La Sonnambula, donne in casa di bambola
Bella direzione Scappucci, interpretazione e regia. Con dissensi
ROMA, 19 FEB - Lieve, intensa, difficile, romantica come poche, ben scritta e per fortuna a lieto fine come raramente accade, La Sonnambula di Vincenzo Bellini, storia di donne nelle loro sfumature caratteriali, torna al Teatro dell'Opera di Roma in una versione (integrale) che esalta tutte le sue peculiarità in una vera e propria casa di bambola. La prima - repliche fino al 3 marzo - con parterre delle grandi occasioni che ha accolto con molti applausi e qualche dissenso, la messa in scena ancora una volta elegante ed innovativa che è tra i caratteri distintivi di questa bella e coraggiosa stagione del Costanzi, evidentemente non apprezzata da una frangia minoritaria del pubblico. In questa Sonnambula la levità si ritrova senza dubbio nella bella direzione d'orchestra di Speranza Scappucci, che dimostra la sua crescita in questa interpretazione quasi sussurrata dei pianissimo dell'opera che Bellini scrisse nel 1831 su libretto di Felice Romani. Bravi i cantanti, piena di sfumature la regia di Giorgio Barberio Corsetti.
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