CinemaBryan Cranston: «Harvey Weinstein è stato molto gentile con mia moglie»
Marlène von Arx
20.3.2019
Bryan Cranston in «The Upside»
Bryan Cranston (a sinistra) e il comico Kevin Hart (a destra) formano un duo improbabile ma ben assortito.
Immagine: Keystone
Anche Nicole Kidman è presente, nel ruolo di assistente del ricco tetraplegico.
Immagine: Keystone
Oltre a fargli da autista, Dell Scott (Kevin Hart) deve anche occuparsi di nutrire Phillip Lacasse (Bryan Cranston).
Immagine: Keystone
Bryan Cranston in «The Upside»
Bryan Cranston (a sinistra) e il comico Kevin Hart (a destra) formano un duo improbabile ma ben assortito.
Immagine: Keystone
Anche Nicole Kidman è presente, nel ruolo di assistente del ricco tetraplegico.
Immagine: Keystone
Oltre a fargli da autista, Dell Scott (Kevin Hart) deve anche occuparsi di nutrire Phillip Lacasse (Bryan Cranston).
Immagine: Keystone
L’ultimo grande successo di Bryan Cranston è stato «Breaking Bad». Lo ritroviamo ora sul grande schermo al fianco del comico Kevin Hart nel remake hollywoodiano «The Upside». Bluewin lo ha intervistato per voi.
Il celebre film «Quasi amici - Intouchables» raccontava la nascita di un’amicizia tra un ricco tetraplegico e il suo assistente non qualificato che proveniva dalle periferie. L’opera originale francese è attualmente oggetto di un «relooking» all’americana grazie a «The Upside»: nell’intervista concessa a «Bluewin», Bryan Cranston racconta la frustrazione che ha provato sulla sedia a rotelle, il ritardo nelle riprese causato dallo scandalo Harvey Weinstein e spiega in che modo questo ruolo gli ha insegnato a provare compassione per Donald Trump.
«The Upside» è il remake americano del film francese «Quasi amici - Intouchables». Lei era un fan dell’originale?
Sì, è per questo che ho esitato a recitare nel remake. Ma poi mi sono detto che il film sarebbe stato comunque girato, con me o senza di me. Come mi sarei sentito se alla fine il risultato fosse stato buono? Così, mi sono riletto la sceneggiatura e ho incontrato Kevin Hart, perché volevo assicurarmi che avesse in testa la giusta direzione. È lui che detta il ritmo del film, mentre io sono immobilizzato sulla sedia a rotelle.
Cosa l’ha convinta?
Non saprei dire esattamente cosa mi abbia convinto. Ma ho sentito che lui poteva assicurare la riuscita emotiva del personaggio. Alla fine, si parla di due uomini che, per ragioni differenti, non vedono alcun futuro per loro stessi.
Ha discusso anche con Philippe Pozzo di Borgo, l’uomo al quale il suo personaggio è ispirato?
Sì, in più di un’occasione. Oggi vive in Marocco ed è sempre in contatto con Abdel. Sta piuttosto bene, ha circa 65 anni e si sorprende di essere ancora vivo. Ho incontrato anche altre persone tetraplegiche. Siamo usciti per mangiare, ad esempio, perché volevo vedere come funzionano le cose su un minibus e come si comportano in diverse situazioni. Cercavo anche di capire come trovano un equilibrio tra speranza e disperazione. Colgo l’occasione per congratularmi con tutti gli assistenti e le assistenti che si occupano di loro. Ho anche chiesto alla produzione una sedia a rotelle per potermi allenare a casa.
E com’è andata?
Con grande disappunto di mia moglie, sono andato più volte a sbattere contro i mobili (ride). Sono stato ancor più riconoscente per il mio stato di salute quando ho tentato di controllare la carrozzina con il mento. Come esseri umani, in un modo o nell’altro, ci definiamo molto in funzione del nostro corpo. L’incapacità di effettuare le cose più semplici è diventata presto frustrante per me. Ero di cattivo umore e depresso. Ad un certo punto, ho lasciato perdere e mi sono alzato in piedi in lacrime. È in quel momento che ho capito che dovevo lavorare più sul lato emozionale che su quello meccanico.
Lei è diventato celebre con la serie «Breaking Bad», che si è conclusa sei anni fa. Walter White le manca ogni tanto?
