Musica Def Leppard in Italia a giugno: «Il nostro rock non si ferma»

Covermedia

5.6.2023 - 13:00

Def Leppard
Def Leppard

Joe Elliott si interroga sulle nuove band, compresi i Maneskin: «Parleremo di loro nel 2060? Non lo so».

5.6.2023 - 13:00

I Def Leppard arriveranno sul palco dell’Ippodromo Snai San Siro di Milano insieme ai Mötley Crüe il 20 giungo.

La storica formazione britannica ha da poco pubblicato «Drastic Symphonies», 16 brani riarrangiati insieme alla Royal Philharmonic Orchestra.

«Gli arrangiamenti sono venuti esattamente come li volevamo», spiega il frontman 63enne Joe Elliott.

«Alcune canzoni hanno mantenuto la loro forma originale perché era già molto sinfonica, altre sono cambiate perché così come erano non funzionavano. Quindi è praticamente un disco nuovo, con brani conosciuti e qualche rarità. Siamo andati alla ricerca di un suono glorioso e drammatico e volendo di questo disco potremmo già fare una seconda parte».

«Parleremo ancora di loro nel 2060?»

I Def Leppard sono sulla piazza dalla fine degli anni Settanta e la loro popolarità è ancora alta.

«La gente cresce con te, a volte la popolarità cala, la gente se ne va, magari non ha soldi per i concerti, spesso poi torna con i figli e il pubblico cresce di nuovo. Se fai un bello show le persone arrivano e oggi ci sembra quasi di essere una nuova band, con un pubblico che continua a crescere».

Lo stesso non si può dire per le nuove giovani formazioni rock.

«Di gruppi ne vedo, ma non molti. Forse anche perché non vado a cercarli. I Greta Van Fleet hanno grande successo e i Måneskin sì, li conosco, un mio amico è andato a vederli alla O2 Arena a Londra e ha detto che sono stati bravissimi, anche se il pubblico era al 90% composto da italiani.»

«Comunque i miei preferiti sono gli Struts, non mi spiego come mai non siano ancora giganteschi. Per me non ha importanza se i Greta sembrano i Led Zeppelin o gli Struts i Queen. La domanda è: parleremo di loro nel 2060? Non lo so, lo spero, ma il problema è che non hanno l’infrastruttura che avevamo noi, la potenza dei video che passavano su Mtv. Oggi è tutta una questione di file e computer».

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