TVEleonora Abbagnato: «Sto lavorando ad una serie»
Covermedia
21.12.2022 - 07:00
L’étoile porterà sul palco 72 danzatori per il balletto di Don Chisciotte, la cui coreografia inaugura il teatro dell’Opera di Roma.
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21.12.2022, 07:00
22.12.2022, 09:23
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Eleonora Abbagnato ha progetti ambiziosi da realizzare. Tra tutti anche quello di una serie tv, che ricalchi le orme di un corpo di ballo.
«Sto lavorando a una serie televisiva sulla danza. Ora stiamo facendo i casting. Cominceremo a breve. Ci sarò anche io: un’insegnante di danza anche sul set», si legge nell’intervista concessa al Messaggero.
Nel frattempo però la ballerina va in scena con 72 danzatori con il balletto Don Chisciotte, tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes e firmato da Laurent Hilaire, in scena anche la vigilia di Natale e di Capodanno. Lei però non ballerà.
«(Ballo, ndr) solo a Parigi, dove andremo in tournée subito dopo Don Chisciotte per Le quattro stagioni al Palais des Congrès. I miei ballerini ora sono richiesti anche all’estero. Che traguardo. Io sono appena tornata dal Giappone: ho danzato in un gala con star internazionali. Ora devo pensare ai ragazzi».
Il copro di ballo dell’étoile è numeroso.
«Sono 90 allievi dai 9 ai 18 anni. Più una sessantina della compagnia. Non ho più riposo. I piccolini sono meravigliosi: hanno le stelline negli occhi. Per loro ho inserito corsi di danza di carattere e di contemporaneo. Devono arrivare in scena pronti per qualsiasi repertorio. E sto intensificando il legame tra scuola e compagnia. È l’insegnamento dell’Opéra».
Una sorta di nuova «casa» per la danza
«C’è un progetto per una struttura che dovrebbe ospitare scuola, sale prove, teatro. E mi piacerebbe che ci fosse anche il modo di ospitare allievi che arrivano da fuori. A Parigi, da bambina, mangiavo, dormivo e studiavo nell’accademia dell’Òpera. Sono appena andata a fare audizioni in tutta Italia. Ho selezionato 60 ragazzi tra trecento. E il 27 febbraio faremo una dimostrazione. I migliori entreranno da noi. Ma bisogna sostenere le famiglie dei ragazzi che arrivano da fuori. La Fondazione Bocelli mi sta dando la mano: voglio aprire le porte a tutti, anche a bambine che arrivano da Palermo come me».
Per la figlia però sogna un futuro lontano dalla danza: «Io non vorrei, perché si soffre. Vediamo... Intanto la scuola è una buona formazione di vita: disciplina, sacrificio. E io ci credo».