No, Walter White non mi manca. Dopo 15 ore passate nei suoi panni, dovevo fare attenzione a dismetterli la sera quando lasciavo lo studio. Obiettivamente, non si trattava di un tipo pulito. Per me, la storia è definitivamente terminata: non mi manca affatto. Detto ciò, ovviamente, gli sono riconoscente per ciò che ha fatto della mia carriera. Grazie a lui, oggi ho molto lavoro.
E cosa fa quando non lavora?
Mi riposo. Davvero, non faccio granché. Non ho alcun passatempo.
Dopo «Breaking Bad» ha recitato in biopics, commedie, thriller e drammi. Cosa le lasciano i differenti ruoli che interpreta?
Bella domanda. I ruoli mi lasciano ancora delle tracce. Mi piacciono i personaggi feriti. Mi aiutano a gestire le preoccupazioni. Rappresentano una valvola di sfogo: attraverso di essi posso esprimere la mia collera, le mie paure, la mia vulnerabilità e tutto ciò che non ci piace rendere pubblico. È come un geyser di emozioni.
Quali emozioni ha avvertito con «The Upside»?
«The Upside» mi ha consentito di aprirmi a persone che soffrono, in modo reale o immaginario. Ho sviluppato nei loro confronti una maggiore comprensione. I recenti suicidi di celebrità dimostrano che il successo non salva dalla depressione. I dolori fisici e mentali sono reali. Le malattie mentali sono reali. Negli Stati Uniti, abbiamo un presidente mentalmente malato. Non sto scherzando. Ai miei occhi è una cosa seria: penso che abbia dei problemi in testa ed è per questo che provo per lui una certa compassione, poiché non credo sia in grado di agire in altro modo. Speriamo che il paese e il mondo sopravvivano con meno danni possibili e che lui possa guarire.
«The Upside» è stato girato due anni fa ed è rimasto bloccato un anno dal fallimento della Weinstein Company. È stato frustrante il fatto che il suo lavoro sia rimasto per così tanto tempo inaccessibile al pubblico?
I film ci mettono sempre un po’ ad arrivare in sala. Se ci sono poi numerosi effetti speciali i tempi si allungano ulteriormente. È bene concentrarsi sul film quando lo si fa. In seguito, in realtà è meglio dimenticarlo. Anche perché non si può più cambiare nulla. È la ragione per la quale non mi concentro mai davvero sulle cose che non posso controllare. Detto ciò, chiaramente, sono contento che il film ora sia al cinema.
Quando sono emerse le numerose accuse di aggressione sessuale nei confronti del produttore Harvey Weinstein, ne è rimasto sorpreso?
Sì, la cosa mi ha scioccato. Avevo sentito dire che era un donnaiolo, ma cosa poteva significare? Che tradiva sua moglie? Non sapevo che si comportasse così male. Ho conosciuto un altro Harvey. Lo apprezzavo e non avevo alcun problema con lui. È stato anche molto gentile con mia moglie. Sua madre è morta nel primo giorno di riprese di «The Upside». Perciò ho detto alla troupe che avrei dovuto vederla immediatamente e Harvey ha inviato un mazzo di fiori e un biglietto con parole gentili. Il fatto che io sia dovuto partire e che il calendario delle riprese sia stato modificato non ha provocato alcun problema. La vita, in effetti, è così: a volte ci scombina i piani.
Nulla può arrestare l'avanzata di «Black Panther». Con un cast composto (quasi) esclusivamente da attrici e attori di colore, l'adattamento cinematografico dell'omonimo fumetto domina il box-office ormai da diverse settimane. Negli Stati Uniti, l'epopea afro-futurista, con Chadwick Boseman nel ruolo del supereroe, ha già battuto gli «Avengers». Ma dove si colloca il film nella top 20 dei migliori blockbuster di tutti i tempi?
Immagine: 2018 Disney / Marvel
«Transformers 4 – L'era dell'estinzione» ha permesso a Mark Wahlberg e Nicola Peltz di scalare la top 20 nel 2014. Il quarto episodio della serie ha fatto guadagnare 1,104 miliardi di dollari alla Paramount Pictures. Si colloca al 20°posto.
Immagine: 2014 Paramount Pictures / Hasbro / Andrew Cooper
19° posto: «Skyfall» (2012). Una delle due produzioni britanniche entrare nella classifica dei 20 film più riusciti di tutti i tempi dal punto di vista commerciale. La terza missione di Daniel Craig nei panni dell'agente 007 ha generato un fatturato di 1,108 miliardi di dollari in tutto il mondo.
