Difficile essere mamma?Martina Colombari parla del figlio ribelle: «Qualche sberla l’ha presa»
Covermedia
7.7.2023 - 15:00
Ospite del podcast di Diletta Leotta intitolato «Mamma Dilettante», l’ex modella parla a ruota libera dei problemi avuti con Achille.
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07.07.2023, 15:00
07.07.2023, 15:12
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Essere mamma non è facile per Martina Colombari, alle prese con le bravate di Achille, figlio nato dalla relazione con il marito Billy Costacurta, sposato nel 2004.
Ospite del podcast di Diletta Leotta intitolato «Mamma Dilettante», l’ex modella parla a ruota libera dei problemi avuti con Achille, oggi 18enne: «Qualche sberla l’ha presa».
Figlio unico... «Non ne sono arrivati altri»
«Achille pensava gli fosse tutto dovuto», spiega la Colombari che lo scorso aprile è stata al centro dello scandalo per via del comportamento sopra le righe del figlio, accusato di aver colpito con un pugno un agente della Polizia locale che gli intimava di scendere da un taxi.
«Billy mi rimprovera di stargli troppo addosso. Io a volte faccio l’amica, altre quella più severa, ma non ho la bacchetta magica. Spesso ho difficoltà anche io, a volte ci siamo rivolti anche a questa persona che fa sostegno alla genitorialità. Se hai dei problemi della gestione in famiglia perché non chiedere aiuto? È una forma di grande intelligenza», continua l’ex modella che non è riuscita ad avere altri figli.
«Non ne sono venuti altri. Non ho più fatto nulla per… Cioè, non ho preso pillola, Billy e io non siamo stati attenti, però doveva andare così. Doveva essere uno. Anche io sono figlia unica (…) Io avrei voluto una femmina e volevo chiamarla Penelope. Però quando mi hanno poi detto che era maschio sono subito diventata una mamma di un maschio nella mia testa».
«No mamma non è come credi»
La nostalgia di quando Achille era piccolo si fa sentire, perché dall’adolescenza in poi è sempre stata dura in casa Colombari.
«Ci sono dei momenti in cui ti fanno inca**are da morire. Quando parli proprio un’altra lingua, ti trattano male, ti rispondono male, sbattono le porte, ti mandano a quel paese, non rispondono al telefono (…). La sua frase storica è sempre stata: «No mamma non è come credi». Dopo una nota, dopo un’espulsione a scuola, dopo una marachella, dopo un petardo nel water dello spogliatoio del basket. «No mamma non è come credi». Lui aveva sempre una sua versione, peccato che non corrispondesse mai alla realtà».
«Spero sia felice»
La soluzione? Avere pazienza e costanza.
«Inizialmente lo mettevi in castigo, poi gli toglievi delle cose, poi invece ho lavorato sui premi, però poi devono sbagliare anche loro, prendere delle porte in faccia e arrangiarsi un po’. Non puoi esserci sempre tu. Lui le ha prese due sberle, anche più di due. Da me, dal padre».
L’augurio oggi è quello che si rimetta in carreggiata per godere della vita al massimo.
«Spero sia felice, perché gli ripeto sempre che la vita è meravigliosa ed è più semplice di quel che loro immaginano. Alla fine che prenda una laurea o che apra una piadineria a Miami, come sta dicendo in questi giorni… Che si fidanzi con un ragazzo o che abbia una moglie e faccia un figlio… Va bene tutto. L’importante è che possa guardarsi allo specchio e sorridere».