Il regista vodese Francis Reusser è deceduto la scorsa notte in seguito a una lunga malattia. Nato nel 1942 a Vevey, nella sua carriera aveva adattato al cinema diversi romanzi dello scrittore Charles-Ferdinand Ramuz».
«È uno dei grandi personaggi del nostro cinema che se ne va», ha dichiarato a Keystone-ATS Frédéric Maire, direttore della Cineteca svizzera di Losanna, confermando un'informazione dei media romandi RTS e Le Nouvelliste. Reusser era da tempo malato e non è deceduto a causa del coronavirus. «Già l'anno scorso, non aveva potuto venire al Festival di Locarno».
«Dei cineasti romandi della generazione del '68 – oltre a Reusser, Claude Goretta, Alain Tanner e Jean-Luc Godard ndr. – era il più svizzero. Aveva i piedi nell'acqua, la testa nelle montagne ed era molto vicino alla natura. Ha realizzato quasi tutti i suoi film in Svizzera, o nella sua regione d'origine», ha aggiunto Maire.
Francis Reusser era pure «una forte personalità, una specie di ribelle». I suoi film mostrano spesso rapporti conflittuali, sia con le autorità che con la morale, la religione o la famiglia. «Si è cimentato con tutti i generi e forse non ha avuto il riconoscimento che avrebbe meritato», ha rilevato ancora Frédéric Maire.
Aveva tuttavia ottenuto il Pardo d'oro a Locarno nel 1976 con «Le Grand Soir, nonché il César del miglior film francofono nel 1985 con l'adattamento di «Derborence» di Ramuz. Nel 1997 aveva ottenuto un sostegno finanziario di mezzo milione di franchi dall'Ufficio federale della cultura per la sua pellicola «Guerre dans le Haut-Pays», tratta da un altro libro di Ramuz.
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