Spettacolo Guadagnino, mi sento un outsider del cinema

ANSA

6.9.2020 - 15:31

Corto su lockdown e docu su Ferragamo. Covid non fermerà sale

VENEZIA, 06 SET – Intanto una buona notizia: «Il sequel di Chiamami col tuo nome si farà, ci sto lavorando, anche se è presto parlare di set», dice all'ANSA Luca Guadagnino, confermando il progetto atteso moltissimo dai giovani che del film del 2017, tratto dal romanzo di Andrè Aciman, hanno fatto un cult e reso il protagonista Timothée Chalamet uno dei beniamini della generazione. Il cineasta-autore-produttore è a Venezia per presentare il cortometraggio girato durante il lockdown, 'Fiori, fiori, fiori' e il documentario fuori concorso Salvatore – Shoemaker of dreams dedicato alla straordinaria avventura di Ferragamo (uscirà in sala con Lucky Red nel 2021) e dal 18 al 26 settembre sarà presidente della giuria del festival di San Sebastian durante il quale in prima mondiale si vedrà il suo debutto nelle serie tv, We are who we are, in onda su Sky dal 9 ottobre.

Il Covid, seppure cambia regole di produzione e sensibilità, non lo ferma davvero. «Certo – ammette – il rapporto con la creatività non è lo stesso, si viaggia meno, ci sono tante regole, io stesso sono in crisi per mettere in scena le scene d'amore e di passione, ma certo non mi fermo per questo».

Nel lockdown è «aumentato in maniera universale il desiderio di muoversi. Io ero a Milano, soffrivo anche per motivi privati la situazione e mi è salito fortissimo il desiderio di tornare nei luoghi della mia infanzia». Nel corto si vede un Guadagnino emozionato come un bambino di rivedere volti familiari, luoghi, persino odori.

In Salvatore – Shoemaker of dreams, Guadagnino racconta il designer delle scarpe con un'incredibile abbondanza di materiali d'archivio rintracciati a Firenze in casa Ferragamo a Palazzo Spini Feroni, ma anche a Hollywood dove il ciabattino dello sperduto Bonito in provincia di Avellino è amato e riconosciuto tra i pionieri dell'industria cinematografica dell'epoca d'oro, da Scorsese ai più noti critici. Il legame tra Guadagnino e lo stilista è «nella ricerca della bellezza, con incredibile modestia. Ha sempre vissuto la sua vita come un outsider, qualcuno fuori dal coro. E in questo mi sento per il cinema proprio come lui». (ANSA).

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