Dior a Lecce, guerriere saracene fra 30mila led
Scenografie di luminarie da colossal di Marinella Senatore
ROMA, 23 LUG – Il fashion show di Dior Cruise a Lecce ha numeri da kolossal per quanto riguarda la scenografia firmata da Marinella Senatore e ispirata ad una festa di paese: sono state utilizzate 30.000 lampadine a Led sulle luminarie, 20 km di cavi, 60 tonnellate di ponteggi strutturali; 1,5 km di tubo flessibile a Led per scrivere le frasi dell'artista; 2,25 minuti per percorrere l'intera pista; 12 giorni per il montaggio.
La direttrice creativa di Dior Maria Grazia Chiuri aveva già deciso che per la sua guerriera saracena doveva riconnettere la sua immaginazione creativa alla Puglia, la terra del suo cuore. È stata la lettura dei testi dell'antropologo Ernesto De Martino, dedicati alle tradizioni e ai riti di quei territori, che hanno influenzato, nello studio dell'opera d'arte, autori come Germano Celant o Georges Didi-Huberman, a condurla a esplorare le sue radici. Il progetto della collezione si è delineato come opera corale, in cui Chiuri ha agito per enfatizzare quei processi di creazione collettiva che sono insieme memoria e valore, cultura e futuro di tradizioni artigianali uniche. Così i tessuti della Fondazione Le Costantine, espressione di una sapienza tessile antica in cui ogni errore diventa un nuovo punto da sperimentare, forniscono materia unica per una serie di giacche, tra cui l'iconica Bar jacket. «Amando e Cantando» è il motto delle Costantine, che viene ricamato sul retro delle gonne. È a Miss Dior, il famoso motivo floreale del fondatore, che l'artista Pietro Ruffo guarda per reinventare un campo costellato da quelle spighe, da quei fiori come il papavero che nascono spontanei e che per Chiuri ancora oggi sono il paesaggio dell'estate. Una diversa narrativa della natura che si dispiega in abiti lunghi di cotone leggero, camicie e shorts. È sempre Pietro Ruffo a creare una serie di cinque fiori cartiglio con motti come: «Les Parfums sont les sentiments des fleurs», per una nuova araldica che prende ispirazione dalle illustrazioni racchiuse nel libro del 1638 De Florum Cultura di Giovanni Battista Ferrari. (ANSA).
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