L'Onegin di Conlon e Carsen illumina l'Opera di Roma
Grandi applausi alla messa in scena del capolavoro di Cajkovskij
ROMA, 19 FEB – L'amore appassionato e non corrisposto della timida sognatrice Tatiana resiste all'indifferenza e alla freddezza dell'amato, ma non cede, molto tempo dopo, alle lusinghe del suo pentimento tardivo. Ha conquistato il Teatro dell'Opera di Roma la messa in scena di Evgenij Onegin, il capolavoro di Petr Il'ic Cajkovskij diretto da James Conlon con la regia di Robert Carsen. Il pubblico ha riservato grandi applausi all'esecuzione dell'orchestra guidata dal maestro americano e all'intero cast di voci. Nell'intervallo tra il primo e il secondo atto una calorosa standing ovation ha salutato la senatrice Liliana Segre che ha seguito lo spettacolo in platea.
Di grande fascino la lettura che il regista canadese propone del dramma in tre atti del compositore russo ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puskin. Carsen, che porta in Italia per la prima volta il suo grande successo presentato al Met di New York nel 1997, costruisce il racconto privandolo di riferimenti al periodo storico ad eccezione dei bei costumi di Michael Levine, che firma anche le scene di grande effetto. Onegin, il protagonista pervaso dalla noia e dalla malinconia, rifiuta l'amore che gli offre Tatiana per evitare la trappola del legame e della consuetudine, e solo alla fine, quando ritroverà la giovane conosciuta in campagna sposata all'anziano principe Gremin che le garantisce solidità economica e visibilità sociale, cercherà inutilmente di riconquistarla chiedendole perdono. La donna gli confessa di amarlo, ma di non voler rompere il giuramento di fedeltà al marito e lo abbandona. Repliche il 21, 25, 23 e 29 febbraio. (ANSA).
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