Rivelazioni Filippa Lagerbäck sulla depressione del marito Daniele Bossari: «Era complicato»

Covermedia

28.8.2023 - 16:30

Filippa Lagerbäck
Filippa Lagerbäck

La conduttrice scandinava si racconta tra vita privata e incertezze. E di Daniele Bossari dice: «Durante la depressione lo scenario era complicato».

Prossima ai 50 anni, Filippa Lagerbäck, sprizza ancora positività senza preoccuparsi della vecchiaia.


«I 40 anni non mi hanno toccato, invece i 50 sono tosti: fai un bilancio e pensi al futuro. Qual è la mia analisi? Regalare del tempo a chi ami è la cosa migliore», dice la conduttrice scandinava al Corriere della Sera, parlando anche della necessità per alcune donne di ricorre al chirurgo estetico.


«È la pressione della società che spinge a certe scelte. Contano anche le frasi: l’affascinante cinquantenne; è ancora una bella donna; sessant’anni, ma non li dimostra. Che palle!! Non si sente mai dire lo stesso sugli uomini. La mia idea? Bisogna saper invecchiare con dignità».

Per Filippa, oggi le ragazze mirano ad un’ideale di bellezza stereotipato.
«Sono omologate: tutte vogliono avere nasino, sopracciglia e bocche uguali. È la ricerca di una perfezione non raggiungibile: non è così che si sta bene con sé stessi».

L'importanza della positività

Il segreto della conduttrice, è di non cedere al pessimismo.
«Sorridere è meraviglioso. Mia nonna mi diceva di farlo: non mi voleva con la frangetta lunga, dovevo far vedere le sopracciglia che si inarcano quando sorridi.»

«Regalare un sorriso ha l’effetto dei cerchi sull’acqua: la magia si allarga (…) Non entro mai nel loop della negatività. Se passeggio, guardo il palazzo bello e non quello brutto. Cerco poi di dare input senza regole: il gna-gna-gna non mi va, la carota è più efficace del bastone».

Un atteggiamento premiante per la conduttrice, che insieme al marito Daniele Bossari, ha attraversato momenti duri.

«Ha avuto due travagli duri. Nel secondo, legato al tumore alla lingua, è stato più facile aiutarlo perché potevo essere più concreta nell’assisterlo. Invece durante la depressione lo scenario era complicato (…).».

«La sofferenza mentale è complessa, non hai terapie pronto uso. Non capire mi faceva sentire come se non appartenessimo più alla nostra vita. Ho anche pensato di avere la chiave della felicità. Ma se l’avessi posseduta non avrebbe funzionato nella sua «serratura»: era lui che doveva trovare le risposte giuste».