House of Gucci, Lady Gaga 'Non volevo una caricatura' - Gallery
Omaggio a legacy italiana e un po' di aiuto da Tony Bennett, «Non volevo trasformare Patrizia Reggiani in una caricatura».
Nei giorni che precedono l'uscita
nelle sale di «House of Gucci» Lady Gaga racconta come e'
arrivata alla nuova interpretazione che potrebbe fruttarle il
secondo Oscar della sua carriera, stavolta come migliore attrice
dopo quello per la miglior canzone in «E' Nata Una Stella».
«Patrizia voleva sentirsi parte quando non lo era. Per molti
versi la posso capire, cosi' ho portato quella parte del mio
carattere nel ruolo trovando un modo di assimilarmi a ritroso:
da italo-americana a italiana che voleva sopravvivere e che, a
dispetto di tutti i suoi sforzi, non ci riusciva», ha detto Gaga
spiegando di aver avuto, nella prospettiva che l'ha portata a
ricreare il personaggio della Reggiani, un po' di aiuto
dall'amico Tony Bennett.
«Lui odia il mondo con cui gli italiani
sono rappresentati come criminali, ad esempio nei film di un
certo regista», ha detto, riferendosi a Martin Scorsese.
Rispondendo poi a domande del pubblico dopo una anteprima a
Los Angeles, Gaga ha confermato di aver modellato il suo accento
su quello del Nord Italia, praticandolo non stop per nove mesi
anche nella vita reale.
Basato sul libro «The House of Gucci» di Sara Gay Forden, il
film segue l'ambiziosa Patrizia nel corteggiamento di Maurizio
Gucci (Adam Driver), il successivo matrimonio da outsider nella
dinastia dietro la celebre casa di moda e il tetro finale in cui
lei assume un sicario per assassinare il marito.
«Quando mi hanno offerto la parte stavo attraversando un
momento veramente complicato», ha detto Gaga al «New York
Times»: una depressione in cui l'artista nata 35 anni fa come
Stefani Joanne Angelina Germanotta si dibatteva se voleva
davvero continuare ad essere Lady Gaga. Cosi', quando arrivo'
l'offerta di trasformarsi in un'altra persona nel film di Ridley
Scott, lei afferro' al balzo l'occasione.
(ANSA)