Regia Laura Samani premiata agli Efa 2022 per «Piccolo Corpo»

Covermedia

12.12.2022 - 13:10

«È un premio importante che mi rende felice», così la regista triestina esprime la sua emozione per il riconoscimento come «Migliore rivelazione europea» assegnato alla pellicola.

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Laura Samani ha commentato il premio assegnatole a Reykjavik durante la 35/a edizione degli Efa 2022 per il suo film «Piccolo Corpo».

Alla regista triestina è stato conferito infatti il riconoscimento come Migliore rivelazione europea.

«“Piccolo Corpo» è stato un viaggio molto lungo, perché abbiamo iniziato cinque anni fa, forse anche di più, ma è normale in Italia se vuoi parlare di argomenti particolari, come in questo caso».

L’argomento in questione si riferisce al mancato battesimo della figlia di Agata morta anzitempo, e del disperato tentativo di una madre, che per non permettere alla piccola di vagare nel Limbo, decide di intraprendere un viaggio dal nord Italia, fino ad un santuario in cui si dice che i bambini vengano riportati miracolosamente in vita per il tempo di un respiro, per essere battezzati e liberati dal peccato originale. La donna nasconderà il corpo senza vita della bambina in una scatola, trasportandola fino a destinazione.

Siamo agli inizi del Novecento, dove le credenze popolari e la religione cattolica condannavano l'anima dei non battezzati a restare per sempre intrappolati nel Limbo.
«Lo spunto è stato appunto il Limbo, ovvero l'idea di credere in qualcuno o qualcosa che non conosci veramente», dice la regista a proposito del film, anticipando poi qualche dettaglio sulla prossima pellicola.

«È un premio importante che mi rende felice e spaventata allo stesso tempo, perché sento ci sono aspettative su quel che verrà dopo. Il mio prossimo film sarà molto diverso. Sarà un coming of age in dialetto triestino dove ci sarà molta musica. Vengo da Trieste, prima che italiana mi sento triestina, figlia di una terra che si è unita all'Italia molto tardi. Sono molto sensibile allo spirito europeo essendo mezza slovena e mezza croata. Insomma mi sento più cittadina del mondo che italiana».