ConfessioniElena Di Cioccio, tra cocaina e AIDS: «Non voglio più nascondermi»
Covermedia
29.3.2023 - 11:05
Nel suo libro «Cattivo Sangue», in uscita il 4 aprile, l’attrice parla a cuore aperto del suo passato travagliato e della sieropositività.
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29.03.2023, 11:05
29.03.2023, 11:50
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«Ho 48 anni e da 21 sono sieropositiva. Ho l’Hiv»: così Elena Di Cioccio rivela al pubblico la sua vulnerabilità.
«Ho sperimentato ogni tipo di reazione: fuga, compassione, rabbia. Ma il problema è come sto io rispetto a questa cosa. La medicina ha fatto finire l’epoca dell’alone viola, della paura: per voi e per noi».
Ecco quindi perché ha deciso di vuotare il sacco nel suo libro in uscita il 4 aprile, «Cattivo Sangue», edito dalla Vallardi.
«Nessun modo posso contagiare qualcuno»
«Dopo anni passati divisa tra la paura e la rabbia, non mi sento più in difetto di niente. Io sono questa cosa qui e non voglio più nascondermi. Quando incontro ogni singola persona mi domando se, come e quando dire che sono sieropositiva: lasciando la mia parola scritta ora lo do per fatto, una volta per tutte».
Per la Di Cioccio, sdoganare lo stigma, significa essere libera di esprimersi.
«Quindici anni fa: mi taglio la mano in una classe di teatro, esce del sangue. Si avvicinano per aiutarmi e io urlo: «No, non mi toccate». Cavolo che brutto carattere. Oggi processare questa gigantesca marea di emozioni è possibile grazie a quello che la medicina ci dice, e cioè che siamo pazienti cronicizzati e in nessun modo io posso contagiare qualcuno. Per me è un sospiro di sollievo: non devo più stare sempre in allerta».
Figlia del leader della Pfm Franz Di Cioccio e della manager Anita Ferrari, l’attrice racconta al Corriere della Sera anche il suo passato incatenato alla cocaina.
La madre morta suicida, nessun rapporto col padre
«A un matrimonio sono uscita dal bagno e me la sono trovata davanti: tu che sei su di giri non ti accorgi ma da fuori si vede tutto benissimo. Lei mi ha detto solo: no, anche tu no. Era così spaventata, addolorata e impotente che mi è passata attraverso», racconta la Di Cioccio parlando di quando fu scoperta dalla madre, morta suicida.
«Processare il dolore non è uno sport per tutti e mia mamma aveva stratificato una quantità di dispiaceri davvero grande, non processandoli, appunto. Alla fine se la sono portata via».
Fallito il primo tentativo di suicidio, l’attrice comprese però che la fine per la madre era inevitabile.
«È un inciampo che fanno in tanti quello di dire a qualcuno che soffre così: se mi vuoi bene smetti. Il problema è che non vogliono bene a loro stessi. Io a un certo punto ho capito che ero come lei e un giorno, nel suo primo Tso, le ho detto: ti devo lasciare andare. E lei mi ha risposto: hai ragione. Quando poi è successo, in qualche modo ero pronta. Mi ero già detta: arriverà il giorno che lo farà ma non posso stare sul balcone della vita ad aspettare che succeda. La mattina in cui ho trovato tutti quei messaggi sul telefono, ho capito tutto prima di leggerli».
Con il padre, ad oggi Elena non ha rapporti significativi.
«Ho deciso di preoccuparmi solo di me. Con papà non abbiamo rapporti, ognuno è andato per la sua strada. Ma c’è sempre domani, chissà. Quello che spero ora è di essere finalmente me stessa».