L'intervista Da tecnico del suono ad attore: il romando Valvini recita in «Bisons»

brbu, ats

8.2.2024 - 15:09

In "Bisons" Maxime Valvini, al suo primo ruolo cinematografico, interpreta Steve. È nominato per un Quartz come "Miglior interprete maschile" per il Premio del cinema svizzero.
In "Bisons" Maxime Valvini, al suo primo ruolo cinematografico, interpreta Steve. È nominato per un Quartz come "Miglior interprete maschile" per il Premio del cinema svizzero.
Keystone

In «Bisons», il nuovo film del regista di «Platzspitzbaby» Pierre Monnard, il romando Maxime Valvini interpreta un allevatore che ricorre a mezzi insoliti per salvare l'azienda di famiglia. Keystone-ATS ha intervistato il protagonista.

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A quale attore svizzero pensereste spontaneamente leggendo la descrizione di questo ruolo?

Steve Chappuis è un allevatore introverso del Giura vodese nonché un talentuoso lottatore svizzero, che ha buone possibilità di vincere il campionato. Insieme alla madre, rimasta da poco vedova, fa fatica a mandare avanti la fattoria di famiglia e viene convinto dal fratello, alquanto losco, a partecipare a lotte organizzate illegalmente in Francia per un ingente guadagno.

Certamente a nessuno, prima di aver visto Maxime Valvini in «Bisons» nel suo primo ruolo cinematografico. Il giorno della prima mondiale del film durante le 59esime Giornate di Soletta, l'attore ricorda in un'intervista all'agenzia Keystone-ATS quando qualche anno fa un amico gli ha chiesto se gli sarebbe piaciuto fare delle riprese di prova per un progetto cinematografico di Pierre Monnard. Valvini ha accettato, i due si sono subito intesi e le riprese sono andate bene.

Tecnico del suono e lottatore

Valvini non è estraneo al mondo cinematografico. Da un decennio lavora come tecnico del suono e pratica arti marziali come il jujitsu a livello professionale. Da giovane il romando Valvini è stato confrontato anche con la lotta svizzera.

L'idea di «Bisons» e il personaggio di Steve hanno preso forma gradualmente. Anche se Valvini non era mai stato davanti alla cinepresa, la sua esperienza nelle arti marziali ha favorito la scelta di affidargli il ruolo. Secondo Valvini, è quasi impossibile insegnare a qualcuno i movimenti e la consapevolezza del corpo di un lottatore in un breve lasso di tempo in modo che sembri reale.

Valvini ha iniziato a prepararsi ancora prima di ottenere definitivamente il ruolo: «Era assolutamente fuori discussione che mi presentassi sul set il primo giorno di riprese senza essere perfettamente preparato». La preparazione sarebbe stata comunque un'esperienza positiva, anche se alla fine non l'avessero preso.

Monnard è rimasto colpito dall'impegno di Valvini e alla fine gli ha affidato il ruolo. «L'allenamento, la preparazione a qualcosa, mi ha sempre affascinato moltissimo, quasi più della cosa stessa», un'affermazione che ritorna più volte nel corso dell'intervista.

Molta preparazione

La mancanza di esperienza nel campo della recitazione è stata per Valvini un'ottima scusa per preparasi ancora più intensamente. «Creare un personaggio – il modo in cui pensa, parla, si muove – tutto questo mi interessa molto. Capire chi è questo Steve e come si relaziona con la sua famiglia, con sé stesso, con gli animali».

Valvini si è immerso nella sceneggiatura, ha avuto lunghe discussioni con Monnard e ha anche incontrato l'attore romando Bruno Todeschini ogni settimana per esercitarsi sulle tecniche di recitazione.

Lavorando come tecnico del suono, ha avuto l'opportunità di vedere all'opera numerosi attori, «sia quelli bravi che quelli meno bravi». Ha trascorso le ultime due settimane prima dell'inizio delle riprese nella fattoria, dove si svolge gran parte del film. Con tutto il lavoro da fare lì, soprattutto con gli animali, si è praticamente «appropriato» fisicamente della vita di Steve nella fattoria.

E l'altro aspetto centrale della storia di Steve, le risse e la violenza? «Posso comprendere la decisione di Steve. Posso anche immaginare di prenderla io stesso in certe situazioni». Se all'improvviso avesse urgentemente bisogno di soldi e qualcuno gli offrisse 1'000 franchi per fare a botte con qualcuno, potrebbe anche accettare.

Allenamento giornaliero

«Combatto molto, mi alleno ogni giorno, guardo molti combattimenti», dice Valvini. Non trova riprovevole il tipo di lotte mostrate nel film: «A differenza delle risse casuali per strada, ci sono delle regole – e c'è qualcuno che dice "stop"».

Certo, ci sono anche dei rischi, ma si può presumere che ognuno vi partecipi più o meno di sua spontanea volontà. Proprio come nel film: Steve prende la sua decisione senza volerlo, quasi con riluttanza – ma la assume e la accetta.

«Bisons» mostra il lato oscuro della decisione di Steve: gli effetti su un ambiente circostante non comprensivo, il rischio di gravi lesioni, la possibilità non solo di vincere ma anche di perdere tutto. Ma mostra anche il fascino ipnotico della violenza.

L'esperto lottatore Valvini lo sa: «Quasi in nessun altro luogo si è così vicini alla vita. Durante un combattimento non c'è nient'altro. Tutti i problemi scompaiono, come in un buco nero. C'è qualcosa di molto arcaico in questo».