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Cinema Gli 80 anni di Al Pacino, dal Bronx al premio Oscar
ATS
24.4.2020 - 15:20

Per capire che persona e che attore sia Al Pacino, che festeggia un compleanno importante – 80 anni il 25 aprile – si può partire da un doppio percorso, prima personale e poi professionale.
Dal Bronx all'Actors Studio
Figlio di due immigrati siciliani (il padre lasciò la famiglia quando Al era ancora in fasce), Pacino nasce ad Harlem il 25 aprile del 1940, ma la madre, poverissima, si trasferisce nel Bronx e a lui tocca la dura legge della strada: fumatore e consumatore di droghe leggere fin dai 10 anni, ribelle e manesco, non ama la scuola che lascerà a 17 anni.
Bussa invano alla porta dell'Actors Studio a 20 anni: dovrà fare la gavetta per quasi un decennio prima che Lee Strasberg riconosca in lui qualità fuori dal comune e lo adotti come un secondo padre. Nel frattempo si mantiene facendo mille mestieri.
Gli esordi al cinema e l'incontro con Coppola
Alla morte di Strasberg gli succederà come presidente della scuola, ruolo che mantiene anche adesso insieme a Ellen Burstyn e Harvey Keitel. Ama il teatro, il cinema gli offre però un'occasione insperata già nel 1971: un autore come Jerry Shatzberg, tipico esponente della New Hollywood gli offre la parte del protagonista, il giovane spacciatore Bobby, in «Panico a Needle Park»: è una rivelazione.
Lo nota Francis Coppola che lo impone ai produttori per il ruolo di Michael ne «Il Padrino»: otterrà la nomination come migliore non protagonista, ma Pacino contesta il verdetto dicendo che la sua parte non è inferiore a quella di Marlon Brando che invece vince. Risultato? Alla cerimonia non partecipa nessuno dei due, sia pure per ragioni diverse.
Attore prediletto per la «nuova onda» di Hollywood
Da lì in avanti comunque, diviene l'attore prediletto per la «nuova onda» dei cineasti statunitensi: torna a illuminare il lavoro di Schatzberg con «Lo spaventapasseri» (vincitore a Cannes nel '73), si trasforma per i ruoli che gli affida Sidney Lumet (prima il poliziotto sotto copertura di «Serpico» poi il disperato rapinatore di «Quel pomeriggio di un giorno da cani»), riprende i panni di Michael Corleone per gli altri episodi della saga, recita per Sydney Pollack, Norman Jewison, Oliver Stone, William Friedkin.
La contestazione della lobby gay contro «Cruising» lo getta nella disperazione più nera e per quattro anni non apparirà più al cinema, rifugiandosi in teatro. Lo recupera Brian De Palma che lo porta al successo con «Scarface» e poi «Carlito's Way».
La resistenza dei veterani di Hollywood

Willis, Stallone ed Eastwood: anche a un’età avanzata, sono protagonisti del cinema del 21esimo secolo.
Immagine: Balboa/Matten/Universal

Il primo della serie: Sylvester Stallone nel ruolo di John Rambo in «Rambo First Blood» (1982).
Immagine: Elcajo Productions

Di tanto in tanto, Stallone combatte anche Mister T. nella serie di film «Rocky». Qui in «Rocky III» (1982).
Immagine: Chartoff-Winkler Productions

Ovviamente, Stallone non poteva non figurare nel cast di «I mercenari - The Expendables» (2010). Il film riunisce alcune leggende dei film di azione.
Immagine: Millenium Films

Ancora Rocky Balboa, ma stavolta come allenatore del personaggio di Michael B. Jordan, Adonis Creed, nel film « Creed - Nato per combattere» del 2015.
Immagine: Warner Bros.

In «Rambo: Last Blood» (2019) Stallone interpreta probabilmente il suo personaggio di veterano per l’ultima volta.
Immagine: Balboa Productions

Il primo film della serie «Die Hard», « Trappola di cristallo», è uscito nel 1988. Bruce Willis non ha rinunciato a interpretare il ruolo di John McClane.
Immagine: Twentieth Century Fox

In «Armageddon» nel 1998, Willis ha interpretato il ruolo principale insieme a numerosi grandi nomi del cinema: Owen Wilson, Ben Affleck e Michael Clarke Duncan (da destra a sinistra), per citarne solo alcuni.
Immagine: Touchstone Pictures

«RED» (2010) l'ha visto ancora lottare contro delle spie che avevano rapito un agente segreto: Willis deve occuparsi di Byung-Hun Lee.
Immagine: Summit Entertainment

Anche nel 2019, i cinefili hanno potuto meravigliarsi davanti a Bruce Willis: in «Glass», sequel di«Unbreakable - Il predestinato», è stato di nuovo scritturato dal regista M. Night Shyamalan.
Immagine: Universal Pictures

La leggenda ai suoi esordi: Clint Eastwood ne « Gli avvoltoi hanno fame» (1970).
Immagine: The Malpaso Company

2008: Eastwood brilla in «Gran Torino».
Immagine: Matten Productions

E solo lo scorso anno ha interpretato Leo Sharp in una sceneggiatura che ha scritto lui stesso: « Il corriere - The Mule».
Immagine: Warner Bros.

