Marisa Merz, poesia e rigore
A Lugano indagine intima sul volto in un ampio nucleo di lavori
LUGANO, 19 SET – L'indagine intima su volti trasfigurati e figure oniriche, quasi sconosciute, tra colori sfumati e occhi magnetici. La geometria celebrata, inseguita ma sempre reinterpretata, in un continuo operare che mescola suggestioni, energie e materiali diversi. Oscilla tra poesia e rigore la mostra di Marisa Merz a Lugano dal 22 settembre al 12 gennaio negli spazi della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, parte del circuito museale del Museo d'Arte della Svizzera Italiana (MASI Lugano). Già dal titolo – «Geometrie sconnesse palpiti geometrici» (una frase autografa dell'artista, appuntata sulla parete della sua casa-studio) – si inizia a percepire la complessità di un progetto, curato da Beatrice Merz e sviluppato con la collaborazione della Fondazione Merz, a cui la stessa Marisa ha lavorato poco prima della morte, il 19 luglio scorso. Nel percorso ampia è la selezione di lavori, alcuni inediti, tra cui disegni, sculture in argilla cruda, tessiture di filo di rame e di nylon e oggetti trasformati in cera.
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