Spettacolo Luciano Ligabue: «Mi sento un provinciale»

Covermedia

26.2.2021 - 11:06

Ligabue
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Dopo 30 anni di carriera, il cantautore di Correggio ha mantenuto i piedi per terra senza montarsi la testa.

Luciano Ligabue è un’artista poliedrico che spazia dalla musica al cinema passando per letteratura e poesia.

Un’excursus lungo 30 anni durante i quali però non ha mai perso di vista le sue origini.

«Sono un provinciale al cento per cento. Sono cresciuto nella provincia che è la periferia di molti mondi e dove non si finisce mai di cercare un centro che alla fine scopri non esistere», ricorda il Liga nell’intervista rilasciata a Repubblica.

«Perché il centro è quello che hai sotto gli occhi, la gente che ti vuole bene e quella che un po’ ti invidia. Quanto al «re» non mi sono mai sentito un monarca. Signore delle cose che ho fatto, quello sì. Nella consapevolezza che quanto ho realizzato è stato dentro una concatenazione di determinazione, fortuna e talento. Se oggi riesco a fare quello che voglio è perché ho guadagnato una libertà che credevo non mi sarebbe mai stata concessa».

Costretto come i suoi colleghi artisti a rinunciare ai live a causa della pandemia, Ligabue sta risentendo del mancato contatto con il pubblico.

«È il bene che più mi manca. Mi mancano gli incontri con le persone, i concerti che sono, per me almeno, la parte più vera e divertente, gli amici. Manca in una parola la libertà di stare in mezzo agli altri», ammette il cantautore di Correggio parlando del lockdown.

«Ma so anche che certe costrizioni sono necessarie e non ci possiamo comportare come i bambini cui è stato tolto dalle mani un giocattolo pericoloso. Nello stesso tempo, so di essere un privilegiato. Ho sempre lavorato a casa, nei miei «covi» con le persone che stimo e di cui mi fido».

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