Diritti umani George Clooney: «Boicottiamo gli hotel del sultano del Brunei»

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29.3.2019 - 11:11

Hollywood star George Clooney and his wife Amal Clooney collect an award for their charity work at the People's Postcode Lottery Charity Gala in Edinburgh.

Featuring: George Clooney
Where: Edinburgh, United Kingdom
When: 14 Mar 2019
Credit: Euan Cherry/WENN
Hollywood star George Clooney and his wife Amal Clooney collect an award for their charity work at the People's Postcode Lottery Charity Gala in Edinburgh. Featuring: George Clooney Where: Edinburgh, United Kingdom When: 14 Mar 2019 Credit: Euan Cherry/WENN
Source: Euan Cherry/WENN

La star di Hollywood si scaglia contro l’introduzione della lapidazione e della pena di morte per omosessuali e donne adultere nel piccolo paese islamico.

George Clooney scende in campo contro le nuove leggi anti-gay, promulgate dal Sultano del Brunei.

L’attore hollywoodiano ha scritto una lunga lettera, pubblicata sulle colonne del sito di Deadline, per chiedere ai fan, agli amici e a chiunque abbia a cuore i diritti umani di boicottare il Beverly Hills Hotel, l’Hotel Bel-Air e altre strutture ricettive di lusso, in segno di protesta in vista dell’introduzione nel piccolo stato islamico di una forma ancora più crudele di Sharia, che prevede la lapidazione per gli omosessuali e per le donne adultere.

Lapidazione per gay e adulteri

«La data 3 aprile è una data unica per quello che è successo. I teologi e gli astronomi dicono che sia il giorno della morte di Cristo in croce. Il 3 aprile il Presidente Truman firmò il Piano Marshall, probabilmente il più grande intervento della storia. La prima telefonata da un cellulare fu fatta il 3 aprile. Marlon Brando è nato in quella data - ha scritto Clooney -. Ma adesso il 3 aprile diventa anche il giorno in cui, in Brunei, i cittadini gay o accusati di adulterio potranno essere lapidati e condannati a morte».

«Il Brunei non è un paese significativo. La sua popolazione è inferiore a 500mila persone, piuttosto piccolo se rapportato ai suoi vicini… Ma il Brunei ha il petrolio. Quest’anno è stato classificato da Forbes come quinto stato più ricco del mondo… Buon per loro. Certo, non si va alle elezioni dal 1962 e hanno adottato la forma più estrema di Sharia, il che è meno buono per loro».

«Non diamo soldi a chi viola i diritti umani»

In un altro estratto della nota si legge: «Sono hotel bellissimi. Le persone che ci lavorano sono gentilissime e non hanno niente a che fare con la proprietà. Ma ogni volta che entriamo per un meeting o una cena, diamo dei soldi a chi condanna i propri cittadini a morte perché gay o adulteri. Il Brunei è una Monarchia e certamente ogni atto di boicottaggio potrebbe avere un piccolo effetto sul cambiamento delle leggi. Vogliamo davvero partecipare con i nostri soldi a queste violazioni dei diritti umani? Aiuteremo queste persone a finanziare l’uccisione di cittadini innocenti? Ho imparato nel corso degli anni ad avere a che fare con regimi sanguinari, che purtroppo non possiamo condannare. Ma possiamo condannare le banche, i finanzieri e le istituzioni che fanno affari con loro e dirigere lo sguardo da un’altra parte».

L'elenco degli hotel

Clooney ha chiuso la lunga lettera elencando alcuni hotel facenti capo alla Brunei Investment Agency, tra cui il The Dorchester Hotel di Londra, il Plaza Athenee di Parigi, l’Hotel Eden di Roma e l’Hotel Principe di Savoia, a Milano.

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