I ricercatori hanno esplorato la possibilità di bias cognitivo. Vediamo di che si tratta.
Un uso frequente delle reti sociali non ci rende dipendenti. Almeno così ritengono i ricercatori della University of Strathclyde, in Scozia, che hanno analizzato il comportamento di un gruppo di utenti tramite il processo cosiddetto bias cognitivo, uno dei segni più distintivi delle dipendenze.
Il team di ricerca ha preso un campione di 100 partecipanti osservando l’uso di specifiche applicazioni sullo smartphone al fine di esplorare il processo.
I risultati indicano che la loro attenzione non era attratta dalle app dei social in modo maggiore rispetto alle altre app, e le persone che controllavano di frequente i loro account social «non avevano maggiori probabilità» di essere attratti da quelle determinate app rispetto agli individui che controllavano o pubblicavano post raramente sulle piattaforme sociali.
I risultati, inoltre, non hanno rilevato nessuna associazione tra l’attrazione verso le app specifiche dei social network e un livello tangibile o autodefinito di dipendenza.
«La nostra ricerca dimostra che ci sono aspetti molto positivi nel coinvolgimento di un individuo nel mondo dei social, per esempio sensazioni di benessere legate all’essere connesso con gli altri», ha dichiarato David Robertson, uno degli autori dello studio. «Ma il focus è sempre stato rivolto agli effetti negativi di un uso eccessivo del social sulla salute mentale, tra cui ansia e depressione».
Ora gli scienziati sono impegnati in ulteriori ricerche sugli effetti dei social media, sia quelli positivi che quelli negativi, così come sui loro risvolti sulla psiche degli user.