Immagine: Fox
18° posto: «Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re» (2003). Il viaggio di Frodo (Elijah Wood) nella Terra di Mezzo ha generato una piccola fortuna. L'ultimo capitolo della trilogia tratta dai romanzi di ha incassato 1,119 miliardi di dollari.
Immagine: 2003 New Line Productions
17° posto: «Transformers 3» (2011). Il capitolo più riuscito della saga «Transformers» è senz'altro il terzo con un incasso di 1,123 miliardi di dollari. Del resto la sexy Rosie Huntington-Whiteley deve essere entrata a far parte del cast per una ragione!
Immagine: 011 Paramount Pictures / Hasbro
16° posto: «Captain America: Civil War» (2016). Eroe infallibile, Captain America (Chris Evans) si trova ad affrontare grandi sfide, che vince in maniera magistrale. Questo film firmato Marvel ha guadagnato 1,153 miliardi di dollari.
Immagine: Marvel 2016 / Disney
15° posto: «I Minions» (2015). I piccoli aiutanti di Gru in «Cattivissimo Me», hanno eclissato (quasi) tutti nelle loro «personali» avventure. Con 1,159 miliardi di dollari di incasso, il film «I Minions» è il secondo maggior successo commerciale di tutti i tempi nella categoria animazione.
Immagine: Universal Pictures / Illumination Entertainment
14° posto: «Iron Man 3» (2013). Robert Downey Jr. ha avuto senz'altro di che rallegrarsi. Il terzo capitolo di «Iron Man» non è stato da meno dei capitoli precedenti. Gli incassi si sono infatti attestati a 1,214 miliardi di dollari.
Immagine: Concorde
«Fast & Furious 8» (2017): l'ultimo capitolo al 13° posto! A tutt'oggi, l'ultimo episodio di «Fast & Furious» ha incassato 1,236 miliardi di dollari. Tuttavia, pur con un simile risultato, è soltanto il secondo più grande successo della serie.
Immagine: Universal
12° posto: «Black Panther» (2018). Con un incasso che si aggira attorno ai 630,9 milioni di dollari, la pellicola, considerata il cinecomic più riuscito di sempre, negli Stati Uniti ha già spodestato dal trono gli «Avengers». Al box-office internazionale, il gruppo di supereroi di colore si colloca comunque ai piani alti della classifica. Ma è improbabile che «Black Panther» si accontenti di fermarsi a 1,237 miliardi di dollari.
Immagine: 2018 Disney / Marvel
«La Bella e la Bestia» (2017): l'adattamento cinematografico con attori in carne e ossa della favola dei Grimm si è rivelato un'autentica gallina dalle uova d'oro. La performance danzante di Emma Watson e Dan Stevens ha fruttato 1,263 miliardi di dollari. Una cifra sufficiente per aggiudicarsi l'11° posizione per diverso tempo?
Immagine: 2016 Disney
«Frozen» (2013): l'incasso di 1,276 miliardi di dollari ha senz'altro riempito d'orgoglio i produttori della Disney. Nessun altro film di animazione ha mai conosciuto un simile successo commerciale. «Frozen» si aggiudica così il 10° posto!
Immagine: Disney
9° posto: «Star Wars: Gli ultimi Jedi» (2017). L'Impero colpisce anche al box-office: Daisy Ridley e i suoi colleghi di «Star Wars» hanno permesso alla produzione di guadagnare 1,332 miliardi di dollari nel 2017.
Immagine: 2017 Lucasfilm Ltd. / Disney
8° film, 8° posto: «Harry Potter e i doni della morte, 2° parte» (2011). Rupert Grint (a sinistra), Emma Watson e Daniel Radcliffe hanno tutte le ragioni di sorridere. La saga di «Harry Potter» ha avuto un incredibile successo al cinema. L'ultimo capitolo è quello che ha incassato di più: 1,341 miliardi di dollari.
Immagine: Getty Images
«Avengers: Age of Ultron» (2015): ovunque si trovino, c'è azione: armati di scudo e martello, Captain America (Chris Evans, a sinistra) e Thor (Chris Hemsworth) continuano a combattere i cattivi. Il risultato: 1,405 miliardi di dollari di incasso nei cinema di tutto il mondo e una bella 7a posizione nella classifica.
Immagine: Disney / Marvel / Jay Maidment
«Fast & Furious 7» (2015) si piazza in 6a posizione: la morte accidentale di Paul Walker durante le riprese ha conferito un lato tragico al settimo capitolo della saga che, con un incasso di 1,516 miliardi di dollari al box-office, è stato quindi anche il maggior successo della serie.
