Spettacolo Lewis Hamilton: indagato per la t-shirt in onore di Breonna Taylor

CoverMedia

15.9.2020 - 13:11

2018 CFDA Fashion Awards

Featuring: Lewis Hamilton
Where: New York, New York, United States
When: 04 Jun 2018
Credit: Ivan Nikolov/WENN.com
2018 CFDA Fashion Awards Featuring: Lewis Hamilton Where: New York, New York, United States When: 04 Jun 2018 Credit: Ivan Nikolov/WENN.com
Source: Ivan Nikolov/WENN.com

La FIA apre un’inchiesta sulla maglietta indossata al Mugello con cui il campione britannico ha attaccato i poliziotti che hanno ucciso la donna afro-americana.

Lewis Hamilton rischia una salatissima multa, a causa della maglietta mostrata alla recente tappa del Mugello al Gran Premio di Formula 1.

Il campione automobilistico si è presentato sul circuito con indosso una t-shirt in onore di Breonna Taylor, un’operatrice sanitaria di colore brutalmente uccisa dalla polizia nel Kentucky, mentre si trovava nella sua abitazione.

«Arrestate gli agenti che hanno ucciso Breonna Taylor», si leggeva in un lato della maglietta.

«Dite il suo nome», recitava la scritta sul retro del capo, accompagnata da un’immagine di Breonna.

La FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) sta valutando se, attraverso la maglietta, Hamilton volesse lanciare un messaggio politico.

Il codice sportivo infatti vieta agli atleti di «apporre sulle loro automobili pubblicità di natura politica o religiosa o che rechi pregiudizio agli interessi della FIA».

Intanto i tre agenti accusati dell’omicidio di Breonna sono ancora in libertà e al momento non risultano indagati.

Recentemente Hamilton si è scagliato contro il mondo della Formula 1, in cui la comunità nera è scarsamente rappresentata.

«Faccio parte di uno sport che è dominato dai bianchi e in cui c’è pochissima diversità», ha dichiarato ad agosto a margine di un evento organizzato da Puma. «Con tutto quello che sta succedendo negli Stati Uniti, ho provato dei sentimenti molto forti. Molte persone pensano che sia una questione esclusivamente americana. È vero la polizia utilizza mezzi brutali a volte negli Stati Uniti, ma il razzismo sistemico esiste in tutto il mondo».

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