TV e televenditeGiorgio Mastrota e gli esordi: «Tutto pilotato, ero raccomandato»
Covermedia
3.4.2023 - 11:00
Ha vinto il concorso «Il più bello d’Italia» nel 1988 grazie all’endorsement di Gianfranco Funari. Ora è il re delle televendite, ma non si pente di nulla.
03.04.2023, 11:00
03.04.2023, 11:15
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Giorgio Mastrota ama definirsi come «l’uomo delle pentole e dei materassi».
Ma prima del suo marchio di fabbrica, era un artista poliedrico. A farlo emergere fu il concorso «Il più bello d’Italia», edizione 1988. «Tutto pilotato, ero raccomandato», dice Mastrota definendo i particolari nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
«Gianfranco Funari, che era presidente della giuria del concorso che si teneva a Loano, mi chiamò a partecipare con la garanzia che avrei vinto. Il problema è che oltre a me, che ero il raccomandato della parte della giuria che veniva dalla televisione, c’era un altro raccomandato dal mondo del cinema. Si chiamava Caveri, non so che fine abbia fatto».
Da allora è trascorso molto tempo e fatta eccezione per alcuni programmi condotti, Mastrota si è arenato alle televendite.
«Ho scelto la famiglia»
«La tv è fatta di alti e bassi. E chi la fa si divide in due categorie: quelli che se ne fanno una ragione e quelli che non ci stanno. Io sono sempre stato nel primo gruppo. Nel 1995 prendo in mano un programma, «Nati per vincere», che va decisamente male. Avendo nel frattempo continuato a fare le televendite e le telepromozioni, con un certo successo, le aziende insistevano nel volermi e io a fare essenzialmente quello», ammette Mastrota che ha deciso di fermarsi nella sua comfort zone.
«Dopo «Meteore», con Gene Gnocchi su Italia 1, la Rai mi propone «Festa di classe» dopo Amadeus. Avrei dovuto trasferirmi a Roma, lasciare le televendite e soprattutto allontanarmi da Federico, il secondogenito avuto dalla mia compagna di allora Carolina, che era appena nato».
«C’è chi vive di smanie di rivalsa e chi invece, volta per volta, di fronte alle scelte della vita si fa una semplice domanda: sto bene così oppure no? – ricorda Mastrota -. Scelsi la domanda. E trovai subito la risposta. Sì, stavo bene così».
è stata la scelta giusta
59 anni, quattro figli e fresco di nozze con Floribeth Gutierrez, l’artista non si pente della sua scelta.
«Certo che ci ripenso. E, quando succede, riformulo la domanda. La risposta è che sto bene, quindi è stato giusto aver rinunciato. Oggi i figli sono quattro. Dopo Natalia Junior e Federico sono arrivati Matilde e Lorenzo, io e Floribeth ci siamo finalmente sposati e abitiamo in mezzo alla natura, a Bormio. Io giro ancora le televendite e passo il tempo libero a leggere saggi di politica italiana e internazionale, la mia passione».
Il dopo Estrada: «Mi consolava anche il macellaio»
Nell’intervista Mastrota accenna anche alla fine della sua relazione con Natalia Estrada, dalla quale si separò nel 1998.
«(La separazione fu, ndr) Difficile. Piaciuti, voluti, amati, sposati: tutto in una sequenza rapidissima, come una vampata che brucia una cosa dopo l’altra. La fine del matrimonio fu un evento così clamoroso che finì nei titoli del Tg5».
«Ma fu accelerata anche la sofferenza del post. Sai, quando una cosa la sanno tutti, esci di casa e ti arrivano parole di conforto da chiunque: il passante, l’edicolante, il macellaio. E passa prima».