Immagine: Universal
5° posto: «Avengers» (2012). Salvatori di fama internazionale: la prima apparizione in gruppo degli «Avengers» sul grande schermo (da sinistra a destra: Jeremy Renner, Chris Evans e Scarlett Johansson) ha incassato di 1,518 miliardi di dollari.
4° posto: «Jurassic World» (2015). Ancora più grossi, ancora più feroci, con ancora più denti e incassi ancora più alti del suo celebre predecessore «Jurassic Park». I dinosauri cattivi hanno fatto guadagnare 1,671 miliardi di dollari alla Universal.
Immagine: Universal
3° posto: «Star Wars: Il risveglio della Forza» (2016). 2,068 miliardi di dollari: Daisy Ridley e John Boyega sono i protagonisti del capitolo di «Star Wars» di maggior successo di tutti i tempi. Ma se si tiene conto «dell'inflazione», la situazione è diversa. Da questo punto di vista, il primo «Star Wars», uscito nel 1977, si piazza in cima alla classifica.
Immagine: 2015 Lucasfilm Ltd. & TM / Disney
«Titanic» (1997): Con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet e un transatlantico che affonda, la Twentieth Century Fox ha conosciuto enormi guadagni: ben 2,187 miliardi di dollari. Una cifra che ha permesso al film di James Cameron di rimanere a lungo al primo posto della classifica. Dodici anni dopo, lo stesso regista ha scalzato il proprio film dal podio con …
Immagine: Twentieth Century Fox
… «Avatar» (2009): un successo dovuto probabilmente alla curiosità nei confronti della tecnologia 3D, assolutamente nuova all'epoca. La prodezza tecnica di James Cameron, un pioniere nel suo genere, ha incassato 2,788 miliardi di dollari. Sam Worthington e Zoe Saldana possono oggi vantarsi di aver recitato nel film di maggior successo commerciale di tutti i tempi. Anche se, nella pellicola, li si riconosce a stento...
Lo spettatore, questo sconosciuto: da quando il cinema esiste, Hollywood cerca di capire ciò che interessa maggiormente il pubblico. E dopo tutti questi anni, succede ancora di fare un buco nell'acqua. Ecco i 20 più grandi flop della storia del cinema – ordinati in funzione dell'inflazione.
Immagine: Disney
Posizione n°20: anche un film che ha incassato 260,5 milioni di dollari può rivelarsi un enorme flop. Per esempio nel caso in cui siano stati spesi circa 250 milioni di dollari solo per le riprese. Ricavi a zero, allora? Peggio ancora, gli esperti stimano che Disney abbia speso tra i 100 e i 200 milioni di dollari supplementari per promuovere «The Lone Ranger » (2013). Le perdite economiche del western si situano nello stesso ordine di idee. Non basta avere tra i protagonisti Johnny Depp (a sinistra) per fare il pieno al botteghino.
Immagine: Disney Enterprises / Jerry Bruckheimer / Peter Mountain
Posizione n°19: Ne «Il 13º guerriero» (1999), le perdite si attestano tra i 69 e i 129 milioni di dollari – allora perché si dice che l'epopea storica con Antonio Banderas sia stata un fallimento maggiore rispetto a «Lone Ranger»? Risposta: l’inflazione. Questa differenza tra 69 e i 129 milioni di dollari, infatti, corrisponde oggi a una perdita da 101 a 190 milioni.
Immagine: Concorde
Posizione n°18: Keanu Reeves ha avuto la fortuna che «John Wick» fosse già in saccoccia allorché «47 Ronin» è uscito nelle sale nel 2013. Altrimenti, non avrebbe mai avuto il ruolo che gli ha fatto raggiungere il successo un anno più tardi: nei calcoli più ottimistici, il film epico sui samurai «47 Ronin» ha avuto perdite per 103 milioni.
Immagine: Universal
Posizione n°17: che i codici Navajo siano molto rari sullo schermo di Nicolas Cage in un film che ripercorre la storia dei codificatori radio Navajo può succedere. Che un'epopea di 120 milioni di dollari come «Windtalkers» (2002) arrivi al quarto posto nella lista dei «dieci film di guerra più erronei dal punto di vista storico», passa ancora. Ma che in più accusi perdite che si attestano a circa 103 milioni di dollari secondo i calcoli attuali, è davvero un po' troppo.
