GiustiziaMeghan vince la causa per violazione della privacy contro i tabloid
Covermedia
12.2.2021 - 11:10
La Duchessa era in combutta con Associated Newspapers per la diffusione di una lettera privata, inviata al padre Thomas nell’agosto 2018.
Meghan Markle esce vittoriosa dalla battaglia legale contro un gruppo editoriale britannico.
La Duchessa del Sussex aveva denunciato Associated Newspapers, publisher del Mail on Sunday e del sito web MailOnline, per violazione della privacy, dopo che, in un articolo del 2019, era stata pubblicata una porzione di una lettera privata che aveva scritto al padre, Thomas Markle, nell’agosto del 2018.
Il processo si sarebbe dovuto svolgere a Londra, ma il mese scorso, i legali della moglie del principe Harry hanno chiesto il giudizio abbreviato, ritenendo «pari a zero» le possibilità di vittoria di Associated Newspapers.
Il giudice dell’Alta Corte, Mark Warby, ha accordato la richiesta e giovedì, 11 febbraio, ha sentenziato in favore di Meghan, stabilendo che il Mail on Sunday ha violato la sua ragionevole aspettativa alla segretezza delle conversazioni private e le leggi sul diritto di autore.
«Nel complesso, le rivelazioni erano manifestamente eccessive e quindi illegali. Non esiste reale prospettiva che venga espresso un giudizio diverso dopo un altro processo», ha dichiarato Warby.
Tuttavia, Meghan dovrà affrontare un processo minore per stabilire l’autore della lettera, e dunque il copyright. I legali della difesa infatti sostengono che la Markle abbia scritto le cinque pagine della lettera con l’aiuto dei membri dei suoi addetti alla comunicazione, ai tempi in cui lei e Harry vivevano a Kensington Palace.
Il giudice Warby ritiene che l’argomento «non possa essere descritto come convincente, anzi sembra altamente improbabile», ma ha comunque deciso di affrontare la questione in un processo separato.
Con un comunicato, emesso dopo la sentenza del giudice, Meghan ha dichiarato: «Sono grata alla corte per la sentenza contro Associated Newspapers e The Mail on Sunday, in modo che tengano conto delle loro pratiche illegali e disumanizzanti».
«Per questi giornali, si tratta di un gioco, ma per me e molti altri è vita vera, vere relazioni e vere e reali tristezze. Il danno che hanno provocato e ciò che continuano a fare è profondamente radicato».