Autobiografia Le confidenze di Federica Pellegrini: «La sera prima di una gara quasi non mangiavo»

Covermedia

5.5.2023 - 16:30

Federica Pellegrini
Federica Pellegrini

La duecentista più forte della storia del nuoto ha raccontato la sua storia in un'autobiografia in uscita il 16 maggio.

5.5.2023 - 16:30

Nel libro, intitolato «Oro», la Divina parla della sua carriera sportiva, dei sacrifici, delle vittorie, delle sconfitte, degli amori.

Federica Pellegrini si svela in un volume in uscita il 16 maggio, intitolato «Oro» ed edito da «La nave di Teseo».

È il racconto di una vita scandita dalle bracciate, dal desiderio (e dall'obbligo) di dare sempre di più, di superare sé stessa prima ancora degli altri. Vittorie, record del mondo, 'resurrezioni' per altri impensabili: viste dagli spalti le gare della nuotatrice veneta sembravano cavalcate inarrestabili, quasi 'facili' nel dominio che esercitava sulle concorrenti.

Invece, come precisato dalla diretta interessata «le gare non sono mai state una passeggiata per me, ma quella lotta all’ultimo respiro io la cercavo. Se capivo di dover entrare in acqua e combattere alla morte, l’adrenalina mi scorreva ed ero felice. La condizione ideale per gareggiare era sentirmi un animale braccato».

Lotta, in primis, con il suo corpo

Per affrontare vent'anni di carriera ai vertici, la Divina ha dovuto combattere una lotta, in primis, con il suo corpo, chiamato a dare sempre di più, sempre il massimo: «La sera prima di una gara quasi non mangiavo. Era la tensione, certo, ma anche un modo di prepararsi all’assalto, come il lupo che prima di andare a caccia per affrontare la lotta digiuna, dimagrisce. La fame o l’inappetenza non erano solo forme nervose, ma manifestazioni di un atavico istinto al combattimento».

«All’inizio – ha ricordato – quando ero solo una ragazzina, mi sentivo un vuoto dentro che riempivo con le vittorie, ma dopo un po’ non era più quello. Da un certo punto in poi l’ho fatto solo per me stessa. Mi chiedevano a chi volessi dedicare le mie vittorie. Le più difficili, quelle che arrivavano dopo periodi duri, quelle delle rinascite le ho dedicate tutte a me stessa. Perché io ero l’unica a sapere che sacrifici avessi fatto per ottenere quei risultati. Io ero il lupo».

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