. Non potete votare per un cornuto!”… In quel momento ho pensato fossimo a quindici minuti dalla fine del mondo».

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