Immagine: Fox
Posizione n°16: con un budget di 81 milioni di dollari spesi, ben 484,6 milioni di dollari di incassi: nel 2003, «Una settimana da Dio» con Jim Carrey come protagonista, era stato un grande successo al botteghino. Al contrario, il suo sequel «Un'impresa da Dio», uscito quattro anni dopo, è stato un vero e proprio fiasco: la sceneggiatura (con Steve Carrell trasformato in un Noè moderno per 175 milioni di dollari) ha incassato solo l'equivalente delle spese di produzione. In compenso, Universal Studios ha dovuto sborsare una bella cifra per le spese di marketing, che, riviste secondo i tassi di inflazione, si elevavano a 104 milioni di dollari.
Immagine: Universal Pictures / CafeFX
Posizione n°15: sarebbe ingiusto che «Battaglia per la terra» (2000) non figuri nella lista dei più grossi fallimenti del mondo al box-office. Dopotutto, questo fiasco della fantascienza da 100 milioni di dollari adattato dal romanzo di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, ha ricevuto un totale di nove Razzie Awards, compreso il peggior film del decennio. E' a giusto titolo che gli spettatori hanno trattato con disprezzo il film con John Travolta. Risultato: perdite per 104 milioni di dollari.
Immagine: Concorde
Posizione n°14: «L'uomo del giorno dopo», un film senza un domani. Questo dramma che evoca la fine del mondo è costato 80 milioni di dollari. Nel 1997, Kevin Costner aveva in mente l'idea di proseguire nella caccia agli Oscar cominciata così bene grazie a «Balla coi lupi». Un grave errore: il film ha incassato solo 20 milioni di dollari, raccogliendo critiche pesantissime e una montagna di debiti, pari a 107 milioni, secondo il valore attuale del dollaro.
Immagine: Getty Images / Hulton Archive
Posizione n°13: nel 2011, Disney ha investito 150 milioni di dollari nell'adattamento cinematografico del libro per bambini «Milo su Marte»: risultato, uno spettacolo in 3D molto riuscito per gli occhi. Ma a livello intellettuale ed emozionale, niente di interessante: il film di animazione è stato un flop gigantesco e ha incassato soli 39 milioni di dollari in tutto il mondo. Secondo le stime degli esperti, le perdite dovrebbero attestarsi almeno a 109 milioni di dollari.
Immagine: Disney
Posizione n°12: il termine « Monster Trucks» ha acquisito tutto il suo senso nell'omonimo film uscito nel 2016: un mostro che ha trovato casa nel 4x4 sovradimensionato di un liceale e che intraprende una serie di avventure insieme a lui. Ma cosa c'è di così straordinario? Che la società Paramount abbia immaginato per un istante di poter guadagnare denaro con questo film: lo studio ha investito 125 milioni di dollari nella produzione e ha subito perdite mostruose di circa 113 milioni di dollari.
Immagine: Paramount Pictures
Posizione n°11: se si guardano le cifre in maniera decontestualizzata, «La caduta dell’Impero romano» (1964) si presenta piuttosto bene: le perdite del film in costume si elevavano solo a 14,3 milioni di dollari. Ma questo accadeva in un'epoca in cui il budget del film, 18,4 milioni di dollari, era di per sé astronomico. Oggi, i 14,3 milioni corrispondono a 113 milioni di dollari. Non stupisce che il produttore Samuel Bronston abbia dichiarato fallimento.
Immagine: WVG Medien
Posizione n°10: come regola generale, un film di animazione Disney è sempre un valore sicuro. Però nel caso de «Il Pianeta del Tesoro», una versione trasposta nello spazio del classico «L'Isola del tesoro», i realizzatori de «La sirenetta» John Musker e Ron Clements hanno fatto un vero fiasco nel 2002 – con 116 milioni di dollari di perdite, trasposti nel valore attuale. E questo, malgrado le critiche positive, la nomination agli Oscar e un'importante campagna di marketing.
Immagine: Disney
Posizione n°9: grande casting, grande umiliazione. Nella commedia « Amori in città... e tradimenti in campagna » (2001) Andie MacDowell e Warren Beatty (foto) condividevano la scena con Diane Keaton, Goldie Hawn, Charlton Heston e Josh Hartnett. ll budget di 90 milioni di dollari sembrava ben investito. Ma poiché il film ha registrato soltanto 10,4 milioni di incassi, le perdite globali si sono elevate a circa 85 milioni di dollari, che corrispondono a 117 milioni di oggi.
