L'intervista- Parte 2 Mike Müller: «Sono diventato umile e taciturno»

Carlotta Henggeler

26.3.2020

Mike Müller: «Fare un po’ di pausa ogni tanto non mi disturberebbe affatto. A volte mi sovrastimo, anche perché mi credo incredibilmente performante. Quando c’è molto da fare, bisogna concedersi un po' di riposo, altrimenti ci si ammala.»
Mike Müller: «Fare un po’ di pausa ogni tanto non mi disturberebbe affatto. A volte mi sovrastimo, anche perché mi credo incredibilmente performante. Quando c’è molto da fare, bisogna concedersi un po' di riposo, altrimenti ci si ammala.»
Moskau Einfach!

Mike Müller, «Il becchino» nell'omonima fortunata serie TV, ci spiega perché lo scandalo delle schedature del 1989, tema del film «Moskau Einfach!», è stata una lezione importante per la Svizzera, ci parla del suo stato d’animo dopo la fine del programma satirico storico della SRF «Giacobbo/Müller» di cui era il protagonista e ci rivela in quale momento è diventato umile e avaro di parole.

Nota della redazione: QUEST’INTERVISTA È STATA REALIZZATA PRIMA DELL’INIZIO DELLA PANDEMIA DI CORONAVIRUS.

Cosa ha fatto pendere la bilancia in favore del suo accordo per «Moskau Einfach!»?

Al 50%, è stato il regista, e poi ero anche interessato alla sceneggiatura e alla frattura con le forze armate nell'ambito dello scandalo sulle schedature del 1989. Si tratta di un momento importante per la Svizzera, fa parte del suo DNA, ma è anche un trauma, un’attitudine nella quale il nostro paese potrebbe anche ricadere. Non sono un hegeliano che pensa che la storia sia in costante evoluzione. Ci sono ancora oggi degli importanti vertici che non trovavano nulla di grave nella schedatura, anzi la giustificano addirittura.

«Moskau Einfach!» è uscito di recente nelle sale cinematografiche della Svizzera tedesca. A partire da quanti spettatori sarebbe soddisfatto?

Per quanto concerne il numero di spettatori, mi è già accaduto di sbagliarmi sui grandi numeri. Per questo sono diventato umile e avaro con le parole. Le cifre assolute sono cambiate in questi ultimi anni, perché i canali evolvono sempre. Diciamo così: ho visto il film e lo trovo molto riuscito. il regista Micha Lewinsky racconta con una certa leggerezza ma anche con calma, la sceneggiatura è straordinaria e la recitazione è di alto livello – non si può chiedere di più.

A cosa sta lavorando attualmente?

Fino a fine aprile sono impegnato con 60-70 repliche della mia pièce «Die Gemeindeversammlung». Oltre a questo, lavoro su alcune novità in ambito teatrale e c'è un nuovo film che si profila all’orizzonte.

Può dirci di più?

Con le proposte di film, le cose vanno come vanno, dunque non ci credo fino a quando tutti sono riuniti sul set e la telecamera comincia le riprese. Tante cose possono saltare prima di quel momento.

Il suo late-night show «Giacobbo/Müller» è stato diffuso sulla SRF, la televisione svizzero tedesca, dal 2008 al 2016. Questo format le manca ancora oggi?

Il programma settimanale non mi manca, quello che invece mi manca a volte è il lavoro di squadra. Se si vuol fare attualità, la si può twittare o scrivere una stand-up comedy. Oppure integrarla in un programma esistente. Negli ultimi tre anni non sono mai stato senza far nulla.

Dalla sua partenza, insieme a quella di Viktor Giacobbo, molte cose sono accadute alla SRF nel settore dell’umorismo.

La trasmissione «Late Update» di Michael Elsener è stata tolta dalla programmazione. E anche quella di [Michel] Gammenthaler «Comedy aus dem Labor». Mi sarebbe piaciuto che Michi avesse un po’ più di tempo di preparazione. Ma non mi esprimerò su questo argomento in pubblico, gliene ho parlato direttamente. Quanto a [Dominic] Deville, è fenomenale con la sua voce nasale. Chiunque dovesse valutarlo direbbe che sfortunatamente non va. E tuttavia, sa essere uno straordinario presentatore. Ha un dannato talento di presentatore. E con il suo compagno Patrick Karpiczenko, funziona bene. Deville, nel omonima trasmissione, diverte e Karpi sa di politica.

«Giacobbo/Müller», la sua pièce teatrale «Die Gemeindeversammlung», la fortunata serie TV «Il Becchino», il circo Knie: tutto va bene per lei sul piano professionale da alcuni anni.

Fare un po’ di pausa ogni tanto non mi disturberebbe affatto. A volte mi sovrastimo, anche perché mi credo incredibilmente performante. Quando c’è molto da fare, bisogna concedersi un po' di riposo, altrimenti ci si ammala. Bisogna anche andare in scena con la febbre o senza voce.

Ed è facile per lei rallentare un po’?

Lo faccio senza problemi.

E cosa fa in quel caso?

Faccio sport, dormo sufficientemente. Oppure andiamo a fare vela o a correre. Ho fatto un po’ di vela di recente, faceva un freddo cane. Una giornata di vela perfetta, è stato meraviglioso!

L’intervista a Mike Müller è suddivisa in due parti. La prima parte è stata pubblicata giovedì 26 marzo 2020 su «Bluewin».

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