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La giusta causa George Clooney: "vittoria" contro il Sultano del Brunei
CoverMedia
7.5.2019 - 11:11
L’attore esprime soddisfazione per l’abolizione della pena di morte per gay e adultere nello piccolo stato del sud-est asiatico.
George Clooney ha accolto con soddisfazione la revoca della pena di morte per gli omosessuali da parte del Sultano del Brunei.
Recentemente, il divo di Hollywood - che ieri ha compiuto 58 anni -, aveva lanciato una campagna per boicottare i nove hotel di lusso di proprietà del Sultano, in segno di protesta contro le barbare leggi contro gay e donne adultere.
Dopo il dietrofront del sovrano del piccolo stato del sud-est asiatico, l’attore e regista americano ha rilasciato un comunicato stampa, in cui si legge: «È un enorme passo in avanti dopo un gigantesco salto all’indietro».
«Stabilisce che i cittadini del Brunei non verranno giustiziati per il solo fatto di essere gay. Inoltre manda un messaggio cruciale a quei paesi come l’Indonesia o la Malesia: per questo tipo di leggi, c’è un prezzo da pagare. E il prezzo non ha solamente a che vedere con alcuni ragazzi che boicottano i vostri hotel. Il prezzo riguarderà grandi banche e corporation che non vorranno fare affari con voi».
«Le istituzioni finanziarie hanno fatto un passo indietro e ciò ha avuto un impatto enorme. Detto ciò, la lapidazione esiste ancora. Ciò significa che, man mano che la pressione si smorzerà, loro torneranno a effettuare le esecuzioni. Ognuno è libero di fare ciò che ritiene corretto in quanto al boicottaggio. Per me e la mia famiglia risulta impossibile voltare le spalle fino a quando questa legge draconiana sarà ancora in atto».
All’iniziativa di Clooney hanno aderito Elton John, Ellen DeGeneres e grandi corporation come JPMorgan e la Deutsche Bank.
Nella nota affidata a Deadline, George scriveva: «Il quinto paese più ricco al mondo cattura una giovane donna perché ritenuta lesbica, la seppellisce fino alla testa e chiede a 25 uomini di lanciarle delle pietre fino a farla morire…».
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