Nel 1959, Robert Redford faceva i suoi esordi sul piccolo schermo nel film «Ai confini della realtà».
Immagine: Cayuga Productions

Il suo carisma resta intatto, anche nel film «Il candidato» del 1972.
Immagine: Redford-Ritchie Productions

L'anno scorso, ha dato il suo addio al cinema: il suo ultimo film è stato «The Old Man and the Gun».
Immagine: Endgame Entertainment

Il ruolo più celebre di Al Pacino: Tony Montana in «Scarface» nel 1983.
Immagine: Universal Pictures

Quentin Tarantino l’ha assunto per «C’era una volta a… Hollywood» (2019).
Immagine: Heyday Films

Nel famoso «Taxi Driver» (1976) di Scorsese, Robert De Niro interpreta un outsider di nome Travis Bickle...
Immagine: Columbia Pictures

...e in «Joker» (2019), ha a che fare con un outsider.
Immagine: DC Comics
Il primo Oscar nel 1993 per «Profumo di donna»
E nel '93, dopo una lunghissima rincorsa, vince finalmente l'Oscar con il remake americano di «Profumo di donna» nel ruolo dell'ufficiale cieco con la regia di Martin Brest. Nello stesso anno ottiene anche la nomination per il corale «Americani» di James Foley dalla pièce di David Mamet. Il film debutta alla Mostra di Venezia dove Pacino riceve anche il Leone d'oro alla carriera dalle mani di Gillo Pontecorvo.
Ormai è un'icona di Hollywood e Michael Mann gli dà nuovo lustro con «Heat» in cui duetta con l'altro mito della sua generazione, Robert De Niro, anche se i due appaiono insieme in una sola scena (recitata separatamente) e poi in Insider.
Un talento istrionico
Celebre piantagrane sul set, ma professionista impeccabile, Al Pacino è un istrione prestato a un cinema che sempre più predilige il minimalismo espressivo: anche per questo ogni volta giganteggia sconfiggendo anche i supereroi Marvel dell'immaginario collettivo.
Ma ogni amante del cinema lo ricorda soprattutto per il suo Michael Corleone, capace di trasformarsi da gentile colletto bianco a picciotto di una Sicilia che non c'è e poi gelido mostro che mette un'intelligenza superiore al servizio della malavita senza pietà nemmeno per i suoi affetti più cari: nessuno era mai riuscito a dare così tante sfaccettature al personaggio rimanendo fedele a se stesso.
Clamorosi rifiuti
Nella sua carriera, punteggiata da nomination e premi quasi ad ogni apparizione sullo schermo (salvo alcune brucianti stroncature), spicca anche una lunga lista dei ruoli rifiutati: da «Taxi Driver» a «Incontri ravvicinati del terzo tipo», da «Guerre stellari» (doveva interpretare Ian Solo) a «Blade Runner», da «Apocalypse Now» (come antagonista di Brando) a «Kramer contro Kramer» (fu rimpiazzato da Dustin Hoffman), da «Rambo» a «C'era una volta in America», fino a «Pretty Woman» e «Basic Instinct»: titoli e ruoli così diversi tra loro che dicono bene come i maggiori registi e produttori americani si fidassero del suo incredibile trasformismo fatto di meticolosa preparazione e duttilità espressiva. La stessa volubilità istintiva che mette, di fatto, anche nella vita personale.
Volubile e istintivo anche nella vita privata
Nella vita privata, attestano fonti mai smentite dall'interessato, Alfredo James Pacino non si è mai sposato ma ha avuto relazioni sentimentali con ben 11 attrici avendo da due di loro (l'insegnante di recitazione Jan Tarrant e Beverly D'Angelo) tre figli, una bambina e due gemelli di cui ha poi avuto la custodia. In seguito: Jill Clayburgh, Tuesday Weld, Marthe Keller, Carol Cane, Diane Keaton, Penelope Ann-Miller, Madonna, l'argentina Lucila Solà e l'israeliana Meital Dohan con cui ha convissuto fino al febbraio scorso.
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