Rivelazioni Francesca Fagnani: «In televisione c’è poco coraggio»

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17.5.2023 - 11:00

Francesca Fagnani
Francesca Fagnani

Intervistata da Vanity Fair la conduttrice parla di sé e assicura: «Non sono una fighetta».

17.5.2023 - 11:00

Giunta all’apice del successo grazie al programma tv «Belve», Francesca Fagnani offre una retrospettiva del suo carattere, grazie al quale ha fatto breccia nel cuore dei telespettatori, compresi i millennials.

«(Ho avuto successo, ndr) Col coraggio. Vede, a differenza della vita privata, è nella vita professionale che sono coraggiosa», dice la giornalista nell’intervista rilasciata a «Vanity Fair».

«La prima serata in tv per "Belve" mi venne offerta un mese e mezzo prima della messa in onda. La verità è che nessuno ci voleva andare in quello spazio perché c’erano, nell’ordine, la Champions, tre programmi d’informazione, una fiction e a un certo punto pure "Le Iene". Mancava solo l’Apocalisse. Io credo che nella vita te la devi giocare: l’ho fatto con un programma di sole parole senza servizi, senza foto, senza balletti. È andata bene», ammette la Fagnani, da oltre un decennio fidanzata con il giornalista Enrico Mentana, che ha saputo conquistarla grazie alla complicità di coppia.

«È la noia a spaventarmi»

«È la noia a spaventarmi. Le donne di solito dicono: cerco qualcuno che mi faccia ridere. Io, invece, qualcuno che capisca le mie battute. Se non le capisci, hai ucciso l’eros. È la fine».

Il suo sense of humor ha colpito nel segno anche i più giovani, attratti dalla modalità diretta del suo talk show.

«"Belve" è molto visto dai ragazzini, su TikTok ha superato 250 milioni di visualizzazioni. Io non ho nemmeno 50 follower. Questi ragazzi smontano il programma in pillole, noi siamo ancorati allo share e io sono concentrata a guardare in camera pensando agli snodi e a come dare la pubblicità. È tutto così vecchio. Bisognerebbe pensare un format solo per questa immensa, nuova platea».

«Non credo nello snobismo»

Un modus operandi diverso dal cliché proposto nei programmi tv. «In televisione c’è poco coraggio. E non dipende dai conduttori ma dai dirigenti che dovrebbero investire su volti nuovi e premiare più il merito delle parrocchie. Sa che cosa mi interessa? Chi ha saputo inventare un linguaggio nuovo: al tempo Minoli e Santoro per anni, e chi dura da vent’anni senza flessioni come Maria De Filippi».

Ma guai a definirla una fighetta.

«Sono troppo romana per avercela (l’aria da fighetta, ndr). E non credo nello snobismo. Né lo cerco».

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