Il frontman degli Afterhours si prepara a calcare il palco all'Ippodromo delle Capannelle per Rock in Roma il 17 luglio.
13.07.2023, 13:00
13.07.2023, 13:05
Covermedia
È un Manuel Agnelli disincantato quello che parla al quotidiano Il Messaggero, dove si racconta senza filtri, con quell’allure malinconico che connota la sua cifra stilistica e personale.
57 anni, una carriera da frontman nella band Afterhours, Manuel calcherà il 17 luglio il palco all’Ippodromo delle Capannelle per Rock in Roma, dove farà ascoltare al pubblico i brani del suo primo album come solista, intitolato «Ama il prossimo tuo come te stesso».
«Interpreterò anche canzoni degli Afterhours. Pezzi come ‹Ballata per la mia piccola iena›, ‹Quello che non c'è›, ‹Male di miele›, li sento molto miei anche perché li ho scritti pensando a persone che avevo conosciuto».
«Come band non abbiamo progetti imminenti»
Il nuovo album però non pregiudica un ritorno della storica band.
«Non ci stiamo sciogliendo. Però non abbiamo neanche progetti imminenti. È un duro lavoro tenere insieme i bisogni di tutti. Considero tuttora gli Afterhours il progetto più importante della mia vita. Facendo un disco da solo, ho voluto però in qualche modo ricominciare da zero. Cercavo un po' di leggerezza, di semplicità».
Sul piano personale tuttavia Manuel non è del tutto risolto, come spiega nel corso dell’intervista.
«Sì, lo è. Ma fino a un certo punto. Non sono quello che sembro. Diciamo che non sono un grande fan di me stesso (…) Gli stessi difetti che vedo negli altri li vedo anche in me stesso: la non accettazione di propri limiti, della mediocrità. Quello che la gente scambia per ambizione in realtà è frutto del continuo bisogno di dimostrarmi migliore di quello che sono. Io non mi piaccio».
È il suo carattere poliedrico che lo aiuta a rinnovarsi.
«La curiosità mi salva: oltre alla musica, faccio radio, televisione, teatro. Più che un eterno insoddisfatto, sono un onnivoro. E tutto questo mi aiuta a convertire l'inquietudine che mi assedia in qualcosa di positivo».