Immagine: Studiocanal
Posizione n°8: Supernova (2000). «Supernova» fu un tale flop che nessuno voleva avere a che fare con questo film: né il pubblico, né i registi. I registi? Sì, avete capito proprio bene: poiché Walter Hill aveva abbandonato la produzione in seguito a una controversia, Jack Sholder ha preso il testimone prima di passare la mano a Francis Ford Coppola. In fin dei conti, nessuno di loro ha voluto apporre la propria firma sulla locandina di questo film di fantascienza. Oggi, la responsabilità della perdita di 118 milioni di dollari è imputata a un certo Thomas Lee.
Immagine: Metro-Goldwyn-Mayer
Posizione n°7: avrebbe dovuto essere una versione moderna di «Top Gun», ma invece il film è stato un vero e proprio crac intellettuale e finanziario: nel 2005, « Stealth - Arma suprema» è stato un fiasco totale sia alla critica che al box-office: con 135 milioni di dollari, il budget di questo film sui piloti è stato quasi pari alla montagna di debiti che ha seppellito gli aerei high-tech utilizzati per le riprese, ovvero 120 milioni di dollari.
Immagine: Sony
Posizione n°6: nel 1960, John Wayne incarnava l'eroe popolare americano Davy Crockett. 44 anni più tardi, è stato girato ad Hollywood un nuovo film sulla battaglia di «Alamo». E' stato ben accolto dalla critica, in particolare il nuovo attore Billy Bob Thornton. Ma il pubblico aveva apparentemente altro da vedere, piuttosto che l'ennesimo film sulla battaglia di Alamo: il film ha subito perdite per 122 milioni di dollari.
Immagine: Buena Vista
Posizione n°5: quando un progetto di film è fallito già per tre volte, voi potete a) abbandonarlo o b) investire 264 milioni di dollari e incrociare le dita. Nel caso di «John Carter» (2012), Disney ha optato per la seconda soluzione e ha fatto esplodere il budget con 100 milioni in più per la pubblicità. Gli ottimisti stimano che lo studio abbia così perso 130 milioni di dollari, i pessimisti invece parlano di 213 milioni. Qualunque sia la cifra, il proprietario dello studio dell’epoca, Rich Ross, ha abbandonato il suo incarico.
Immagine: 2011 Disney / John Carter Erb Inc.
Posizione n°4: il film di fantascienza «Final Fantasy» (2001), interamente realizzato con animazioni al computer, è costato più di 130 milioni di dollari. E secondo le stime oggi, le perdite subite nel 2001 dalla saga basata sul successo dell'omonimo videogioco, sono altrettanto elevate. 150 artisti digitali e 20 professionisti dell'animazione virtuale hanno creato una meraviglia visiva che però difettava di anima e di emozione.
Immagine: Columbia TriStar
Posizione n°3: il cartone animato «Titan A.E.» è passato per voi completamente inosservato? Non siete i soli: il film di animazione di fantascienza uscito nel 2000 ha incassato solo 36,8 milioni di dollari, mentre il budget è stimato tra i 75 e i 90 milioni di dollari. Vero e proprio disastro finanziario, il film ha portato alla chiusura dello studio di animazione della Fox. Va sottolineato che le perdite equivalevano a 142 milioni di dollari attuali.
Immagine: Fox
Posizione n°2: Vi siete già chiesti perché prima di «Pirati dei Caraibi», non si giravano quasi più film sui pirati? E' stato a causa di «Corsari» (1995), il più grosso flop della storia del cinema a quel tempo: i costi di produzione si sono attestati a 98 milioni di dollari, per 18 milioni di incassi. Con la pubblicità e tutto il seguito, la società di produzione Carolco ha gettato 89 milioni di dollari alle ortiche, cosa che corrisponde a circa 143 milioni di dollari oggi. Poco tempo dopo, la protagonista Geena Davis ha divorziato dal regista Renny Harlin, che era anche suo marito: è stato un fallimento su tutta la linea.
Immagine: Getty Images / Hulton Archive
Posizione n°1: la realizzazione di «Sinbad: la leggenda dei sette mari» è costata circa 60 milioni di dollari e il film di animazione, uscito nel 2003, ha incassato leggermente di più. Ma era ben lontano dall'essere sufficiente: in totale, in questo progetto sono stati irrimediabilmente persi 125 milioni di dollari, cosa che corrisponde oggi a una cifra di 166 milioni di dollari. Il progetto Dreamworks è dunque considerato il più grande buco nell'acqua della storia del cinema. «Penso che l'idea di trasformare una storia tradizionale in cartone animato appartenga ormai al passato», ha concluso il regista Jeffrey Katzenberg, che in seguito ha completamente voltato le spalle ai film di animazione.
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