Lavia, gli assilli di Strindberg
Una metaforica lettura di Il padre, dramma su lotta tra sessi
ROMA, 24 GEN - 'Il padre' è uno dei drammi più alti, forti e terribili di August Strindberg sul tema, per lui centrale, dello scontro tra i sessi, specie all'interno del matrimonio, della maternità e della paternità, e Gabriele Lavia è la terza volta che negli anni vi si misura come regista e la seconda come interprete del Capitano, vittima di una moglie subdola e spietata e roso dal dubbio che la loro figlia non sia sua, ora in questa spettacolare e applaudita nuova produzione del Teatro della Toscana di cui firma anche l'adattamento, che si replica al Quirino di Roma fino al 4 febbraio, poi sarà a Bologna (8-11 Febbraio), Milano (15-25 febbraio), Torino (27 febbraio-11 marzo), Genova (13-18 marzo) e infine a Udine (21-23 marzo).
Una lotta feroce, cannibalesca, perfino simbolizzata da una sorta di ring, all'interno della prigione della famiglia era la forza delle letture precedenti. Ora questo Capitano di cavalleria mostra evidente una nuova e più metaforica nota esistenziale.
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