Castellitto, giurista corrotto e cinico
Nel Tuttofare, in sala dal 19/4 la generazione precaria
ROMA, 13 APR - Cinico, traffichino, corrotto, corruttore, truffatore, cialtrone, sfruttatore, arricchito, riciclatore, meschino gli aggettivi si sprecano per il principe del foro Sergio Castellitto nei panni del giurista Salvatore 'Toti' Bellastella, penalista di grido, grande oratore, a contatto con potenti, massoneria, mafiosi. Uno di quelli che se pure finiscono sotto inchiesta ne escono 'puliti' e magari pure con un incarico da ministro del nuovo governo. E' quello che capita nella commedia Il Tuttofare, esordio al cinema dello sceneggiatore Valerio Attanasio, impietoso ritratto di una Roma decadente e di un'Italia in crisi morale. In sala in oltre 300 copie da Vision dal 19 aprile.
"Il mio avvocato non è tanto attuale quanto eterno", dice all'ANSA Castellitto, citando la grande tradizione della commedia all'italiana, di Sordi, Gassmann e Tognazzi. Il Tuttofare del titolo è un ragazzo della generazione precaria, Antonio Bonocore (Guglielmo Poggi) affascinato dal giurista e disponibile ad accettare ogni compromesso.
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