Trauma Emilia Clarke: «Sopravvissuta a due aneurismi cerebrali»

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22.3.2019 - 13:54

91st Academy Awards (Oscars 2019) held at the Dolby Theatre - Arrivals

Featuring: Emilia Clarke
Where: Los Angeles, California, United States
When: 24 Feb 2019
Credit: Adriana M. Barraza/WENN.com
91st Academy Awards (Oscars 2019) held at the Dolby Theatre - Arrivals Featuring: Emilia Clarke Where: Los Angeles, California, United States When: 24 Feb 2019 Credit: Adriana M. Barraza/WENN.com
Source: Adriana M. Barraza/WENN.com

La star de Il Trono di Spade ha raccontato il suo trauma al The New Yorker.

Rivelazioni shock da parte di Emilia Clarke. La star de Il Trono di Spade è sopravvissuta a due aneurismi cerebrali: il primo si è verificato all’età di 24 anni quando l’attrice britannica aveva appena iniziato le riprese del fantasy drama, mentre il secondo durante la terza stagione.

Il doppio evento traumatico ha rischiato di stroncare la carriera di Emilia, come da lei raccontato in una lettera pubblicata sul The New Yorker.

«Il mio lavoro, il sogno di una vita intera, ruota attorno al linguaggio, attorno alla comunicazione e senza quella, ero perduta», ha dichiarato la Clarke.

Il primo aneurisma ha provocato un’afasia temporanea, ovvero la perdita della capacità di comprendere o comporre un linguaggio: una condizione insopportabile tanto da spingere la star verso il pensiero della morte.

«Anche se dicevo cose senza senso, mia madre è stata così gentile dall'ignorarle e provare a convincermi che ero perfettamente lucida. Ma sapevo che non era così e nei momenti peggiori volevo spegnere le macchine. Ho chiesto ai medici di lasciarmi morire».

Il peggio sarebbe arrivato dopo la seconda operazione al cervello: «Quando mi hanno svegliato stavo urlando dal dolore. La procedura non aveva funzionato. Avevo un'importante emorragia e i dottori mi hanno detto chiaramente che le mie chance di sopravvivenza sarebbero state poche se non mi avessero operato di nuovo».

Fortunatamente - e miracolosamente -, Emilia è riuscita a farcela, grazie all’aiuto dei medici, della famiglia e degli amici.

«Negli anni che vanno dalla seconda operazione in poi, sono riuscita a guarire in un modo che va al di là di quelle che erano le mie migliori speranze. Mi sento infinitamente grata, verso mia mamma e mio fratello, i dottori e gli infermieri, i miei amici».

La 32enne ha trovato conforto anche nel padre, morto nel 2016 dopo una battaglia contro il cancro.

«Ogni giorno, mi manca mio padre… e non posso nemmeno ringraziarlo per aver tenuto la mia mano fino alla fine».

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